Cardamomo: proprietà, utilizzi e avvertenze

Dalle riconosciute e ben apprezzate proprietà curative, è un rimedio naturale che si può acquistare in erboristeria e nei negozi specializzati in diverse varianti: la prima, con il nome scientifico di Elettaria cardamomum, è la più comune nel nostro Paese e si presenta, alla vista, di un colore tendenzialmente chiara; la seconda, conosciuta con il nome di Amomum subulatum, è invece meno diffusa, e conosciuta commercialmente con il nome di cardamomo nero o nepalese.

Ma quali sono le proprietà del cardamomo? Cerchiamo di vederci un po’ più chiaro partendo, con ordine, dalle sue composizioni.

In 100 grammi di cardamomo sono contenuti elevati livelli di manganese (28 mg), calcio, potassio, zinco, ferro, fosforo, magnesio, rame.

Come può essere utilizzato

Il cardamomo può essere utilizzato in cucina per la realizzazione di ottime tisane. Alcune persone preferiscono invece masticare direttamente i semi di questa pianta, ottenendo così un impatto immediato delle proprietà benefiche tipiche di questa pianta.

Quali sono le proprietà curative

Lungo è l’elenco delle proprietà curative che vengono attribuite al cardamomo. Naturalmente, prima di procedere a qualsiasi applicazione fai-da-te (che sconsigliamo) non possiamo che raccomandarvi di parlarne con il vostro medico di riferimento al fine di valutare con esso quali possano essere i migliori provvedimenti da assumere per il proprio benessere, ed evitando così degli approcci che potrebbero – con scarsa consapevolezza – condurre a risultati negativi e deleteri per la vostra salute.

Chiarito quanto sopra, possiamo guardare con ottimismo a quelle che sono le principali proprietà curative del cardamomo, cominciando da quelle che impattano positivamente sull’apparato digerente, che può beneficiare dei semi di questa pianta per la terapia contro i problemi al sistema urinario, delle emorroidi, mal di stomaco o diarrea (non tutti i benefici sopra esposti sono stati “certificati” da ricerche scientifiche, e molte delle proprietà curative sono state semplicemente indicate come tali dalla medicina tradizionale – una ragione in più per parlarne con il vostro medico!).

Ancora, è noto che il cardamomo può essere utilizzato – di norma insieme ad altre piante – per poter calmare i problemi derivanti dalla presenza di un gonfiore intestinale, attenuando i sintomi di flatulenza. Il suo impiego è peraltro possibile per poter controbilanciare l’effetto “nocivo” di alcuni alimenti che favoriscono il gonfiore intestinale: la prossima volta che armeggerete con broccoli, cavolfiori e cavoli, cercate di impiegare 3-4 semi aggiungendoli durante la cottura. In questo modo riuscirete a diminuire il loro impatto negativo sul gonfiore intestinale, senza tuttavia alternarne il sapore.

In aggiunta a quanto sopra, spesso il cardamomo viene ricordato come un potete elemento benefico contro il mal di gola, contro il raffreddore e contro la tosse. In alcuni Paesi del mondo questa pianta è inoltre utilizzata per poter migliorare la salute dei propri denti, con i semi del cardamomo che possono essere masticati lentamente in bocca per poter combattere l’alito cattivo o le gengive infiammate.

Utilizzi in cucina

Come abbiamo già anticipato, il cardamomo è molto utilizzato in cucina, soprattutto nelle aree orientali. In particolare, può essere utilizzato come aroma nella preparazione di ottimi “caffè alla turca”, nel caffè arabo e nel tè iraniano. È inoltre frequentemente utilizzato nella cucina mediorientale, turca e indiana, per poter insaporire alcuni dolci, o miscelato con altre spezie per poter donare un inconfondibile gusto a diversi piatti tradizionali della locale cultura culinaria.

È comunque errato ritenere che il cardamomo sia un elemento integrato esclusivamente nelle cucine orientali. Potete infatti facilmente trovare il cardamomo anche in diverse ricette occidentali, con specifico e prevalente riferimento ai Paesi nordici, dove questa pianta è rinomata e dove viene utilizzata per le preparazioni culinarie di alcuni piatti tipici.

Intuibilmente, molto dell’utilizzo del cardamomo dipende anche dalla scelta dei suoi semi. Il cardamomo verde ha un gusto particolarmente intenso e aromatico, mentre quello nero è leggermente amaro e richiama alla mente un retrogusto di menta. Pertanto, a seconda del cardamomo che si sceglie di utilizzare, sarà sufficiente inserire un piccolo baccello nel piatto per poterlo insaporire in misura notevole.

Proprio per i motivi di cui sopra in diverse aree del mondo (come in Cina) il cardamomo è utilizzato per poter aromatizzare i piatti di carne arrostita, mentre nel sud est asiatico è frequente l’utilizzo del cardamomo come ingrediente nel brodo per la minestra di tagliatelle. Anche in Africa il cardamomo trova ampio spazio nelle cucine locali: viene infatti utilizzato per preparare un tipico pane celebrativo in Etiopia e in Eritrea.

In Italia viene di solito utilizzato il cardamomo nero. Le ragioni sono legate alla sua economicità rispetto alla versione “verde”, che sul mercato al dettaglio ha un costo più elevato.

Ricette

Alla luce di quanto sopra abbiamo appena ricordato, vogliamo compiere un piccolo passo in avanti e cercare di comprendere insieme a voi come si possa efficacemente utilizzare il cardamomo per la propria personalissima cucina.

Ricercando online diverse ricette a base di cardamomo vi renderete presto conto che gli utilizzi di questa pianta sono davvero numerosissimi, e che questa spezia è alla base del curry, uno dei condimenti più noti nella cucina asiatica, da diverso tempo un gradito ingresso anche in quella mediterranea, dove viene utilizzato per insaporire primi e secondi piatti a base di carne e di pesce, riso e verdure.

In alternativa, come abbiamo visto, il cardamomo è utilizzato come elemento utile per poter preparare il caffè arabo, dove il cardamomo è l’elemento prevalente (le proporzioni son favorevolmente sbilanciate in favore del nostro odierno protagonista, con una quota dell’80 per cento di cardamomo contro il 20 per cento di caffè).

Ad ogni modo, tra le tante ricette a base di cardamomo, non possiamo che ricordare anche la possibilità di fare del buon liquore, che – peraltro – potreste riuscire a ricreare semplicemente a casa vostra. Dovrete infatti limitarvi a utilizzare le bacche di questo frutto e aggiungere alcol, zucchero e acqua, nelle seguenti quantità: 1 litro di alcool, 300 g di zucchero, 500 ml di acqua e 30 g di bacche di cardamomo. La miscela che otterrete mediante tale semplice lavorazione potrà essere ottenuta mescolando il cardamomo pestato e l’alcol, lasciando poi riposare per un mese. Successivamente ,procedete a filtrare e ad aggiungere gli altri ingredienti. Potete bere freddo o a temperatura ambiente, a seconda della vostra preferenza.

Vi ricordiamo infine che potete utilizzare il cardamomo anche come elemento base per le tisane, oppure utilizzarlo per delle infusioni da respirare con un asciugamano sulla testa: pare sia molto utile per poter liberare le vide aeree, realizzando in tal modo un particolarissimo aerosol domestico. A voi la scelta!

Avvertenze sull’uso

Come ogni sostanza, il fatto che si tratta di una pianta naturale presente negli ambiti di mezzo mondo non sta certamente a significare che non possa comunque produrre qualche effetto indesiderato, o che si debbano assumere i semi di cardamomo senza nessuna precauzione. In particolar modo, è opportuno ricordare come le controindicazioni più note del cardamomo sono quelle ricollegate alla colecisti: un utilizzo sconsiderato da parte di chi è già predisposto e soggetto a calcolosi della colecisti può infatti dare luogo a disturbi che vanno dai dolori addominali alle coliche.

Inoltre, è possibile che il cardamomo vada a interferire con l’attività di farmaci antiaggreganti come l’aspirina, ed è pertanto sempre fondamentale cercare di consultare un medico prima dell’utilizzo, soprattutto nel caso in cui si stia contemporaneamente seguendo una simile terapia farmacologica.

Impostazioni privacy