Urobilinogeno, un valore da tenere sotto controllo

Alle origini l’urobilinogeno viene espulso attraverso le feci, mentre una parte pari al 20% viene assorbita dal sangue e indirizzata verso il fegato, quindi espulsa attraverso la bile. Una parte di questa, non viene espulsa dal filtro epatico, ma attraverso le urine, sotto forma di urobilina, ovvero la responsabile della colorazione urinaria.

Nelle feci invece, è possibile trovare un derivato dell’urobilinogeno, ovvero la stercobilina, che anche in questo caso, proprio come per le urine, conferisce alla deiezione il tipico colore tendente al bruno.

In casi di sospetta malattia del fegato e delle urine, questa sostanza può essere controllata attraverso delle specifiche analisi. Se il soggetto avverte sintomi legati al mal funzionamento intestinale oppure epatico, deve rivolgersi tempestivamente dal propri medico,che dopo un’accurata visita medica, e le analisi delle urine, prescriverà al paziente la giusta cura medica in presenza di valori al di sopra oppure al di sotto della norma, dell’urobilogeno. L’urobilina può essere infatti, un indicatore di qualche patologia, quando viene trovata con dei valori anormali. Già una colorazione delle urine non conforme alla norma, può dare un certo tipo di indicazione.

Urina

esame urine
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Quando l’urobilogeno si presenta con valori molto alti rispetto alla media nelle urine, questo potrebbe essere la causa di importanti malattie come le lesioni alla cellule epatiche, la comparsa di epatite virale acuta o cronica, oppure epatite tossiche o cirrosi e neoplasie. Anche la distruzione dei globuli rossi e l’anemia emolitica, oppure grandi ematomi, possono far aumentare tali valori.

Può capitare che dopo aver assunto dei farmaci a base di fenotiziacinici, oppuresulfamidici o acido paramminosalicilico, si possano alterare i valori dell’urobilinogeno nelle urine, perché sono delle sostanze che vanno ad interferire con il reagente di Ehrlich.

Contrariamente a quanto abbiamo appena descritto sopra, quando si presentano situazioni di valori molto inferiori rispetto alla media dell’urobilinogeno, questa potrebbe essere la causa di una sindrome genetica ereditaria, dove manca la glocoronil-transferasi, oppure il paziente potrebbe essere affetto da ittero fisiologico se si tratta del neonato, oppure da ittero materno, o causato da un trattamento specifico che acidifica le urine, come quelli dove è presente il cloruro do ammonio oppure l’acido ascorbico.

Dopo lunghi periodi di terapie a base di antibiotici, è possibile che il valore dell’urobilinogeno tenda ad abbassarsi, perché questi medicinali causano la distruzione della flora batteriologica che si trova nell’intestino, e a sua volta il maggiore responsabile di questo abbassamento.

Bilirubina e cure mediche

La bilirubina è un derivato dell’emoglobina, ovvero una importante proteina che si trova all’interno dei globuli rossi, e che ha il compito di trasportare l’ossigeno verso i tessuti. Questa viene prodotta tramite la milza, in forma insolubile che prende il nome di bilirubina indiretta, quindi trasportata verso il fegato mediante l’albumina. Quando la molecola si trova nel fegato, questa diventa solubile in acqua, tramite la coniugazione di due molecole di acido glicuronico, e prende il nome di bilirubina diretta o coniugata.

La bilirubina diretta è idrosolubile, e come tale viene trasportata verso la bile ed incanalata nelle vie biliari, per poi accumularsi nella cistifellea e terminare nell’intestino, ovvero nel duodeno. Quando si trova nell’ileo terminale e nel colon, viene trasformata in urobilinogeno della beta-glucoronidasi batterica, e si disgiunge ad acido glicuronico e bilirubina, che a sua volta viene ulteriormente convertita in urobilinegeno, mesobilinogeno e stercobilinogeno, ovvero tutte sostanze che non hanno colore. L’urobilinogeno viene espulso attraverso le feci, sotto forma di pigmenti colorati come abbiamo accennato prima.

Avere i valori dell’urobilinogeno alti, oppure bassi, rispetto alla media, non significa avere una patologia vera e propria, ma può essere un campanello d’allarme per malattie di diverse entità. Una volta che siamo a conoscenza dei valori di questa sostanza, bisogna individuare la causa scatenante, oppure i fattori patologici che hanno alterato l’urobilogeno.

Prima di sottoporre il paziente ad una cura vera e propria, bisogna sempre tenere presente, se ci sono state interazioni con altri farmaci, che il soggetto ha somministrato nell’arco di un lungo periodo, oppure che tutt’ora sta ancora prendendo, perché molto spesso, come abbiamo accennato, possono alterare i risultati dei test, sia in eccesso, che in difetto, quindi non bisogna allarmarsi in tal caso, ma prendere provvedimenti immediati se il paziente non si è mai sottoposto a cure mediche recenti.

Fonti e bibliografia

  • Biochimica Clinica e Medicina di Laboratorio. M. Ciaccio, G. Lippi; Ed. Edises; 2018
  • Rugarli. Medicina interna sistematica. Estratto: Malattie del sistema endocrino e del metabolismo. C. Rugarli; Ed. EDRA; 2018
  • Manuale di nefrologia. Giacomo Garibotto,Roberto Pontremoli; Ed. Minerva Medica; 2017
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