Parlare più lingue diminuisce il rischio di demenza? Lo studio

Uno studio fa luce su una questione importante: gli scienziati si sono chiesti se parlare più lingue possa ridurre il rischio di demenza.

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Conoscere più lingue potrebbe ritardare i sintomi della demenza? Uno studio risponde alla domanda – Inran.it

La demenza, purtroppo, deriva da un progressivo declino cognitivo. Moltissime persone anziane soffrono di questa patologia a cui, purtroppo, non c’è cura. Sono moltissimi gli studi nell’ambito e una nuova ricerca potrebbe aiutare a prevenire e/o ritardare i sintomi della malattia.

Demenza: conoscere più lingue potrebbe essere molto positivo per contrastare questa patologia

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Coppia di anziani sorridenti – Inran.it

Secondo un recente studio, conoscere due o più lingue potrebbe avere un impatto positivo sulla salute cerebrale, ritardando il declino cognitivo di circa cinque anni. Infatti, un basso livello di istruzione è notoriamente associato ad un aumento del rischio di demenza. Sebbene sia ampiamente accettato che il bilinguismo possa ritardare i sintomi di declino cognitivo legati a malattie come l’Alzheimer, per il momento si tratta ancora di un argomento di dibattito se imparare una seconda lingua, quando si è più avanti con l’età nella vita, possa offrire gli stessi vantaggi rispetto a quando si impara da piccoli.

Diversi studi indicano che essere bilingui può ritardare di quattro o cinque anni l’insorgenza dei sintomi di declino cognitivo associati a malattie come l’Alzheimer. Sebbene il bilinguismo non protegga completamente dalla malattia, il semplice ritardare il suo insorgere può fare la differenza, specialmente considerando il fatto che non esistano cure e che non si possa guarire da questa malattia.

Uno studio del 2013, pubblicato su Neuropsychologia, ha visto la partecipazione di quasi 700 persone, di età media di 66 anni e affette da demenza. Tra queste, quasi 400 erano bilingui. Le persone che conoscevano più lingue hanno manifestato i sintomi di declino cognitivo in media quattro anni e mezzo dopo rispetto a coloro che parlavano solo una lingua. Questo vantaggio sembra essere indipendente da vari fattori come genere, occupazione, luogo di residenza e livello di istruzione.

La questione se apprendere una seconda lingua più tardi nella vita abbia gli stessi effetti positivi è ancora aperta. Le evidenze in letteratura scientifica sono discordanti, ma comunque sembra che studiare una seconda lingua, anche se si è più in là con l’età, potrebbe portare a miglioramenti nella memoria, nell’attenzione e nella ricezione delle informazioni. Senza dubbio, stimolare il cervello attraverso l’apprendimento, in generale, sembra influire positivamente sul cervello e aiuta a tardare l’insorgenza di malattie come la demenza.

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