Quando il bambino viene mostrato troppo sui social: le conseguenze dell’oversharing

Alla scoperta del fenomeno dell’oversharing, cioè quando il bambino viene mostrato troppo sui social e le sue conseguenze.

Quando i social network non esistevano, le foto si scattavano per catturare il momento e mantenerlo impresso nella mente. Quel ricordo pori, andava gelosamente mostrato ad amici e parenti. Con l’arrivo delle piattaforme, questo concetto è un po’ cambiato: anche se il desiderio del ricordo rimane, si è affiancato quello del voler condividere la propria quotidianità.

Bambina con telefono
Bambina con telefono (Canva – Inran.it)

Il voler condividere la propria quotidianità, include i propri figli. Mentre cassette e fotografie rimangono chiusi in un cassetto, le foto digitali e pubblicate rimangono per sempre. Basta scrivere il nome di una persona su Google per trovare informazioni e la sua fotografia. Questi contenuti includono bambini  e bambine dell’era dei social che, nel frattempo sono diventati grandi, e si ritrovano la loro identità esposta quando non avrebbero voluto né potuto controllare.

Quando il bambino è mostrato troppo sui social può avere delle conseguenze

Chi è nato in un mondo dove vita reale e social media sono mescolati insieme, quasi a sembrare la stessa cosa, il bambino in futuro potrebbe risentirne. Alcuni genitori tendono a condividere troppo della vita dei propri figli: la prima foto sul vasino, mentre rigurgita eccetera. Questo aiuta a creare loro un’identità digitale fin da piccolissimi.

Foto ai neonati
Foto ai neonati (Canva – Inran.it)

Questo fenomeno prende il nome di oversharing, dove i ragazzi che stanno compiendo 20 anni si stanno rendendo conto cosa voglia dire nascere e crescere dentro ai social network. Questi sono definiti anche “figli dei social”, i quali si stanno approcciando al mondo degli adulti, dell’università con appresso anche un’identità digitale creata dai loro familiari. Questa identità, che non hanno contribuito a formare, è un bagaglio imbarazzante costruito anni e anni fa quando non c’era ancora la consapevolezza di oggi. L’idea che un bambino dia il consenso alla pubblicazione di immagini è impensabile poiché non ne ha la capacità cognitiva e non sa cosa sia internet. Tuttavia, per gioco, sono divertiti quando vedono la telecamera puntata su di loro.

Selfie di famiglia
Selfie di famiglia (Canva – Inran.it)

In questo campo devono entrare in gioco i genitori, i quali devono tutelare il più possibile l’immagine virtuale del proprio bimbo. Anzi, non creare un’identità digitale è ancora meglio. A loro non importa chi ha messo like o chi ha commentato la foto, quando saranno grandi abbastanza per capire potranno decidere per loro stessi.

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