Tessuti per la pelle: la lista di quelli che ti evitano arrossamenti e prurito

I tessuti naturali risultano più salutari non solo per il pianeta, ma anche per la nostra pelle: ecco quali scegliere per evitare arrossamenti e prurito.

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Abiti piegati (Foto da Unsplash) – Inran.it

Per parlare di tessuti che risultino tollerabili per la pelle e piacevoli al tatto dobbiamo partire dalla distinzione tra tessuti naturali, tessuti artificiali e tessuti sintetici. I tessuti naturali parlano da sé: sono ottenuti dalla lavorazione di materie prime naturali di origine vegetale o animale, ad esempio cotone, lino o lana e seta. Gli artificiali sono invece una via di mezzo tra i naturali e i sintetici: la loro lavorazione prevede infatti di agire con processi chimici su materie prime di origine naturale al fine di trasformarle in filati; un esempio di tessuto artificiale è la viscosa. I tessuti sintetici, infine, derivano perlopiù dal petrolio e vengono lavorati con processi chimici, risultando molto impattanti da un punto di vista ambientale proprio per la loro stessa derivazione. Esempi di tessuti sintetici possono essere nylon, poliestere o elastan.

I tessuti migliori per la pelle: scegli le fibre naturali

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Abiti appesi (Foto da Unsplash) – Inran.it

I vari tipi di fibre presentano vantaggi e svantaggi di varia natura: alcuni risultano più economici e durevoli, altri risultano più sostenibili, altri ancora sono più tollerabili, soprattutto per chi ha una pelle delicata. E proprio su questo particolare vogliamo soffermarci: come scegliere il tessuto più giusto per la nostra pelle per evitare arrossamenti, pruriti o reazioni di intolleranza o allergia. Generalmente le fibre naturali risultano molto tollerabili: esse sono infatti traspiranti e spesso anallergiche e antibatteriche. In questo senso il cotone è l’esempio migliore, per questa ragione i capi intimi sono spesso realizzati con questa fibra naturale.

Ma attenzione, perché non sempre è sufficiente scegliere il tipo di tessuto per assicurarci tollerabilità. Molto spesso, infatti, sui filati sono presenti coloranti o sostanze residue che potrebbero creare qualche problema dal punto di vista dermatologico. Per questo motivo è un’ottima idea imparare a leggere le etichette e riconoscere le varie definizioni in esse riportare, così da farci un’idea dell’intera filiera produttiva della fibra.

Sai riconoscere le etichette?

Tra le più attendibili possiamo annoverare: Eu-Ecolabel, GOTS, OEKO-TEX e Naturtexil, che fanno riferimento agli standard europei per la produzione sostenibile di fibre. Eppure non è sempre così semplice trovare capi che rispettino questi parametri. In questo senso l’avvento del fast fashion ha influito enormemente: i brand di moda low cost, infatti, nella maggior parte dei casi fanno uso di materie prime di scarsa qualità, puntando maggiormente sull’aspetto estetico, sulla competitività dei prezzi e sul ricambio veloce dei capi di abbigliamento.

In altre parole seguono una filosofia che si basa sul seguente concetto: perché spendere risorse per fornire capi di qualità a prezzi meno allettanti per il cliente finale, quando quegli stessi abiti sono destinati a essere sostituiti con nuovi vestiti all’avvento del successivo trend di moda? Eppure questo approccio crea non pochi danni, non solo alle persone, ma anche all’ambiente!

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