Basta una firma: la scrittura come specchio della salute

La scrittura cambia prima che il corpo lo dica: ecco come grafologia e nuove tecnologie aiutano a scoprire una malattia che colpisce molti.

Nel 1888, nel suo Manual of diseases of the nervous system, Sir William Gowers scrisse una delle descrizioni più acute, per l’epoca, di quella che allora veniva chiamata paralisi agitante, oggi nota come malattia di Parkinson. Era stata segnalata ben 71 anni prima da James Parkinson, cui deve il nome che porta tuttora.

Sorprende, rileggendo oggi le sue pagine, quanto fossero moderne alcune osservazioni di Gowers. Scriveva, ad esempio: “La scrittura del paziente svela la sua malattia… ogni tratto si trasforma in uno zig-zag”. E non si limitava a notare l’alterazione, ma attribuiva grande importanza a questi segnali, tanto da servirsi di una lente di ingrandimento per cogliere i più piccoli cambiamenti grafici, proprio come facevano i celebri neurologi francesi Charcot e Bourneville.

Una penna 3D come strumento per la diagnosi della malattia di Parkinson

Colpisce pensare che, quasi centocinquant’anni dopo, quella lente sia stata sostituita da una penna avanzatissima: stampata in 3D e riempita con uno speciale inchiostro magnetico, capace di inviare impulsi a un sensore di movimento.

Quest’ultimo, elaborando i segnali tramite l’intelligenza artificiale, è oggi in grado di identificare con una precisione sorprendente, superiore al 96%, chi è a rischio di sviluppare il Parkinson, semplicemente analizzando il modo in cui scrive.

uomo con parkinson
Una penna 3D come strumento per la diagnosi della malattia di Parkinson – Inran.it

Non si tratta più solo di osservare la forma delle lettere o il tremore del tratto, ma di cogliere aspetti dinamici e profondi del gesto grafico, elementi da sempre oggetto di studio della grafologia.

Come ci ricordano i testi fondamentali della disciplina, la scrittura è un fenomeno complesso, in cui il movimento grafico traduce impulsi nervosi, tono muscolare, equilibrio psico-emotivo e stati cognitivi. È per questo che può fungere da indicatore precoce di alterazioni neurologiche.

Non a caso, già Charcot aveva individuato nella “micrografia” – la progressiva riduzione delle dimensioni della scrittura tipica del Parkinson – un segno caratteristico della malattia. Egli descriveva anche la postura della mano, con pollice e indice estesi e altre dita flesse, tipica del paziente che scrive

Oggi sappiamo che il tremore parkinsoniano inizia dai segmenti distali della mano: il pollice compie movimenti di abduzione-adduzione, mentre le altre dita si muovono in modo alterato, dando origine a quella postura che i neurologi chiamano mano dello scrivano. Questo inevitabilmente si riflette nel gesto grafico: la scrittura diventa irregolare, i tratti tremolanti, le lettere sempre più piccole e ravvicinate, spesso illeggibili nelle fasi avanzate.

Proprio per questo, la scrittura è oggi considerata una sorta di banco di prova della condizione motoria del paziente. I piccoli movimenti alternati richiesti dal gesto grafico – cambi di direzione, pause, riprese – sono infatti tra i primi a risultare compromessi nel Parkinson.

Alterazioni della scrittura: i segnali che dobbiamo saper riconoscere

Nel campo della grafologia, l’osservazione di tali alterazioni ha un ruolo importante. Non solo perché permette di riconoscere scritture potenzialmente patologiche, ma anche per distinguere fra cambiamenti fisiologici legati all’età e segni di patologie neurodegenerative. La grafologia infatti non si limita a un’analisi estetica: applica principi scientifici per valutare naturalezza, spontaneità, ritmo e qualità del tratto

ragazzo e anziano che scrivono su un foglio
Alterazioni della scrittura: i segnali che dobbiamo saper riconoscere – Inran.it

In questo contesto, la nuova penna smart rappresenta un’integrazione interessante tra tradizione e innovazione: uno strumento tecnologico che, come già fa il grafologo esperto con metodo e occhio clinico, coglie quei segnali precoci del gesto grafico che parlano della salute del sistema nervoso.

Il futuro della diagnosi e della prevenzione sembra dunque sempre più legato alla scrittura. E la grafologia, che da decenni studia proprio queste dinamiche profonde, continua a dare un contributo prezioso, oggi più che mai valorizzato anche dalle neuroscienze e dalle nuove tecnologie.

Articolo a cura della Dott.ssa Aurora De Santis, grafologa, esperta in educazione e ri-educazione del gesto grafico, grafologa dell’età evolutiva, grafologa forense dell’età evolutiva e grafologa forense e giudiziaria civile e penale, iscritta all’A.G.P. (Associazione Grafologi Professionisti) al n. 9/171.

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