Il lutto nella musica: è morto il maestro Peppe Vessicchio, tra i direttori di orchestra più amati e conosciuti, aveva parlato della sua malattia.
Un grave lutto ha colpito il mondo della musica italiana: è morto il maestro Beppe Vessicchio, celebre direttore d’orchestra e simbolo del Festival di Sanremo, dove era salito decine di volte in pedana, dirigendo numerosi big e nuove proposte in gara. Il maestro si è spento oggi all’età di 69 anni, all’ospedale San Camillo di Roma, dove era ricoverato da qualche giorno a causa di una complicazione improvvisa legata a quanto pare a una patologia pregressa.

Nato a Napoli, Peppe Vessicchio aveva iniziato la carriera collaborando con artisti come Edoardo Bennato, Peppino di Capri, Gino Paoli e molti altri. In particolare, col celebre cantautore ligure aveva firmato brani diventati dei grandi classici della canzone d’autore italiana come “Ti lascio una canzone” e “Cosa farò da grande”. Dotato anche di grandissima ironia, negli anni Settanta fece parte del gruppo comico-musicale I Trettré, ma presto si dedicò completamente alla musica.
Il legame di Peppe Vessicchio con il Festival di Sanremo
Diventato uno dei volti più amati del Festival di Sanremo, ha esordito nella kermesse canora come direttore d’orchestra a partire dal 1990, diventando anche uno dei più vincenti. Sono quattro, infatti, i big che ha diretto e portato alla vittoria finale, ovvero Avion Travel, Alexia, Valerio Scanu e Roberto Vecchioni. Premiato più volte come miglior arrangiatore, nel 2000 ricevette un riconoscimento speciale dalla giuria presieduta da Luciano Pavarotti.

Oltre a Sanremo, Peppe Vessicchio è stato direttore d’orchestra e docente nel programma “Amici di Maria De Filippi”, contribuendo alla formazione di numerosi giovani artisti. Tra i tanti nomi con cui ha collaborato, oltre a quelli già citati, ci sono Zucchero, Ornella Vanoni, Ron, Biagio Antonacci, Max Gazzè, Elio e le Storie Tese e molti altri. Nel 2017 divenne direttore artistico dello Zecchino d’Oro e nel 2018 diresse l’orchestra del progetto Rockin’1000.
La malattia di Peppe Vessicchio e le rivelazioni sull’amianto
La sua apparizione a Sanremo 2020 è stata accolta da una lunga standing ovation, simbolo del profondo affetto del pubblico: difficile per tutti era infatti immaginare, come invece avvenuto, a un festival senza di lui in pedana. Figura carismatica e amatissima, Vessicchio lascia un segno indelebile nella storia della musica italiana. Da quanto si apprende, le condizioni del maestro d’orchestra sono precipitate rapidamente, dopo il ricovero dei giorni scorsi.

In un’intervista, aveva raccontato che suo padre è stato vittima dell’amianto e si era ammalato di mesotelioma, una grave forma tumorale, lavorando in una fabbrica dove era esposto alla sostanza nociva. Vessicchio stesso ha dichiarato in un’intervista che i suoi polmoni erano “compromessi“, non chiarendo del tutto le cause. La nota dell’ospedale San Camillo conferma che la morte sarebbe legata a una patologia polmonare: “Beppe Vessicchio è deceduto per una polmonite interstiziale precipitata molto rapidamente”.





