Rabeprazolo: farmaco che agisce sugli acidi prodotti dallo stomaco

Il rabeprazolo, di solito, viene prescritto dal medico curante – generalmente l’urologo – in caso di comparsa di reflusso gastroesofageo per cercare di alleviare i fastidi generati da questo disturbo, per favorire la guarigione dell’esofago e contrastare un eventuale ulteriore aggravarsi della patologia appena descritta. Inoltre, è utile assumere Rabeprazolo per affrontare anche quei disturbi caratterizzati da una produzione eccessiva di acidi da parte dello stomaco, come l’ulcera e la sindrome di Zollinger-Ellison.

In alcune circostanze l’assunzione del Rabeprazolo è associata ad altri farmaci con lo scopo di eradicare l’Helicobacter Pilory, una specie di batterio in grado di vivere all’interno dello stomaco umano per lunghi periodi anche senza causare alcun danno visibile. Ciò è possibile però solo se l’individuo affetto da questa patologia ha un organismo in equilibrio e un sistema immunitario particolarmente solido, altrimenti si corre il rischio di incorrere in patologie come la gastrite cronica e l’ulcera peptica.

Per quali motivi si soffre di reflusso gastroesofageo?

Spesso si crede che sia soltanto un eccesso di acidità a provocare il reflusso gastroesofageo, ma non è sempre così. Alla base di questo fastidioso e frequente disturbo vi sono nella maggioranza dei casi o una scarsa capacità digestiva, oppure l’insorgere di problemi come l’ernia iatale, le intolleranze alimentari o altri fattori specifici determinanti.

È molto importante, quindi, individuare il problema vero e proprio, insieme alle cause scatenanti, attraverso una visita gastroenterologica o esami mirati e indagini apposite, così da agire in maniera mirata per abolirlo e prescrivere la cura più giusta. Per questi motivi, può sempre essere d’aiuto uno stile di vita sano sia in chiave preventiva che da associare naturalmente a un’eventuale cura prescritta dal gastroenterologo.

Come assumere il Rabeprazolo

Come assumere il Rabeprazolo

Il rabeprazolo va assunto per via orale sotto forma di pillole a rilascio ritardato che devono essere ingoiate intere aiutandosi con dell’acqua; non vanno masticate e per nessuna ragione rotte.

Contro l’ulcera va preso al mattino, dopo aver fatto colazione. Il Rabeprazolo se abbinato ad altri tipi di farmaci per eradicare l’Helicobacter Pilory si assume 2 volte al giorno, a colazione e dopo cena, per un massimo di 7 giorni, fatta eccezione sotto specifica richiesta medica.

Gli effetti collaterali del Rabeprazolo

Questo tipo di medicinale può aumentare il rischio di fratture, in particolare al polso, ma anche all’anca e alla colonna vertebrale: un pericolo che corrono soprattutto quei pazienti che si sottopongono a un trattamento di rabeprazolo dai dosaggi particolarmente elevati e per periodi di tempo lunghi.

Altri possibili effetti collaterali meno gravi possono essere:

  • comparsa di nausea;
  • vomito;
  • forti mal di testa;
  • senso di costipazione;
  • comparsa di gas;
  • presenza di mal di gola.

Modalità di assunzione del Rabeprazolo

Ulteriori effetti collaterali, invece, per i quali sarebbe opportuno contattare immediatamente il medico curante o il medico che ha prescritto il rabeprazolo sono:

  • Gonfiore agli occhi, del volto, della bocca, delle labbra, della lingua o della gola;
  • Febbre;
  • Difficoltà respiratorie o difficoltà a deglutire;
  • Convulsioni;
  • Capogiri;
  • Battito cardiaco accelerato, irregolare o pesante;
  • Grave diarrea con feci acquose;
  • Mal di stomaco;
  • Orticaria;
  • Rash;
  • Vesciche o escoriazione della pelle;
  • Tremori incontrollabili;
  • Stanchezza eccessiva;
  • Spasmi muscolari;
  • Sensazione di “testa leggera”.

Quali sono le avvertenze e le controindicazioni del Rabeprazolo

Prima di intraprendere la terapia a base di rabeprazolo è bene informare il medico in caso di allergie al farmaco e ai suoi eccipienti, o a dexlansoprazolo, esomeprazolo, lansoprazolo, omeprazolo e pantoprazolo.

Vanno comunicati anche i farmaci di cui si sta facendo uso e gli integratori assunti. Non si devono escludere antibiotici, anticoagulanti, atazanavir, ciclosporina, digossina, diuretici, ketoconazolo, integratori a base di ferro e metotressato.

Oltre ai farmaci è importante informare il medico se si soffre o si è sofferto in passato di bassi livelli ematici di magnesio e di malattie epatiche.

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