Isola Polvese, una meraviglia naturale in provincia di Perugia

L’isola Polvese presenta un’estensione pari a circa 69,6 ettari ha, mentre la costa presenta un’altezza pari a 258 metri sul livello del mare. La parte più alta di quest’isola arriva fino a 313 metri, mentre nella zona a est e a sud si incontra un’ampia area dal clima tipicamente umido, con la presenza di un gran numero di canneti, che rappresentano un ottimo rifugio per svariate specie di anfibi e di uccelli. Nella parte a nord, invece, è collocato un bosco, che è frequentato nella maggior parte dei casi da lecci e roverelle. Di solito sono pochissime le famiglie che abitano nell’isola. Dal punto di vista amministrativo, l’isola si caratterizza per essere una frazione del Comune di Castiglione del Lago. Nel 1995, oltre vent’anni fa, è arrivata la dichiarazione ufficiale che attesta la sua natura di parco scientifico-didattico facente parte del Parco regionale del Trasimeno. L’isola può contare anche su un molo, che viene impiegato in modo particolare per l’attracco di traghetti che vanno nello specifico molto di frequente verso San Feliciano.

La sua meravigliosa storia

Storia della Isola Polvese
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Il nome di questa isoletta probabilmente si deve ricondurre a polvento, ovvero un termine che sta ad indicare un’area sottovento. Senza ombra di dubbio anche quest’isola era in mano e abitata dai Romani, dal momento che sul suo territorio sono stati rivenuti alcuni resti di opus reticulatum. Durante l’anno 817 per la prima volta un documento ufficiale nomina quest’isola: si tratta di un estratto di Ludovico il Pio, con cui dona al papa Pasquale I non solo la città di Perugia, ma anche il lago Trasimeno, comprensivo delle tre isole, ovvero Polvese, Minore e Maggiore. Nel corso del 1139, i suoi abitanti presero la decisione di fare affidamento sulla protezione proveniente da Perugia. In quegli anni, infatti, le principali fonti di sostentamento economico erano legate alla pesca e alle coltivazioni di piccole zone terriere. Queste due attività riuscivano a garantire uno stato di benessere importante per le 88 famiglie che abitavano sull’isola alla fine del XIII secolo. Durante il XVII secolo la dinamicità isolana iniziò a crollare. In primis furono i monaci olivetani a dire addio al monastero in cui hanno vissuto fin dal 1482. Nel 1643 iniziò l’occupazione della zona da parte delle truppe del granducato di Toscana, provocando tutta una serie di importanti danni alle strutture esistenti sull’isola.

Nel corso del XVIII secolo gli abitanti dell’isola erano limitati a qualche decina e non poterono opporre resistenza rispetto all’avvento dei proprietari privati, che assunsero il controllo di tutte le terre. Nel 1959 l’isola venne comprato dal conte milanese Citterio, che decise di far costruire una villa che riuniva un po’ tutte le strutture preesistenti. Nel 1973, infine, ci fu il passaggio definitivo dell’isola Polvese nelle mani dell’Amministrazione provinciale di Perugia.

Quali sono i monumenti più conosciuti

Monumenti della Isola Polvese
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Tra i monumenti e i luoghi d’arte che sono di maggiore interesse a livello nazionale troviamo sicuramente la Chiesa di San Giuliano. Eretta nel XI secolo, si caratterizza per avere dimensioni ridotte e una sola navata, con diversi affreschi e all’interno anche resti di opus reticulatum romano. Il Monastero di San Secondo (si parla di una costruzione che risale al X secolo) era collocato sulla parte più alta dell’isola. Al giorno d’oggi si possono notare esclusivamente le mura esterne di una struttura romanica che aveva tre navate, con tanto di cripta e abside. In origine, era abitato dai monaci olivetani. Attualmente il monastero è oggetto di un’ampia ristrutturazione e di conseguenza non si può visitare. Un altro polo d’attrazione è sicuramente il castello medievale (eretto nel XIV secolo), di cui adesso si può notare solamente la cinta muraria che ha una forma tipicamente pentagonale. Era più che altro considerato una fortezza-recinto e fungeva da struttura protettiva per gli abitanti dell’isola, che veniva impiegata solamente in caso di effettiva necessità. La Piscina Porcinai è un ottimo esempio di come sia stata reimpiegata un’antica cava di arenaria. La famiglia Biagiotti, che aveva in proprietà l’isola, incaricò un architetto di nome Pietro Porcinai di realizzare un progetto davvero molto interessante, che prevedeva la realizzazione di una piscina all’interno di un giardino. Questa piscina si trova esattamente nel bel mezzo di un giardino ricco di vasche piuttosto piccole, che sono state chiamate ninfei, in cui si trovano tantissime varietà di bellissime piante acquatiche. Tra le caratteristiche più curiose di tale progetto troviamo le sdraio per poter prendere il sole: non si tratta di sdraio da spiaggia, dal momento che sono state ottenute da delle lastre inclinate di arenaria.

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