Una cifra che farebbe comodo a molti e che ora è possibile ricevere grazie allo Stato: chi avrà subito sul conto più di 8.000 euro.
Gli aiuti dati dallo Stato sono molti e riguardano diverse categorie di cittadini, dai pensionati a chi ha un basso ISEE, dai lavoratori alle donne incinte.

In tanti, dopo il bonus elettrodomestici e le novità relative alle liste d’attesa e proroga, si stanno concentrando su un nuovo aiuto che può arrivare fino (e superare) gli 8.000 euro. Cifra che farebbe comodo a chiunque.
Bonus incredibile, lo Stato ti da più di 8.000 euro
Nell’ultimo periodo, mentre i dati sulla natalità raccontano un’Italia sempre più prudente, con poco più di 360mila nuove nascite registrate e un trend ancora discendente, è emersa una realtà diversa dalle letture pessimistiche.
Lo Stato interviene con una serie di sostegni che possono raggiungere cifre che molti non sospettano. Un nucleo familiare che accoglie un nuovo nato può arrivare a ricevere fino a 8.818 euro nel primo anno di vita del bambino, una somma che deriva dall’unione di diverse misure statali.

Questi strumenti, se conosciuti e richiesti, diventano un supporto concreto, capace di alleggerire le spese dei primi mesi, che spesso sono quelle che mettono maggiormente sotto pressione chi si trova ad affrontare il cambiamento.
Uno dei contributi più immediati è il bonus nuovi nati che riconosce 1.000 euro una tantum alle famiglie con un ISEE fino a 40.000 euro e la richiesta deve essere inviata all’INPS entro un periodo ben definito.
A questa misura si somma l’Assegno Unico, il sostegno mensile destinato a tutti i figli fino a 21 anni. Per un neonato, l’importo arriva a 301,50 euro al mese per chi rientra nella fascia ISEE più agevolata. L’elemento che incide maggiormente è la maggiorazione del 50% riconosciuta nei primi dodici mesi di vita, pensata proprio per sostenere le spese più immediate che i genitori devono affrontare.
Nell’arco del primo anno si tratta di 3.618 euro, che si aggiungono ai mille euro del bonus iniziale, creando una base di partenza già significativa.
Per alcune madri entra in gioco anche un’ulteriore forma di sostegno: il bonus mamme, riservato alle lavoratrici con almeno due figli e reddito fino a 40.000 euro. Nel 2026 salirà a 60 euro, offrendo un totale annuale rispettivamente di 480 e 600 euro. Una misura pensata per incoraggiare la permanenza delle donne nel mondo del lavoro, settore in cui troppo spesso la maternità rappresenta un ostacolo.
Un altro tassello decisivo è il bonus asilo nido, rappresenta una risorsa essenziale quando si parla di conciliazione tra vita privata e lavorativa. Le famiglie con un ISEE fino a 40.000 euro possono ricevere 3.600 euro l’anno, suddivisi in rate mensili che alleggeriscono il costo della frequenza. Questo contributo, legato direttamente ai servizi educativi, è spesso quello che fa la differenza per chi lavora e non può contare su reti familiari di supporto.
La somma che può arrivare a fare la differenza
Quando tutte queste misure vengono richieste correttamente, la cifra finale che una famiglia può ricevere nel primo anno di vita di un figlio arriva a livelli che raramente vengono comunicati con chiarezza. Un neonato può portare a un sostegno economico complessivo di 8.218 euro nelle condizioni standard, valore che cresce fino a 8.818 euro nel 2026 per le famiglie che accolgono un secondo figlio e beneficiano anche del bonus mamme.
A queste cifre possono aggiungersi ulteriori contributi regionali e comunali, che variano in base al territorio e che spesso restano inutilizzati perché poco conosciuti. Molte risorse infatti, restano bloccate perché le famiglie non sanno di averne diritto.





