“Blue zone”, il segreto della longevità: la parola ai centenari

Nella Blue zone, hanno forse scoperto il segreto della longevità? Uno studio analizza le abitudini nelle zone del mondo con più concentrazione di centenari

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Mani di persona anziana (Pixabay)

Nella Blue zone sanno che il segreto della longevità è sempre stato sotto i nostri occhi. A volte le nostre abitudini ci portano ad ignorare quelli che sono i bisogni primari dell’ organismo. La globalizzazione ci ha portato ad avere uno stile di vita frenetico e poco in linea con il corpo stesso.

Esiste una legge naturale che non dovrebbe mai essere violata ed è quella che condurrebbe ciascuno di noi, al rispetto di se stessi. Modulando attività e consuetudini, sulla base di quanto ci sia di veramente positivo per il nostro benessere psico-fisico, otterremmo solo vantaggi in termini di qualità e, perché no, di durata della vita.

Potremmo, dunque, prendere ispirazione dai molti ultra centenari che popolano la nostra terra, più nello specifico da quelle persone che fanno parte della cosiddetta “zona blu”, la cui speranza di vita è notevolmente superiore alla media mondiale.

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Blue zone, il segreto della longevità sta nelle abitudini sane

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Uomo anziano (Pixabay)

“Zona blu” è un termine coniato per identificare un’area demografica o geografica del mondo, in cui l’aspettativa di vita è estremamente alta. Nonni con il culto delle tradizioni,  le cui radici non vengono  mai accantonate. Persone che hanno plasmato lo scorrere del tempo, conducendo una vita semplice, mangiando cibo locale, coltivando forti relazioni famigliari e sociali, nutrendo la propria spiritualità, rimanendo attivi, rispettando il Pianeta e avendo sempre uno scopo nella vita.

Le aree geografiche che attualmente circoscrivono la zona blu, secondo il demografo belga Michel Poulain, ricercatore dell’università di Tallinn in Estonia, e l’epidemiologo sardo Gianni Pes dell’università di Sassari, sono:  l’Ogliastra, regione montuosa della Sardegna, l’isola di Ikaria in Grecia, la prefettura di Okinawa in Giappone, la penisola di Nicoya in Costa Rica e Loma Linda, in California. I due ricercatori hanno appurato, che i fattori genetici condizionano solamente al 20% la durata della nostra vita. L’80% coincide invece, con l’influenza dei fattori ambientali e la messa in pratica di abitudini sane.

“Più che sulla genetica, che reputo troppo deterministica e in un certo senso limitante, ho concentrato le mie ricerche sull’epigenetica: ovvero sull’impatto che l’ambiente può avere sul genoma. La relazione simbiotica tra gli individui e la loro geografia, ovvero l’ambiente in cui abitano, risiede nel corpo. La geografia lascia tracce nel nostro DNA proprio come noi lasciamo tracce nell’habitat in cui siamo immersi. Specialmente nella terza età. In altre parole, dove si vive può determinare come si invecchia” cosi ha infatti affermato Poulain.

Impariamo dalla gente della “zona blu”

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Coppia anziana balla il tango (Pixabay)

L’elisir di lunga vita, non è dunque nascosto in nessuna fiala o in un’ampolla, né tanto meno in nessun alimento o siero miracoloso. Il segreto di una vita lunga è l’armonia con se stessi e con il mondo circostante. Tra le tante cose, osservando i nonni che vivono nella zona blu, potremmo sicuramente imparare ad avere ritmi più lenti e meno frenetici, scandendo le nostre giornate con maggior naturalezza.

Potremmo fare capo ad una dieta prevalentemente vegetale, magari caratterizzata da prodotti locali, stagionali e laddove possibile, coltivati autonomamente. Potremmo riscoprire l’importanza dei legami sociali, fonte primaria di benessere per l’autostima e l’affettività. Coltivare la spiritualità: la maggior parte degli anziani intervistati nelle zone blu, dichiara infatti, di avere fede e di credere fermamente in qualcosa di più grande di noi, anche se non necessariamente fanno parte di una comunità religiosa strutturata. In ultimo potremmo mantenerci attivi fisicamente ed avere sempre un nuovo scopo nella vita, per mantenere, in barba all’età, una mente giovane ed un corpo vivace.

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“All’età di 80 anni ho deciso di realizzare il sogno di diventare una danzatrice. Sono entrata in una compagnia di danza tradizionale di Okinawa che si esibisce per i turisti. Ero molto determinata, volevo imparare a tutti i costi e ora sono la star del gruppo” (Yamashiro, 99 anni, del villaggio di Yomitan). Elisabetta Prunas

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