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Rosolia: sintomi e cure del morbillo dei tre giorni

Che cosa è la rosolia, come si riconosce e quali sono le caratteristiche di questa infezione spesso chiamata anche “morbillo dei tre giorni”.

Aggiornato: 22 Ottobre, 2019 - Pubblicato: 29 Luglio, 2018

Argomenti trattati mostra
1 Quando consultare il dottore
2 Le cause
3 Le complicazioni
4 La prevenzione della rosolia
5 Effetti collaterali del vaccino
6 Fonti e bibliografia

Tuttavia, la rosolia è causata da un virus diverso dal morbillo e non è né infettiva né di solito così grave come il morbillo.

I segni e i sintomi della rosolia sono spesso così lievi da essere difficili da notare, specialmente nei bambini. Nel caso in cui invece i segni e i sintomi siano riconoscibili, generalmente compaiono tra le due e le tre settimane dopo l’esposizione al virus, con una durata da uno a cinque giorni.

Tra i principali rammentiamo:

  • febbre tendente a 39 gradi;
  • mal di testa;
  • naso chiuso;
  • occhi rossi infiammati;
  • linfonodi ingrossati e teneri alla base del cranio, nella parte posteriore del collo e dietro le orecchie;
  • una eruzione rosa che inizia sul viso e si diffonde rapidamente al tronco e poi alle braccia e alle gambe, prima di scomparire nella stessa sequenza;
  • articolazioni dolenti, soprattutto nelle bambine.

Quando consultare il dottore

E’ sempre opportuno rivolgersi al proprio medico se si pensa che voi o i vostri figli possiate essere stati esposti al virus della rosolia o se si vedono i segni o i sintomi sopra elencati.

Se inoltre state pensando di rimanere incinta, controllate il vostro registro delle vaccinazioni per assicurarsi di aver ricevuto quelle opportune. Se siete incinta e contraete la rosolia, specialmente durante il primo trimestre, il virus può causare dei danni al feto in via di sviluppo (la rosolia durante la gravidanza è la causa più comune di sordità congenita): meglio pertanto cercare di proteggersi contro questo virus prima di “progettare” la gravidanza.

Le cause

Le cause della rosolia
credit: stock.adobe.com

La causa della rosolia è un virus che si trasmette da persona a persona. Può diffondersi quando un soggetto infetto tossisce o starnutisce, oppure può diffondersi per contatto diretto con le secrezioni respiratorie di una persona infetta, come il muco. Può anche essere trasmesso dalle donne incinte ai loro nascituri attraverso il flusso sanguigno.

Una persona con la rosolia è contagiosa da una a due settimane prima dell’inizio dell’eruzione cutanea fino a circa una o due settimane dopo la scomparsa dell’eruzione: pertanto, una persona infetta potrebbe diffondere la malattia prima che la stessa persona realizzi di averla.

Le complicazioni

La rosolia è valutata come una lieve infezione e, una volta che si ha avuto la malattia, di solito si rimane permanentemente immuni. Alcune donne con rosolia soffrono di artrite alle dita, ai polsi e alle ginocchia, per una durata che generalmente non supera il mese. In rari casi, la rosolia può causare un’infezione all’orecchio (otite media) o infiammazione del cervello (encefalite).

Tuttavia, se siete incinta quando contraete la rosolia, le conseguenze per il vostro bambino non ancora nato possono essere gravi e, in alcuni casi, fatali. Fino all’80% dei bambini nati da madri che avevano la rosolia durante le prime 12 settimane di gravidanza, ad esempio, sviluppano la sindrome della rosolia congenita.

A sua volta, questa sindrome può causare uno o più problemi, tra cui:

  • ritardo della crescita;
  • cataratta;
  • sordità;
  • difetti cardiaci congeniti;
  • difetti in altri organi;
  • disabilità intellettuali.

Il rischio per il feto è più alto durante il primo trimestre, ma anche l’esposizione successiva alla rosolia in gravidanza può essere ritenuta pericolosa.

La prevenzione della rosolia

Il vaccino contro la rosolia viene solitamente somministrato come inoculo combinato morbillo – parotite – rosolia, che contiene la forma più sicura ed efficace. I medici raccomandano che i bambini ricevano il vaccino tra i 12 e i 15 mesi di età, e ancora tra i 4 e i 6 anni di età, prima di entrare a scuola. È particolarmente importante che le donne ricevano il vaccino per prevenire la rosolia durante le future gravidanze.

Di solito i bambini sono protetti dalla rosolia per sei – otto mesi dopo la nascita a causa dell’immunità trasmessa dalle loro madri. Se un bambino richiede protezione dalla rosolia prima dei 12 mesi di età – ad esempio, perché è sottoposto ad alcuni viaggi all’estero – il vaccino può essere somministrato a partire dai 6 mesi di età. Ma i bambini che vengono vaccinati precocemente devono comunque essere vaccinati alle età raccomandate, un po’ più tardi.

Effetti collaterali del vaccino

Effetti collaterali del vaccino contro la rosolia
credit: stock.adobe.com

Anche se purtroppo si parla sempre con diffusa preoccupazione sugli effetti del vaccino contro la rosolia, occorre tranquillizzare i genitori più ansiosi ricordando che la gran maggior parte delle persone non ha effetti collaterali dal vaccino e che solo circa il 15% delle persone sviluppa una febbre leggera, tra i sette e i 12 giorni dopo la vaccinazione, e circa il 5% delle persone sviluppa una leggera eruzione cutanea. Alcuni adolescenti e donne adulte sperimentano rigidità articolare temporaneo dopo aver ricevuto il vaccino, e una proporzione di meno di 1 su 1 milione di dosi determina una grave reazione allergica.

Negli ultimi anni, poiché il numero di bambini con diagnosi di autismo è aumentato – senza una chiara spiegazione – sono state sollevate preoccupazioni diffuse su un possibile collegamento tra il vaccino e l’autismo. Tuttavia, ampi studi condotti da alcune delle più autorevoli associazioni del mondo, comprese diverse analisi dell’American Academy of Pediatrics hanno concluso che non esiste alcun legame scientificamente provato tra il vaccino e l’autismo. Inoltre, non vi è alcun vantaggio scientifico nel separare i vaccini.

Le stesse associazioni osservano che l’autismo è spesso diagnosticato in bambini di età compresa tra i 18 e i 30 mesi: un evento che sembra far coincidere il momento della diagnosi con quello in cui i bambini ricevono il loro primo vaccino. Tuttavia, questa coincidenza in termini di tempo non dovrebbe essere confusa con una relazione causa – effetto.

Se desiderate saperne di più, vi invitiamo naturalmente a contattare il proprio medico, e ottenere tutte le più specifiche informazioni sulla rosolia, sulle sue caratteristiche e sulle sue cure per voi o per i vostri piccoli.

Fonti e bibliografia

  • Elementi di infettivologia pediatrica. Vania Giacomet, G. Vincenzo Zuccotti; Ed. Esculapio. 2014
  • Microbiologia medica. Patrick R. Murray,Ken S. Rosenthal,Michael A. Pfaller; Ed. EDRA; 2017
  • Manuale di pediatria. Tom Lissauer, Will Carroll; Ed. EDRA; 2018
Tags: Malattie infettive
Dr.ssa Roberta Gammella

Dr.ssa Roberta Gammella

Revisione scientifica e correzione a cura della Dottoressa Roberta Gammella (medico di base). Le informazioni contenute in questo articolo non devono in alcun modo sostituire il rapporto dottore-paziente; si raccomanda al contrario di chiedere il parere del proprio medico prima di mettere in pratica qualsiasi consiglio od indicazione riportata.
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