Presenza eccessiva di conservanti nel prosciutto cotto: nel mirino anche marchi noti

Prosciutto cotto pieno di glutammato, nitriti e altri conservanti, i risultati del test lasciano senza parole, cosa c’è da sapere.

Il prosciutto cotto è uno degli alimenti più utilizzato dai consumatori, piace praticamente a tutti ed è per questo che si trova spesso sulla tavola. È ottimo mangiato così e viene usato per la preparazione di molte ricette, però è importante sapere che può contenere delle sostanze che non sono ottime per la salute, soprattutto quella dei bambini.

Prosciutto cotto sul tagliere
Prosciutto cotto sul tagliere, troppi conservanti (Inran.it)

Una recente indagine svolta da Salvagente ha svelato la composizione di questo alimento e sono tanti i dubbi emersi sulla sua bontà a livello nutrizionale a causa della presenza di conservanti, sodio, dolcificanti ed esaltatori di sapidità. Lo studio è stato effettuato su otto marchi e nel mirino sono finiti anche quelli più noti, ciò ha permesso di fare luce su alcuni aspetti in merito alla reale qualità e genuinità del prodotto.

Il test consente ai consumatori di fare chiarezza sugli ingredienti e sui processi di produzione del prosciutto cotto. È bene però precisare che l’indagine non include anche la valutazione del benessere degli animali. Di seguito i marchi che sono stati esaminati, si tratta di:

Beretta
Ferrarini
Rovagnati
Citterio
Negroni
Parmacotto
Vismara
Casa Modena

Quali sono i principali componenti del prosciutto cotto

Vi siete mai chiesti come è fatto il prosciutto cotto? I principali componenti di questo alimento oltre alla carne di maiale sono gli aromi, il sale e vari additivi. Tra questi quelli più diffusi sono l’ascorbato di sodio, utilizzato per l’antiossidazione e il nitrito di sodio, per la conservazione.

Prosciutto cotto nel piatto
Prosciutto cotto nel piatto, presenza eccessiva di conservanti (Inran.it)

Diversi marchi, anche quelli più prestigiosi, tra i componenti del prosciutto cotto includono anche gli zuccheri, soprattutto fruttosio e destrosio, altri invece non li aggiungono affatto. Nel processo di preparazione possono essere utilizzati anche i nitriti, il motivo? Per preservare il classico colore rosa dell’alimento e per far durare più a lungo il prodotto. Tali composti però possono causare la formazione di nitrosammine, delle cancerogene sostanze che possono formarsi quando le ammine, presenti in modo naturale nella carne, entrano in contatto con i nitriti.

L’EFSA in merito all’uso dei nitriti ha stabilito dei limiti di sicurezza molto rigidi per evitare di correre dei rischi che possono avere degli effetti negativi sulla salute. Sono state infatti fissate delle dosi giornaliere ritenute tollerabili per evitare delle eccessive esposizioni, il limite è dello 0,07 mg/kg di peso corporeo al giorno. È anche emerso che per rendere il prosciutto cotto più saporito alcuni produttori aggiungono il glutammato monosodico, c’è però chi sostiene che possa essere tossico. Anche in questo caso è stato imposto una dose giornaliera che risulta essere tollerabile per non mettere a rischio la salute, il limite è di 30 mg/kg di peso corporeo.

Quali sono i prosciutti peggiori secondo l’indagine di Salvagente

Un altro aspetto fondamentale da tenere in considerazione è la quantità di sale presente nell’alimento. L’OMS per i bambini ha stabilito che il limite massimo giornaliero che può essere consumato è di due grammi al giorno. I prosciutti che sono stati osservati con l’indagine svolta da Salvagente contengono una quantità che varia tra 1,6 e 2 grammi per ogni 100 grammi di prodotto.

Dopo aver esaminato ogni parametro due marchi sono risultati i peggiori, hanno infatti ottenuto solo quattro punti. Si tratta di Ferrarini e Vismara. Questi prodotti infatti presentano glutammato, nitrito di sodio e saccarosio.

Gestione cookie