“Mangi velocemente? Cosa svela di te”, se lo fai spesso c’è un motivo: la psicologia lo spiega

Mangiare velocemente non significa semplicemente avere molta fame. Ecco cosa si nasconde dietro questa condizione secondo la psicologia

Quante volte ci è capitato, di iniziare a mangiare e senza neanche il tempo di dire “buon appetito” che l’altra persona ha già finito. Oppure, quante volte ci è successo di aver mangiato così in fretta, che senza neanche accorgercene, il piatto era vuoto e gli altri attorno a te stavano ancora mangiando? A volte si giustifica questo comportamento con “avevo molta fame“, ma in realtà dietro questa condizione si nasconde qualcosa di più dell’appetito. Un fattore che nasconde sicuramente uno sfondo psicologico.

ragazza mangia ciambelle
Quando si mangia velocemente, c’è uno sfondo psicologico che ce lo spiega-inran.it

Spesso il nostro modo di mangiare è influenzato da fattori psicologici, di cui non ci rendiamo conto. Azioni che non riusciamo a controllare. Spesse volte ad indurci a comportarsi così è il contesto in cui viviamo, le emozioni che stiamo provando, e lo stress quotidiano. Andiamo a scoprire nel dettaglio cosa si cela in questa abitudine spesso quotidiana.

Mangi frettolosamente? Cosa si nasconde dietro questo comportamento secondo la psicologia

Lo stress, purtroppo, gioca un ruolo fondamentale nella nostra vita. Cerchiamo sempre di correre dietro ai nostri obiettivi. In questo modo non ci rendiamo conto che l’ansia sociale si riflette sulla nostra salute. E sotto stress, cambia tutto: il cervello inizia a produrre cortisolo, un ormone che aumenta la fame e ci fa desiderare cibi calorici. Non è un caso se nei momenti no tendiamo ad affondare il cucchiaio nella vaschetta del gelato. È come se il nostro corpo cercasse conforto, e lo trovasse nel cibo. Peccato che sia un conforto effimero, che rischia di trasformarsi in abitudine.

ragazza triste mangia il gelato
La psicologia ci spiega cosa si cela dietro al mangiare frettolosamente-inran.it

Mangiare sotto pressione significa spesso abbuffarsi senza realmente ascoltare il corpo. E il pasto, invece di essere un momento di nutrimento e piacere, diventa una corsa. Il risultato? Ci si alza da tavola più stressati di prima, con la pancia piena e magari anche un senso di colpa difficile da digerire. C’è poi un altro aspetto, forse ancora più profondo: l’alimentazione emotiva. Chi non ha mai cercato consolazione in qualcosa di buono da mangiare, magari dopo una giornata pesante o in un momento di tristezza? Il cibo, in quei momenti, diventa una sorta di rifugio, un modo per anestetizzare le emozioni. E funziona, almeno per qualche minuto: ci fa sentire meglio grazie al rilascio di serotonina, la cosiddetta “molecola del buonumore”.

Il problema arriva dopo. Perché questo meccanismo può trasformarsi in una trappola. Si inizia ad associare il cibo al sollievo, e ogni volta che qualcosa non va, il pensiero corre al frigorifero. È così che nasce una dipendenza psicologica, difficile da spezzare. E che spesso peggiora il rapporto con se stessi e con il proprio corpo.

Quando il cibo nasconde un disagio più grande

Non sempre si tratta solo di cattive abitudini. A volte dietro una relazione difficile con il cibo si nascondono disturbi veri e propri, come il Binge Eating Disorder, cioè il Disturbo da Alimentazione Incontrollata. Se mangiare diventa una compulsione, se capita spesso di esagerare senza fame o di provare vergogna dopo i pasti, allora è il caso di fermarsi e chiedere aiuto.

Mangiare di fretta non fa solo male alla digestione. Chi ingurgita il cibo senza masticare bene rischia, a lungo andare, di prendere peso più facilmente e sviluppare problemi intestinali. Il corpo ha bisogno di tempo per mandare al cervello il segnale di sazietà. Se si mangia troppo velocemente, quel segnale arriva quando è ormai troppo tardi.

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