Olio di colza, quali sono le sue controindicazioni?

Dobbiamo affrontare numerosi temi attinenti all’olio di colza in questo articolo, come le sue controindicazioni o i suoi usi. Vediamo tutto quello che c’è da sapere su questo prodotto di origine vegetale.

L’olio di colza nasce dai semi di colza, questa pianta rientra nella famiglia delle Brassicaceae.

Il passato di questo prodotto non è dei più rosei. Infatti ha trovato impiego come carburante ecologico negli anni ’60. Inoltre era conosciuto per essere sfruttato nel settore dell’illuminazione stradale, insomma due utilizzi che sono piuttosto lontani da quello per cui oggi è entrato al centro del dibattito. L’olio di colza può essere assunto? Fa male all’organismo?

Paesi come il Pakistan, l’India e il Canada sono ad oggi grandissimi produttori di olio di colza.

Gli esperti hanno evidenziato che l’olio di colza non è indicato per il cuore e neppure per il fegato. Questo almeno in passato, non appena è iniziata la vendita di questo prodotto per scopi alimentari.

Fortunatamente le conoscenze hanno potuto dare un vero posto all’olio di colza.

Come detto all’inizio i pareri sono discordanti e infatti c’è molta confusione in giro. Non si capisce se è buono oppure no per la salute questo olio vegetale. Dall’impiego che ne è stato fatto in passato forse è bene credere a tutta quella parte che sostiene che non sia indicato per l’organismo.

Usi

L’olio di colza stando a quanto sostengono numerosi esperti non è un prodotto alimentare benefico per il corpo. Questo perché possiede una fonte molto alta di acido erucico. Attualmente è comune nell’industria chimica. Trova impiego per la realizzazione di lubrificanti e bio-carburanti. Anche nell’industria cosmetica è molto utilizzato. Quindi stando a queste informazioni, non è un prodotto da utilizzare in altro modo.

Tuttavia potete impiegare una varietà di colza che prende il nome di olio di canola. Questa è stata lavorata in modo da non essere dannoso agli stessi livelli dell’olio di colza, sconsigliato proprio per la salute del corpo umano. Tuttavia anche i suoi benefici sono piuttosto discussi. Il basso prezzo comunque lo impone già sul mercato, anche a nostra insaputa. Infatti molte attività di ristorazione nel nostro Paese lo impiegano. Sembra particolarmente comune come olio per frittura.

Questa versione geneticamente modificata invece è molto utilizzata nel campo dell’industria alimentare. Numerosi prodotti da forno infatti contengono olio di canola. Possiamo dire lo stesso per la margarina e il burro. Ricordiamo che rimane sempre un olio raffinato, quindi le conclusioni potete trarle da soli. Insomma gli aspetti negativi sono fin troppi per andare a cercare i benefici dell’olio in questione. Secondo alcuni potrebbe l’olio di canola potrebbe essere utile al cuore e non solo per la presenza di fibre e omega 3 (sostanze modificate dall’uomo) tuttavia la coltivazione OGM non lascia spazio per questo.

Descrizione

Pianta erbacea annuale che possiede fiori color giallo brillante. Si possono anche trovare bianchi, questo dipende naturalmente dalla varietà della pianta. L’olio è ottenuto dai semi della colza. Tra le varietà impiegate troviamo la Brassica napus, Brassica juncea e Brassica rapa.

La pianta è resistente al freddo, predilige terreni leggeri ma può essere coltivata anche nei terreni compatti. I ristagni idrici invece sono un fattore da tenere in considerazione visto che possono danneggiare la pianta.

La colza rientra nella famiglia delle Brassicaceae. I climi nordici sono ottimi per la sua coltivazione. Per questo la troviamo in Germania, Francia, Regno Unito, Canada etc. Il fusto può essere alto circa 150 centimetri. Possiede radici fittonanti, queste non faticano a raggiungere circa 80 centimetri di profondità. I suoi fiori invece sono composti da 4 petali. I frutti sono denominati silique. Sono baccelli di piccole dimensioni contenenti i semi, ovvero il prodotto da cui viene ottenuto l’olio di colza. Questi semini hanno un colore scuro (brunastro) e una forma rotonda.

Varietà mutanti

La prima è la più importante varietà di Brassica utile per produrre l’olio di colza con un tenere acido basso, è stata coltiva in Canada. La prima varietà mutante ottenuto mediante tecniche non tradizionali, venne sviluppata nel 1958 in Svizzera, tramite raggi x a 350 Gy. Successivamente, nel 1995, la Monsanto presentò la prima varietà Brassica Napus capace di tollerare il glifosato, mediante tecniche transgeniche.
La varietà Stellar, nel 1998, è stata la prima a fornire un olio di colza con basso tenore acido erucico, ed un alto tenore acido oleico. A seguito della continua ricerca di varietà in grado di sviluppare un basso tenore acido erucico, si pensò di coltivare la colza con alto tenere erucico, destinata all’industria dei lubrificanti. Anche l’industria cosmetica imiega l’olio di colza come emolliente, capace di ammorbidire la pelle, sia nella versione acido erucico, sia nella varietà ad alto oleico, sostituto dell’olio di oliva, inodore ed incolore.

Effetti sulla salute

I primi studi condotti su animali nel 1960-70, nutriti con olio di colza, hanno evidenziato potenziali rischi per la salute. I riscontri hanno mostrato lipidosi del miocardio e lesioni cardiache su questi animali. La sostanza individuata e potenzialmente tossica, sembra essere l’acido erucico. Questo sembra essere presente tra il 30 ed il 60%, in funzione della cultivar. Il rischio specifico, connesso a tale sostanza, è considerato dagli esperti superiore a quello che potrebbe manifestarsi a causa di una nutrizione ricca di acidi grassi monoinsaturi. In alcuni stati, come in USA, nella UE, in Nuova Zelanda ed Australia, sono state introdotte delle limitazioni del consumo dell’olio di colza presente negli alimenti. Per consentire l’impiego alimentare, e quello industriale dell’olio di colza, sono state sviluppate delle modifiche della pianta originale. Il consumo di olio di colza derivato da varietà mutanti, se ricco di acidi grassi polinsaturi, è considerato un prodotto ricco di benefici per la nostra salute.

Valori nutrizionali

L’olio di colza, ha una composizione acida simili a quella dell’olio di oliva. I semi della varietà Canola, sono ricchi di acido oleico, ma anche di acido alfa-linolenico, caratteristica molto rara per gli oli vegetali. Esso è il capopstipite tra gli omega tre, ovvero acidi grassi molto apprezzati perché essenziali. Agisce sulla nostra salute con effetti ipotrigliceridemizzanti ed antinfiammatori, per questo è molto importante per il nostro organismo. Nell’olio di colza inoltre, è ottimale anche la porzione tra omega-tre ed omega-sei. Tale porzione, spesso è sbilanciata a favore di quest’ultimi, a causa dell’eccessivo consumo di olio vegetale, escluso quello di colza, di semi di lino e di canapa. Inoltre spesso, è insufficiente l’introduzione di omega-tre tramite alimentazione, come il consumo di pesce e del relativo olio.

Controindicazioni

Parliamo adesso delle controindicazioni dell’olio in questione. Cerchiamo perciò di scavare un po’ nella storia di tale prodotto alimentare e non solo. Verso la metà del XIX secolo l’olio di colza è stato ritenuto un olio vegetale commestibile. La sostanza che rende comunque questo prodotto poco salutare è l’acido erucico. Per questo le industrie lo hanno modificato creando appunto l’olio di canola, questo possiede quantità nettamente inferiori di acido erucico.

Eliminando gli acidi grassi saturi il prodotto che rimane non è più controindicato per il corpo come lo era precedentemente. Tuttavia il processo di raffinazione non lo rende ugualmente un olio utile per la salute. Questo perché è lavorato a tal punto da non possedere più la sua composizione chimica. Ricordiamo infatti che la presenza di alcune sostanze nocive (come l’acido erucico) possono aggravare sul fegato e l’apparato cardiovascolare. Ma questo non è tutto, secondo alcuni esperti, sempre questa sostanza è dannosa anche nei confronti della crescita, quindi un pericolo per i bambini che ogni giorno sono a rischio di assimilare questo genere di sostanze. Come ciliegina sulla torta, manca da aggiungere che spesso l’olio di colza nasce dalle produzioni OGM.

Ricordiamo che un’infinità di prodotti confezionati possiedono prodotti raffinati tra questi l’olio di palma, un altro nemico per la nostra salute. Dunque l’olio di colza, di canola, di palma… tutti elementi da cui dobbiamo guardarci le spalle. Specialmente se vengono utilizzati come non si dovrebbe e introdotti in ogni genere alimentare confezionato e non.

I benefici dell’olio di oliva: rischio fino al 7% in meno di malattie coronariche

I benefici per la salute della dieta mediterranea sono rinomati in tutto il mondo, con numerosi studi che sostengono che il mix di verdure, frutta, pesce e olio d’oliva tipico di questo regime alimentare, sia in grado di rafforzare le ossa, migliorare la salute del cervello e ridurre il rischio di alcuni tipi di cancro, diabete, colesterolo alto, malattie cardiache e ictus.

Anche senza sposare integralmente la dieta mediterranea, sono sufficienti pochi accorgimenti per poter generare concreti miglioramenti del proprio benessere.

Per esempio, un nuovo studio condotto negli Stati Uniti dimostra che la sostituzione di soli cinque grammi di margarina, burro o maionese con la stessa quantità di olio d’oliva può contribuire a un rischio fino al 7% in meno di malattie coronariche.

Ancora meglio, le persone che assumono olio d’oliva in misura ancora più elevata – più di sette grammi, o 1/2 cucchiaio al giorno – avevano un rischio inferiore del 15% di qualsiasi tipo di malattia cardiovascolare e un rischio inferiore del 21% di malattia coronarica. Tuttavia, non sembrano esserci benefici in termini di impatto sul rischio di ictus.

La ricerca preliminare è stata presentata mercoledì alle sessioni scientifiche 2020 dell’American Heart Association’s Prevention, Lifestyle and Cardiometabolic Health Scientific Sessions 2020.

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