Personalità e declino cognitivo: gli scienziati svelano un legame inaspettato

Secondo uno studio dell’Università di Victoria esiste un legame tra alcuni tratti della personalità e il rischio di declino cognitivo.

Carattere e patologie neurodegenerative
Il legame tra declino cognitivo e personalità (Adobe Stock)

Il nostro carattere influenza molti aspetti della nostra vita, dalle abitudini alle esperienze in cui decidiamo di cimentarci. Non solo: una recente ricerca ha messo in luce un inaspettato legame tra alcune caratteristiche della personalità e la probabilità di sviluppare declino cognitivo.

Lo studio dell’Università di Victoria

Per verificare la propria ipotesi di ricerca, gli scienziati dell’Università di Victoria, in Canada, hanno elaborato un questionario.

Alzheimer e le cause scatenanti
(Adobe Stock)

Le domande sono state rivolte a un campione di 2.000 persone senza diagnosi di demenza.

Successivamente, i risultati dei test sono stati messi a confronto con le cartelle cliniche dei partecipanti, per rilevare eventuali pattern ricorrenti.

In questo modo, gli autori dello studio hanno potuto dimostrare che le persone dal carattere disciplinato sono meno propense a sviluppare forme di demenza nel corso degli anni.

Al contrario, chi ha una personalità disordinata e chiassosa risulta maggiormente esposta a questo rischio.

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I tratti della personalità presi in esame

Lo studio dei ricercatori dell’Università di Victoria si basa sull’assunto per cui il nostro carattere riflette modelli di pensiero e di comportamento in grado di influenzare l’acquisizione di uno stile di vita sano o, al contrario, poco salutare.

(Adobe Stock)

Queste abitudini quotidiane, a lungo andare, possono esporci al rischio di contrarre particolari patologie, malattie neurodegenerative comprese.

Quali sono i principali aspetti della personalità che possono avere un impatto determinante sulla durata e sulla qualità della nostra vita?

Secondo la teoria di Paul T. Costa e Robert R. McCrae, su cui gli esperti hanno basato la propria analisi, sono cinque.

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  • Introversione, che indica la misura in cui risultiamo predisposti alle interazioni sociali;
  • Amicalità;
  • Nevroticismo o stabilità emotiva, ovvero la capacità mancata  o effettiva di non lasciarsi sopraffare dalle emozioni;
  • Coscienziosità, che si riferisce all’affidabilità e al senso di responsabilità.

In particolare, secondo gli esiti dello studio, chi ha ottenuto un alto punteggio relativo al tratto caratteriale della coscienziosità è risultato meno predisposto a sviluppare patologie neurodegenerative del 22%.

Coloro che, invece, sono risultati particolarmente stabili dal punto di vista emotivo hanno dimostrato una predisposizione ridotta allo sviluppo di ansia, stress e depressione.

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