Abbiamo scoperto in che modo il caffè aiuta a combattere i segni della vecchiaia

Il caffè come valido alleato per proteggere il cervello nel periodo della vecchiaia. Cosa dicono gli ultimi studi a riguardo

Caffè contro vecchiaia studi
Bere caffè aiuta con la vecchiaia (Inran.it)

Chi non ama il caffè? Da buoni italiani dovremmo dire tutti, ma non sempre è così. Un gusto intenso ed inconfondibile che non tutti gradiscono ma che secondo la scienza, oltre a darci l’energia e la carica per affrontare la giornata, ci aiuta a combattere anche i segni della vecchiaia.

Sono diversi, infatti, gli studi che stanno portando alla luce le “prodezze” della bevanda italiana per eccellenza. In particolare, il caffè, secondo gli ultimi risultati di alcune ricerche, oltre ad essere energizzante e a migliorare la salute in generale, sarebbe un valido alleato per il cervello proteggendolo dall’insorgenza delle malattie neurodegenerative. Ma vediamo tutto nel dettaglio.

Il caffè alleato del cervello: i benefici per prevenire alcune malattie

Caffè contro malattie neurodegenerative
Tazzina di caffè (Inran.it)

Il caffè da assumere per prevenire Parkinson, l’Alzheimer e la malattia di Huntington. Sono questi i risultati a cui sono giunti diversi studiosi di tutto il mondo. La bevanda oltre ai suoi benefici contro depressione e ansia, sarebbe anche in grado di rallentare l’insorgenza di alcune tra le più spietate malattie neurodegenerative che oggi si conoscono e per le quali non c’è ancora una cura.

Il caffè sembra essere un valido alleato del cervello in quanto migliora la memoria e la concentrazione. In merito ai benefici contro il Parkinson dati da alcuni metaboliti contenuti nella bevanda, come la paraxantina e la teofillina, ne hanno parlato gli scienziati olandesi dell’Università di Utrecht grazie ad uno studio durato ben 13 anni condotto su 184 mila persone e pubblicato di recente su Neurology. Alla stessa conclusione era arrivato anche un altro studio pubblicato sul Parkinson’s & Related Disorders.

La caffeina insieme all’attività fisica svolge un effetto protettivo sul cervello ed in particolare sui recettori dell’adenosina, sostanza che sta alla base della normale funzionalità dei neuroni, tenendo lontano l’insorgere della malattia.

Nuovi studi e dosi consigliate

Gli effetti benefici del caffè, grazie alla presenza della caffeina, chiamano in causa anche l’Alzheimer e la malattia di Huntington che sarebbero rallentate grazie all’assunzione della bevanda secondo le ultime rilevazioni eseguite dalla rivista CNS Neuroscience et Therapeutics. Attualmente sono in corso anche altri studi per valutare i possibili effetti del caffè anche sulla SLA.

Ma quanto caffè bisognerebbe bere al giorno? La dose consigliata è di 3 tazzine, massimo 4 al giorno. Se ci sono patologie croniche legate soprattutto ai disturbi gastrointestinali o in caso di gravidanza, il consumo giornaliero deve decisamente abbassarsi. Esagerare con le dose non fa altro che compromette gli effetti benefici della bevanda provocando insonnia, palpitazioni, tachicardia e ipereccitabilità.

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