La solitudine delle neomamme: come affrontare il vuoto sociale dettato dalla genitoralità

Avere un bambino stravolge la vita e inevitabilmente cambia la quotidianità: a risentirne sono soprattutto le dinamiche delle amicizie.

Quando una donna decide di mettere al mondo un figlio, sa già che questo avrà la precedenza su tutto, e ci mancherebbe. Un bambino stravolge la vita, cambia le abitudini di una mamma, e trasforma la sua quotidianità. La responsabilità di accudire un bimbo comporta tanti cambiamenti e tanti sacrifici, e spesso si deve mettere un pochino da parte la propria individualità, per il benessere del piccolo.

Donna al lavoro con la figlia in braccio (Canva) – Inran.it

Cambiano le necessità, e soprattutto si ha meno voglia e meno tempo di uscire e di frequentare le amicizie. Ovviamente, non si perdono i rapporti con le persone, ma questi mutano, cambiano le dinamiche dell’amicizia. Talvolta, ci si sente incompresi, ci si isola fino a perdere i contatti, e ciò non va mai bene, anche se questo atteggiamento è molto frequente.

Le dinamiche delle amicizie, stravolte dalla nascita di un bambino: cosa comporta avere un figlio

Mamma e il suo pargolo (Canva) – Inran.it

Molti definiscono l’esperienza dell’essere genitori come un’avventura solitaria. Non a caso, questa definizione rientra perfettamente nei dati forniti dall’associazione benefica Action for Children, la quale ha intervistato migliaia di neogenitori, proprio in merito alla loro vita sociale. Cosa è emerso? Che quasi il 70% si sente escluso dalla vita sociale, lasciato solo dagli amici.

In effetti, chi mette al mondo un bambino, viene un pochino escluso dal resto degli amici privi di figli, ma è un comportamento del tutto normale. Così come chi ha un bambino, tende a frequentare altre persone con figli a carico. Questo perché le esigenze sono diverse a seconda della condizione, e si hanno altre priorità. Tuttavia, a colpire, leggendo i dati, sono anche le motivazioni che determinano questa sorta di isolamento.

Gran parte dei genitori si isola e limita la vita sociale anche per mancanza di denaro. Denaro destinato soprattutto al mantenimento della famiglia, meno per gli svaghi. Altri, invece, fanno meno vita sociale per via degli orari legati a pappe, pisolini e pannolini. Diciamolo, la genitorialità mette a dura prove la vita sociale e le relazioni con gli amici.

I sacrifici legati alla genitorialità

Giovane mamma triste e annoiata (Canva) – Inran.it

Frequentare gli amici, per un genitore, diventa sempre più difficile, specialmente per i primi anni di vita del piccolo. Ma le amicizie devono continuare a essere coltivate, isolarsi e dimenticare gli altri è sbagliatissimo, perché poi si finisce per restare soli, mentre avere amici aiuta a vivere meglio. Magari si esce un po’ di meno, magari si fanno cose più tranquille, ma le amicizie non si devono scacciare mai, eppure è un errore che in tanti commettono.

Un figlio è importante, ma non è il centro del mondo, la sua vita non deve schiacciare la propria individualità, il proprio essere, e non deve compromettere le proprie passioni e i rapporti con le persone. La maternità spesso rende sole, diventare genitori ovviamente pesa più sulle donne che sugli uomini, per ovvi motivi naturali, ma anche culturali. Ad esempio, i giorni di paternità sono irrisori, rispetto a quelli di maternità, e così gli uomini non possono stare troppo a casa, lasciando le donne a occuparsi del bimbo da sole.

Un altro sondaggio, rivela che il 54% delle donne si è sentita emarginata, senza più amicizie, dopo aver partorito. In certi casi, si percepisce una sorta di vuoto sociale. Ma il vuoto sociale si può riempire, continuando a coltivare le amicizie. Certo, i primi tempi occorre farsi un po’ di forza, sacrificarsi maggiormente, rinunciando a qualcosa, ma anno dopo anno la situazione torna a stabilizzarsi. Tra l’altro, come rivela uno studio, la vita sociale aiuta a vivere più a lungo.

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