Gengive ritirate o, anche, recessione gengivale

Può indicare, come già accennato, un arretramento delle gengive che scoprono aree di denti che normalmente sarebbero ricoperte dalle gengive stesse o, più in generale, anche uno spostamento gengivale dalla sede originale in direzione dei margini apicali dei denti (vale a dire verso le radici).

Le gengive ritirate compromettono, com’è evidente, esteticamente il cavo orale del paziente, che mostra dei denti che paiono allungati, più scoperti e visibili come sono, ma non solo, compromettono anche la salute stessa dei denti, comparendo il disturbo della ipersensibilità della dentina.

Nonostante le gengive ritirate possano colpire qualsiasi dente, tipicamente i denti più affetti da questo disturbo sono i premolari ed i canini. La causa più comune di gengive ritirate è una cattiva igiene del cavo orale; nel dettaglio questo rischio è molto maggiore per coloro che spazzolano i denti con modalità non corrette (ad esempio, dal dente verso la gengiva o orizzontalmente), ed aumenta se i denti vengono spazzolati in modo scorretto con spazzolini a setola dura. Il fastidio delle gengive ritirate può, infatti, essere alleviato ricorrendo ad una più corretta modalità di pulizia dei denti. Se il problema delle gengive ritirate dovesse arrecare disturbi di notevole intensità si può sempre ricorrere ad interventi di chirurgia gengivale, potendoli supportare eventualmente con innesti di tessuto connettivale.

Cause

Cause di gengive ritirate
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Le gengive ritirate sono un problema alquanto diffuso nel soggetto adulto, superati i 40 anni d’età, anche se la sintomatologia iniziale possa comparire anche negli adolescenti.

Abbiamo già sottolineato come un errato spazzolamento del dente, soprattutto con l’utilizzo degli spazzolini a setola dura, sia il fattore di rischio più comune per il problema delle gengive ritirate. Ma altri fattori possono far insorgere questo stato patologico, e, tra questi, ricordiamo:

  1. Il vizio di masticare del tabacco;
  2. Il bruxismo (l’abitudine di serrare i denti, abitudine che diventa un vero e proprio vizio quando si accumulano tensioni e stress);
  3. Malocclusioni dentali, affollamento dentale e denti storti;
  4. Disturbi di natura alimentare (per esempio: bulimia);
  5. La gengivite;
  6. Fenomeni di ipersensibilità al sodio laurilsolfato, una sostanza che crea schiuma e che è comunemente utilizzata nella realizzazione di molti dentifrici in commercio;
  7. Malattie gengivali di origine ereditaria;
  8. La parodontite, che oltre che causa può essere anche conseguenza di gengive ritirate;
  9. Lo scorbuto, una malattia che compare in presenza di carenze gravi di vitamina C;
  10. Una igiene orale scorretta, non solo per quanto riguarda la già citata modalità scorretta di spazzolamento, ma anche la cattiva abitudine di non utilizzare il filo interdentale, il quale eliminerebbe tutti quei batteri che, annidati negli spazi interdentali, creano danni alla gengiva che diviene più delicata e fragile;
  11. Lo spostamento dei denti dalla sede naturale.

Sintomi

Le gengive ritirate non devono essere considerate un fenomeno acuto dalla manifestazione improvvisa. Le gengive ritirate rappresentano, invece, la risposta di un tessuto ad una sequela di comportamenti non corretti e /o di qualche disturbo che si è cronicizzato. Tutte queste cause, nel tempo, spingono, in modo progressivo, la gengiva a ritirarsi verso la parte apicale dei denti, verso la radice. Ecco, appunto, che le gengive ritirate, anche se derivate da cause occorse in giovane età, possono iniziare a manifestare la prima sintomatologia (fastidiosa), solo dopo i quarant’anni. Accade sovente, infatti, che prima di questa età le gengive appaiano perfettamente sane e quindi il disturbo, sebbene già presente, possa passare totalmente inosservato.

La condizione “denudata” del colletto dentale e della superficie radicolare che caratterizza il problema delle gengive ritirate, genera un fenomeno di ipersensibilità della dentina che diventa poi più grave quando subisca stimolazioni termiche (bevande o cibi troppo fredde o troppo calde, refoli di aria molto fredda che si insinua nel cavo orale) o anche meccaniche (il dente che viene anche solo sfiorato dallo spazzolino). La conseguenza, come un cane che si morde la coda, è che il soggetto, per non soffrire a causa dello sfregamento dello spazzolino, curerà ancor meno la propria igiene orale, per cui i batteri del cavo orale persisteranno ancora negli spazi interdentali procurando un aggravamento del problema delle gengive ritirate ma non solo, la cattiva igiene orale favorisce l’accumularsi della placca e del tartaro, con possibile insorgenza di carie dentali.

Sintomi di gengive ritirate
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Quando le gengive ritirate dipendono da un processo infiammatorio cronico delle gengive stesse, il soggetto accuserà anche alitosi (alito dall’odore sgradevole), sanguinamento, rossore e gonfiore gengivale.

Resta evidente, come accennato all’inizio, che un problema da non sottovalutare è quello dell’aspetto estetico fortemente compromesso, causato dalle gengive ritirate: i denti appaiono anormalmente lunghi, le radici dei denti appaiono scoperte ed anche gli spazi fra i denti sembrano troppo grandi. In realtà lo spazio interdentale non cambia, ma poiché non ci sono più gengive a coprire l’area dove i denti sono più distanti, esso appare più grande. L’aspetto estetico si deteriora anche per la diversa colorazione che sarà visibile tra lo smalto, che è tipicamente bianco (denti sani), ed il cemento che è giallastro e che adesso, in assenza della copertura gengivale, risulta visibile.

Se le gengive ritirate giungono ad uno stadio avanzato possono causare dapprima lo spostamento, e successivamente anche la perdita dei denti.

Trattamenti

Quando le gengive ritirate iniziano a causare problemi di ipersensibilità della dentina, si può correggere il problema con interventi di chirurgia delle gengive, per fornire nuovamente la copertura alle radici dei denti e quindi assicurare la naturale protezione al dente sensibile.

Gli interventi chirurgici previsti possono essere:

  1. Innestare del tessuto molle (autotrapianto gengivale): si dimostra di sicura efficacia consentendo di ricoprire le radici esposte e creare un naturale ispessimento del tessuto delle gengive. L’obbiettivo è, inoltre, anche quello di rendere minimo il rischio che la gengiva possa regredire nuovamente;
  2. Impianto dentale: il trattamento è dei più drastici tra quelli utilizzabili per la risoluzione del distrubo delle gengive ritirate. Questo intervento è consigliato sia per il ripristino dell’estetica dentale, quanto per ripristinare anche le funzioni masticatorie che le gengive ritirate avranno sicuramente compromesso.
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