L’unico uomo al mondo con un Q.I. di 250: l’incredibile storia di William James Sidis

È considerato l’uomo più intelligente al mondo, con il Q.I. di 250, il più alto in assoluto: la storia di William James Sidis. Chi era?

Tra i tanti geni che hanno popolato il pianeta, ve ne sono alcuni quasi dimenticati dalla storia. È il caso dell’americano William James Sidis, il cui Quoziente Intellettivo era di 250, praticamente un genio. Se la media di un QI è di 100/105, le menti più brillanti della storia hanno un quoziente di molto superiore. Albert Einstein, ad esempio, aveva un QI di 160, Leonardo Da Vinci, viene stimato che avesse un QI addirittura di 190.

Primo piano di William Sidis (YouTube/Vanilla Magazine) – Inran.it

Sidis li batteva entrambi, eppure per la storia è uno sconosciuto. Nato a New York nel 1898, sin da piccolo, Sidis dimostra doti uniche. A un anno e mezzo soltanto, è in grado di leggere. I genitori, intuendo il potenziale del figlio, lo allevano leggendo saggi di psicoanalisi e cercano di stimolare il suo intelletto. Tuttavia, sin dall’adolescenza, Sidis è infelice. Inoltre, si comporta come un ribelle.

La storia di William James Sidis e il suo Q.I. il più alto nella storia

Il giovane prodigio (YouTube/Vanilla Magazine) – Inran.it

All’età di 9 anni, William conosce e parla nove lingue, a 11 anni viene ammesso all’università di Harvard. È la persona più giovane di sempre a frequentare l’università. Nella comunità scientifica si parla di lui, e tanti scienziati pensano sia il nuovo Da Vinci. Tuttavia, appena adolescente, William inizia a essere stufo del suo ambiente, la pressione che ha addosso lo soffoca.

Il ragazzo vuole solo isolarsi e condurre una vita normale. Appena laureato, all’età di 16 anni, durante un’intervista dichiara di voler vivere una vita serena, e la serenità la può raggiungere soltanto isolandosi. A 18 anni, Sidis si iscrive a Giurisprudenza, ma abbandona dopo un anno, dunque si dedica all’insegnamento, a 20 anni, che è costretto ad abbandonare per via di alcune condanne.

Sidis da ragazzino (YouTube/Vanilla Magazine) – Inran.it

Sidis, infatti, contrario alla prima guerra mondiale, manifesta il suo dissenso. Spronato dalle sue parole, molti studenti iniziano a protestare, e così viene denunciato e arrestato per “disordini e aggressione”. In carcere, William deve trascorre un anno e mezzo, ma viene liberato qualche giorno dopo grazie all’intercessione dei genitori.

Inizia a lavorare al MIT, poi inizia a svolgere il ruolo di contabile, dopodiché inizia una lunga serie di trasferimenti per tutti gli Stati Uniti, proprio perché insofferente ai luoghi di lavoro, dove la sua incredibile intelligenza emerge in ogni occasione. Non a caso, Sidis rinnega le sue doti, e così a vive on the road, scrivendo libri e svolgendo lavori umili e temporanei, tanto per guadagnarsi da vivere.

Nel 1937 denuncia il New Yorker per averlo citato e per averlo etichettato come “ragazzo prodigio”. Nel 1944 riesce a vincere la causa, ma dopo un paio di mesi muore per via di un’emorragia cerebrale. La storia di William James Sidis è rocambolesca, avvincente, e anche triste. Questo genio ha cercato per tutta la vita una certa pace interiore, una serenità che gli è sempre stata negata.

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