Tipizzazione linfocitaria, a cosa serve il test

L’obiettivo – attraverso specifica analisi del sangue – è dunque quello di diagnosticare ed effettuare la prognosi di malattie come leucemie linfatiche acute e croniche nelle immunodeficienze primitive e secondarie (come ad esempio nell’ipotesi di AIDS).

Cosa sono i linfociti

I linfociti sono una tipologia di globuli bianchi responsabili della risposta immunitaria del nostro organismo. Ne consegue che quando i valori dei linfociti sono generalmente superiori alle soglie di riferimento, è possibile che possa essere in corso un’attiva risposta del nostro corpo a un’infezione in corso.

Proprio per questo motivo il test risulta essere sensibilmente utile: nelle immunodeficienze primitive sarà utile per poter dimostrare la riduzione o l’assenza di determinate popolazioni di linfociti in circolazione, mentre nelle immunodeficienze secondarie, si valutano le variazioni che possono intervenire a causa di vecchiaia, infezioni virali, neoplasie, sarcoidosi, e così via. Il test sulla tipizzazione linfocitaria può dunque spingersi a comprendere quale sia la sottopopolazione linfocitaria attivata, definendo così l’antigene che i linfociti esprimono sulla propria membrana cellulare, al fine di conoscere la funzione alla quale sono preposti gli stessi.

Cosa sono i linfociti
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Valori di riferimento

I valori di riferimento dipendono dalla sottopopolazione di linfociti. Sebbene possano variare da laboratorio di analisi a laboratorio, si possono assumere come riferimenti i seguenti:

  • Tipizzazione linfocitaria singola T3 (CD3+): 72 – 92 %
  • Tipizzazione linfocitaria singola T3 (CD3+): Val/µl
  • Tipizzazione linfocitaria singola T4 Helper-Inducer (CD3+CD4+): 32 – 60 %
  • Tipizzazione linfocitaria singola T4 Helper-Inducer (CD3+CD4+): Val/µl
  • Tipizzazione linfocitaria singola T8 Suppressor-Citotossici (CD3+CD8+): 16 – 40 %
  • Tipizzazione linfocitaria singola T8 Suppressor-Citotossici (CD3+CD8+): Val/µl
  • Indice Helper/Suppressor (CD4/CD8): 0.50 – 2.60
  • Tipizzazione linfocitaria singola T Natural Killer (CD3- CD56+): 2 – 25 %
  • Tipizzazione linfocitaria B totali (CD3+ CD19+): 3 – 17 %

Tipologie di linfociti

Tipologie di linfociti
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Per quanto concerne le sigle sopra riportate, l’indicatore T3 si riferisce ai linfociti T totali, denominati linfociti CD3 poiché in grado di esprimere sulla superficie della membrana cellulare l’antigene CD3, e sono essenziali alla immunità cellulo-mediata.

L’indicatore T4 si riferisce invece ai linfociti T helper, che vengono denominati linfociti CD+3/CD4+ poiché esprimono sulla membrana cellulare l’antigene CD3, e possiedono inoltre l’antigene CD4 che conferisce ai linfociti la proprietà di stimolare o aiutare (helper) in linfociti B a produrre anticorpi.

Ancora, l’indicatore T8 si riferisce ai linfociti T8 supressor, denominati CD3+/CD8+. La loro utilità è quella di agire direttamente su virus, batteri o antigeni estranei all’organismo distruggendoli con effetto citotossico. I CD8 hanno come principale azione quella di soppressione della risposta immunitaria in contrapposizione all’azione dei linfociti CD4 (equilibrio del sistema immunitario).

Ulteriormente, i c.d. linfociti T regolatori hanno la capacità di esprimere sulla superficie della membrana cellulare gli antigeni CD4+/CD25+ che conferiscono loro una funzione regolatrice sulla produzione dei linfociti T helper o CD3+/CD4+. I linfociti B vengono altresì identificati con la sigla CD3+/CD19+, dall’antigene CD19. Il loro numero può essere utile al medico per poter valutare la loro maturità e per far diagnosi di leucemia B cronica e prolinfocitica.

Infine, l’indicatore NK si riferisce alle c.d. celluleNatural Killer”, già identificate con la sigla CD3+/CD56+. Si tratta di cellule in grado di costituire una specifica sottopopolazione di linfociti in grado di produrre citochine (in particolare interferone gamma) e sopprimere cellule infettate da virus e cellule tumorali. La loro azione è prevalentemente azione citotossica, con particolare riferimento alle proliferazioni neoplastiche e nel meccanismo di rigetto dei trapianti. Non solo: queste particolari cellule NK sono in grado di conoscere e danneggiare cellule che appartengono a diversi tipi tumorali, in particolare di origine linfoide. Pertanto, la loro rilevazione può essere utile nella nella valutazione dello stato immunitario del paziente in corso di patologie o trattamenti immunodepressivi e per verificare la reattività antirigetto in pazienti sottoposti a trapianto d’organo.

Considerata la varietà e la profondità delle valutazioni effettuabili attraverso il test della tipizzazione , per poter disporre di maggiori informazioni su questa analisi e sulla sua utilità vi consigliamo di contattare il vostro medico di riferimento, e comprendere insieme a lui come effettuare le opportune valutazioni sui risultati traibili dal test suddetto.

Fonti e bibliografia

  • ZENTIVA.
  • CDI, Centro Diagnostico Italiano.
  • Malattie del sangue e degli organi ematopoietici. Gianluigi Castoldi, Vincenzo Liso; Ed. McGraw-Hill Education; 2017
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