Tumore al pancreas: descrizione, sintomi, diagnosi e cura

Il pancreas è un organo che ha le fattezze di una pera, si trova nella zona addominale, posto in profondità. Precisamente tra la colonna vertebrale e lo stomaco. Si divide in tre parti, una, più sviluppata, denominata testa, poi quella situata nel mezzo, detta il corpo, e poi una parte che si assottiglia, chiamata coda.

La funziona principale del pancreas è la produzione di ormoni, tra i più importanti ricordiamo l’insulina che è preposta alla regolazione degli zuccheri in circolo, ed alcuni enzimi che coadiuvano l’intestino nei processi digestivi. Gli enzimi vengono veicolati attraverso dei dotti appositi che attraversano il pancreas per poi finire nei dotti biliari per essere trasportati all’intestino.

Il tumore al pancreas origina dalla proliferazione incontrollata di cellule pancreatiche, soprattutto nella testa.

Evoluzione

Le cellule del tumore al pancreas purtroppo possono diffondersi con estrema facilità ai gruppi linfonodali che son posizionati nei pressi di qualche altro organo, spesso vitale, quale può essere il fegato, oppure i polmoni, ma potrebbero anche diffondersi nella zona addominale creando metastasi quali la carcinosi peritoneale.

Un’altra caratteristica, anch’essa negativa, del tumore al pancreas è che non dà sintomi evidenti fino a quando non abbia raggiunto dimensioni ragguardevoli o abbia ostruito qualche vaso importante. Quanto sopra, unitamente alla posizione dell’organo ed alle sue interazioni con altri organi situati in addome, fanno del tumore al pancreas una delle forme neoplastiche più pericolose e di difficile cura.

La sintomatologia

sintomatologia del tumore al pancreas
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Come già sottolineato il tumore al pancreas è un tumore che quando è in fase precoce è, purtroppo, abbastanza “silente” e anche quando dia luogo a qualche sintomo, si tratta di segnali dalla natura vaga, interpretabili in modo non corretto non solo dal paziente, ma anche dai medici. Spesso, ahimè, la diagnosi corretta vien fatta quando il tumore si è già esteso ad altre zone, magari avendo già ostruito i dotti biliari.

SI perde peso ed anche la fame, si può andare incontro all’ittero e può essere dolente la parte addominale alta. Debolezza, unitamente a vomito e nausea sono in genere presenti.

Diagnosi

Se si nutre il sospetto di trovarsi in presenza di un tumore al pancreas la verifica la si può effettuare per il tramite di molti esami: TC può rilevarne anche nei dotti biliari, nel fegato o nei linfonodi, un’ecografia esterna o anche interna, attraverso il duodeno o lo stomaco. Se il paziente è itterico bisognerà controllare il lume dei dotti biliari, e, se ostruiti, verificare la presenza di un eventuale tumore e lo si può fare o con la colangiorisonanza magnetica, oppure con la colangiografia transepatica percutanea o con la colangiopancreatografia retrograda endoscopica (ERCP).

Il primo che si interfaccia con i sintomi derivanti da un possibile tumore al pancreas è certamente il medico. Quest’ultimo proverà in tutti i modi a scoprirne le cause, prescrivendo diverse esami a cui si deve sottoporre il paziente. Prima di tutto, però, procede con la visita medica. Il medico quindi, va a palpare l’addome del paziente per verificare che non risultino delle anomalie nella parte in cui si trovano pancreas, fegato, cistifellea e milza. Inoltre, verifica anche che non vi siano eventuali depositi di fluidi all’interno dell’addome. In alcuni casi, può anche controllare sia la pelle che gli occhi, con l’obiettivo di individuare i sintomi tipici dell’ittero.

L’esecuzione della TAC

La Tac è uno strumento radiografico che si caratterizza per essere connesso ad un pc. Permette di scattare varie foto con una grande precisione di dettagli al pancreas, ma non solo. infatti, consente di avere immagini dettagliate anche degli organi che si trovano vicini, nonché dei vasi sanguigni dell’addome. Nella maggior parte dei casi il paziente deve subire l’iniezione del mezzo di contrasto. Grazie a quest’ultimo si potrà vedere molto facilmente il pancreas all’interno delle immagini che sono state scattate. Il paziente dovrà bere un gran quantitativo di acqua, in maniera che lo stomaco e il duodeno possano essere ottimamente visibili. Grazie alla Tac, il medico ha la possibilità di visualizzare un possibile tumore all’addome o al pancreas.

Serve spesso anche l’ecografia

Con questo esame il medico colloca il trasduttore sull’addome e lo sposta molto lentamente. L’ecografia si basa su delle onde sono che l’orecchio non ha assolutamente la capacità di percepire. Le onde, una volta che incontrano gli organi interni, realizzano una sorta di eco. In poche parole rimbalzano indietro ritornando all’apparecchio. Ecco il modo in cui il medico ha la possibilità di visualizzare l’immagine del pancreas e di tutti i vari organi che si trovano nell’addome. L’ecografia offre la possibilità di notare possibili tumori oppure delle ostruzioni che hanno colpito il dotto pancreatico.

L’uso dell’ecografia endoscopica

Il medico provvede all’inserimento dell’endoscopio all’interno della gola, per poi farlo finire lentamente fino allo stomaco, compresa la prima parte dell’intestino tenue. Una sonda ecografica collocata all’estremo dell’endoscopio produce delle onde sonore che sono impercettibili all’orecchio umano. Le onde formano un eco rispetto ai tessuti del pancreas e di tutti gli altri organi adiacenti. Durante la fase di ritiro della sonda partendo dall’intestino, il computer svolge un’azione di elaborazione dell’immagine del pancreas che viene realizzata dall’eco degli ultrasuoni. Per merito di tale immagine c’è la possibilità di individuare la presenza di tumori. In ogni caso, consente anche di rilevare una potenziale invasione dei vasi sanguigni adiacenti da parte del tumore stesso.

Gli altri esami medici che possono essere prescritti

Certi medici possono consigliare al paziente di affrontare ulteriori esami. Si tratta, ad esempio, della pancreatografia retrograda endoscopica. Il medico porta l’endoscopia nella bocca del paziente, facendolo finire verso lo stomaco e la prima parte dell’intestino tenue. Successivamente, all’interno dell’endoscopio viene immesso anche un altro piccolo tubicino, che finisce fin verso i dotti biliari e quelli pancreatici. In seguito all’iniezione del mezzo di contrasto all’interno dei dotti mediante questo secondo tubicino, ecco che si provvede allo scatto di immagini radiografiche. Queste ultime possono consentire divedere possibili ostruzioni dei dotti, che vengono provocati da un tumore oppure ad altri tipi di disturbi. Un altro esame che può essere prescritto è la risonanza magnetica, che permette di scattare delle immagini particolarmente dettagliate all’interno del corpo umano.

Come si può curare?

Una percentuale limitata di pazienti con tumore al pancreas si riesce ad identificare quando lo stesso tumore al pancreas è ancora circoscritto, per cui la rimozione per vie chirurgiche possono avere qualche possibilità di riuscita. Però l’operazione è complessa e molto rischiosa. Esistono, però, dei centri specializzati in questo tipo di interventi.

L’operazione è diversa a seconda della parte del pancreas attaccata dal carcinoma: per la testa si interviene con la duodenocefalopancreasectomia che rimuove contemporaneamente la testa del pancreas, le vie biliari, l’ultimo pezzetto di stomaco ed il duodeno. Se il tumore al pancreas è impiantato nella coda o nel corpo si asportano direttamente queste parti, insieme alla milza, ma non intaccando organi dell’apparato digerente.

In ogni caso dopo l’intervento di rimozione, quale che sia, si rende necessaria la chemioterapia che resta l’unico mezzo a disposizione per combattere, unitamente alla radioterapia, quei carcinomi che non si è potuto operare.

Chi rischia più di altri

Per quanto concerne le età, le più a rischio sono quelle comprese tra i sessanta e gli ottanta anni, mentre è pochissimo diffuso il tumore al pancreas per le età al di sotto dei quaranta anni. Chi fuma corre un rischio tre volte superiore rispetto ai non fumatori.

L’obesità è un altro fattore di rischio, soprattutto quando il grasso si stratifica in zona addominale e se si è intolleranti al glucosio, si ha resistenza all’insulina o si soffre di diabete.

La diffusione

Sono circa diecimila le persone che annualmente si ammalano di tumore al pancreas, in Italia circa 5.500 uomini e 5.900 donne.

Non avendo conoscenza esatta delle cause di un tumore al pancreas non è facile indicare una prevenzione. Gli unici consigli che si possono dare sono non fumare e inserire nella propria dieta molta frutta e verdura. Limitare al massimo l’uso di alcol. Naturalmente se si sono avuti casi di tumore al pancreas in famiglia è bene sotto sottoporsi periodicamente a controlli sulle funzionalità di intestino, fegato e, appunto, pancreas.

Nel momento in cui viene diagnosticato un tumore al pancreas, ecco che il medico deve comprendere a che punto è arrivata la progressione della malattia. In poche parole, deve effettuare un’attenta valutazione sulla gravità della patologia per capire quale sia il trattamento migliore da svolgere sul paziente. La stadiazione, quindi, ha lo scopo di avere un quadro più preciso su vari parametri.

Tra questi ultimi troviamo le dimensioni del tumore che si trova nel pancreas, la possibile invasione dei tessuti tutt’intorno. Infine, anche una potenziale diffusione del tumore stesso in altri organi del corpo e le relative localizzazioni. Nel caso in cui il tumore al pancreas comincia a svilupparsi con delle metastasi, ecco che le cellule tumorali cominciano a penetrare anche nei linfonodi che si trovano tutt’intorno oppure nel fegato. In alcune situazioni può capitare che arrivino a penetrare fino nei polmoni, oppure finiscano all’interno dei liquidi che si trovano all’interno della cavità dell’addome.

Fonti e bibliografia

  • Le basi cellulari delle malattie onco-ematologiche. Alexis Grande; Ed. Libreria Universitaria; 2017
  • A Multidisciplinary Approach to Pancreas Cancer in 2016: A Review. Evan L Fogel; Safi Shahda; Kumar Sandrasegaran; John DeWitt; Jeffrey J Easler; David M Agarwal; Mackenzie Eagleson; Nicholas J Zyromski; Michael G House; Susannah Ellsworth; Ihab El Hajj; Bert H O’Neil; Attila Nakeeb; Stuart Sherman; American Journal of Gastroenterology; 2017
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