Pancreatite cronica, cos’è e come si cura

Il motivo che può portare più di frequente a questa malattia è sicuramente consumare abitualmente bevande alcoliche. Tale patologia, però, può ricollegarsi anche a delle cause genetiche, mentre in alcuni casi insorge per via di un blocco cronico che ha colpito lo scarico dei succhi gastrici.

Esiste una forma del tutto particolare e decisamente rara di pancreatite cronica, ovvero quella autoimmune, in cui tale patologia è legata ad una specifica reazione da parte del sistema immunitario nei confronti delle cellule pancreatiche.

Sintomi

Nella prima parte di tale patologia il soggetto colpito può anche non avvertire alcun tipo di sintomo o di problematica. Man mano che passa il tempo, però, la malattia può emergere con alcuni disturbi in modo specifico.

Ad esempio, il paziente avverte un dolore addominale che dura nel tempo e che insorge anche dopo qualche tempo di assenza. Il dolore, nella maggior parte dei casi, insorge subito dopo aver consumato del cibo, ma si può manifestare anche a distanza rispetto ai vari pasti della giornata.

Pancreatite cronica cause

Un altro sintomo che può comparire con grande frequenza è una difficile digestione dei cibi. Infatti, i vari alimenti arrivano fino all’intestino senza però essere sottoposti ad una corretta azione digestiva e ad un adeguato assorbimento.

Si tratta di una situazione che viene causata soprattutto per colpa di una minore concentrazione di succhi digestivi, la cui produzione da parte del pancreas si abbassa notevolmente. Di conseguenza, le feci saranno spesso poco formate, mentre nella maggior parte dei casi si presentano sotto forma di diarrea oppure con una consistenza piuttosto molliccia.

Con il passare del tempo, la scorretta digestione potrebbe anche portare facilmente alla perdita di peso del paziente. Un altro sintomo che può essere correlato con la pancreatite cronica è sicuramente rappresentato dal diabete. In poche parole, il paziente potrebbe dover subire un incremento della glicemia, ovvero della concentrazione di zuccheri all’interno del sangue. Il diabete, infatti, in alcuni casi può essere provocato proprio da una funzione pancreatica che non lavora in modo corretto. Il diabete, quindi, in quest’ultima situazione deriva dal fatto che la produzione di insulina è diminuita notevolmente e, di conseguenza, si alzano i valori della glicemia.

Diagnosi

Ci sono diversi test ed esami di laboratorio che possono tornare molto utili per giungere ad una diagnosi precisa ed affidabile. In modo specifico è importante capire quale sia la causa che porta ad una squilibrata funzione del pancreas. Senza ombra di dubbio l’esame delle feci riveste una notevole importanza, così come valutare il dosaggio dell’elastasi fecale.

Quest’ultimo è un enzima della cui produzione, di solito, si occupa il pancreas. Quando la funzione del pancreas è insufficiente, tale enzima si può rinvenire in concentrazione inferiore rispetto a quella normale. Il diabete può essere riscontrato con un esame del sangue, controllando la glicemia.

Dal punto di vista strumentale, invece, gli esami che vengono eseguiti più di frequente sono l’ecografia, la TAC e la risonanza magnetica. Questi ultimi consentono di capire meglio se siano presenti o meno delle anomalie a livello del pancreas, così come valutare i collegamenti tra il pancreas e gli organi che si trovano tutto intorno.

Altri esami che sono consigliabili per una diagnosi più accurata sono la ERCP e l’ecoendoscopia: si tratta di esami endoscopici che permettono di riscontrare delle anomalie morfologiche dei dotti del pancreas, ma al tempo stesso consentono anche di eseguire dei piccoli interventi sul pancreas, come ad esempio la collocazione corretta di una protesi.

Terapia

Nella maggior parte dei casi, la terapia è sia medica che ambulatoriale. Chi soffre di pancreatite cronica viene sottoposto ad una dieta ben precisa, che prevede in modo particolare di non bere alcun tipo di bevanda alcolica, l’assunzione di antidolorifici, degli integratori a base di enzimi pancreatici.

In alcuni casi è necessario anche iniziare un trattamento a base di ipoglicemizzanti che devono essere somministrati per via orale oppure mediante iniezioni sottocutanee. Per alcuni pazienti possono essere necessari anche degli esami endoscopici, come la sfinterotomia oppure il collocamento di protesi e, nei casi più difficili da risolvere, bisogna intervenire anche in ambito chirurgico.

L’operazione chirurgica che viene eseguita più di frequente è quella pancreatica-digiuno anastomosi: in alcuni casi corrisponde all’asportazione di una porzione del pancreas, in maniera tale da garantire un migliore flusso dei succhi pancreatici, che possono scaricarsi in maniera più efficiente. Altri interventi chirurgici che possono rendersi necessari sono la pancreasectomia distale o la duodenocefalopancreasectomia, mentre l’epatico-digiunostomia serve quando il flusso della bile è del tutto bloccato.

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