Prurito vulvare: cos’è e come si può trattare

La vulva corrisponde alla zona anteriore del perineo ed è formata dalle piccole labbra, che poi nella parte superiore vanno a riunirsi formando quella sorta di cappuccio del clitoride e grandi labbra. La vulva è una delle zone del corpo umano femminile più ricca di ghiandole sebacee e sudoripare. È da questo punto, tra l’altro, che derivano tutta una serie di secrezioni che sono causate molto di frequente dalla sudorazione oppure dall’ambiente umido. Secrezioni che poi possono sfociare in infezioni o rischi per la cute. Il prurito vulvare, quindi, è un fastidio che può comparire molto di frequente e può assumere diversi livelli. Si può ritenere acuto nel momento in cui appare e poi scompare dopo qualche giorno, si ritiene intermittente nel momento in cui si presenta ad intervalli piuttosto costanti nel tempo, mentre viene definito cronico quando la sua durata supera le sei settimane.

Quali sono le possibili cause

Tra le principali cause troviamo sicuramente elementi infettivi o parassitari, che possono provocare sia vaginiti che vulviti, che producono delle secrezioni che vanno proprio ad irritare notevolmente la vulva. Una delle cause più comuni del prurito vulvare corrisponde alla Candida albicans. Si tratta dell’infezioni più diffusa che viene provocata da dei funghi definiti miceti. Tra le altre infezioni troviamo le vaginiti da trichomonas, infezioni da Gardnerella oppure da altri tipi di patogeni. Anche la depilazione della zona vulvare può avere come conseguenza un’irritazione regionale, con la possibilità che insorga una follicolite; un’altra causa sono le condilomi, ovvero verruche che nascono per colpa di immunodeficienze acquisite. Alcuni parassiti, come ad esempio la scabbia e la pedicolosi possono portare un prurito decisamente acuto. Un’ultima possibile causa è strettamente correlata all’impiego di vestiti molto attillati e di materiali sintetico.

Come si arriva ad una diagnosi

Sia la dermatite seborroica che quella atopica si caratterizzano per non manifestarsi esclusivamente a livello vulvare. Infatti, lesioni del genere possono avvenire anche sul cuoio capelluto, così come dietro le orecchie, oppure sulle piaghe del gomito e del ginocchio. Scoprire quale sia il motivo di questo prurito è fondamentale anche per scegliere un trattamento adatto alle esigenze del paziente.

Quali sono le terapie

Ovviamente, la prima cosa da fare è quella di indagare sul motivo che ha fatto scatenare il prurito. Il secondo passo è quello di provare ad alleviarlo, in maniera tale da riportare alla normalità la superficie della vulva. Ci sono alcune regole che è meglio rispettare in queste situazioni. Ad esempio, è bene impiegare la biancheria intima di cotone bianco, ma al tempo stesso anche evitare di indossare degli indumenti molto stretti. Fondamentale anche usare dei detergenti intimi che abbiano un ph neutro. Il trattamento farmacologico cambia notevolmente se si tratta di vulvite aspecifica o di follicolite, ma anche una condilomatosi vulvare. Ad esempio, nel caso di questa ultima patologia, è suggerito l’impiego della criotermocoagulazione o del laser. Spesso per curare le follicoliti devono essere utilizzati dei detergenti antibatterici o antibiotici, mentre per la dermatosi si consiglia l’uso di creme emollienti e delle creme cortisoniche.

Il trattamento deve tenere obbligatoriamente in conto l’età della donna che soffre di prurito vulvare. Quando una normale cura non riesce a garantire dei buoni risultati, si può anche decidere di optare per l’intervento chirurgico. Ad esempio, quando ci sono delle cisti sebacee croniche provocate da delle follicoliti, l’intervento chirurgico è la soluzione doverosa. Nel caso in cui si trovasse uno stadio che precede il cancro oppure una fase iniziale di un tumore alla vulva, allora si dovrà optare per la vulvectomia, piuttosto che per la radioterapia o per la chemioterapia. Generalmente, ci sono alcune accortezze che è sempre meglio seguire per evitare che il prurito vulvare possa peggiorare e farsi ancora più intenso. Ad esempio, gli assorbenti interni dovrebbero essere usati al posto di quelli esterni, cosi come potrebbe essere sospesa anche la pillola contraccettiva. Dal punto di vista dell’alimentazione, il consiglio migliore da seguire è quello che prevede di non mangiare troppo di frequente cibi molto piccanti oppure speziati o, ancora, non esagerare con gli alimenti troppo zuccherati. In ogni caso, la prevenzione è fondamentale e, quindi, appena si avvertono i primi sintomi, è bene andare prenotare subito una visita con un dermatologo o con un ginecologo.

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