Ora legale o solare? La maggior parte delle persone preferisce la prima e ora forse stanno per essere accontentati.
Sembra che l’argomento ora legale o solare scaldi parecchio gli animi, ognuno ha la propria opinione anche se a conti fatti, parrebbe che a vincere sia sempre la prima.

Oltre alle varie ragioni che si possano elargire, quella che preme di più è quella del risparmio. Cerchiamo di capire le ultime novità e a cosa porteranno.
Ora legale, resterà per sempre?
Un’idea che da anni circola come un’ipotesi lontana e che ora ritorna con una forza nuova, sostenuta da una mobilitazione popolare inattesa e da valutazioni scientifiche che stanno attirando l’attenzione del Parlamento.
Nel cuore di questo dibattito c’è una possibilità capace di incidere sui ritmi di vita, sull’economia e perfino sul benessere fisico delle persone, una possibilità che sta ottenendo un sostegno sempre più solido.

Nel giorno in cui alla Camera dei Deputati ha preso il via una nuova indagine conoscitiva, il tema dell’ora legale permanente è tornato a occupare il dibattito nazionale con una intensità che non si vedeva da tempo. A promuovere l’iniziativa sono state SIMA, Consumerismo No Profit e il deputato Andrea Barabotti, che hanno scelto di affrontare con metodo e continuità un argomento spesso percepito come marginale.
Questa volta il percorso si apre con un dato difficilmente ignorabile: 353mila firme raccolte online per chiedere la cancellazione del doppio cambio stagionale.
Il Parlamento ha deciso di analizzare ciò che questa scelta potrebbe comportare, valutando i risvolti energetici, ambientali, sociali e sanitari. L’obiettivo dichiarato è arrivare entro giugno 2026 a una proposta concreta che possa essere discussa in Aula.
I risparmi che potrebbero far cambiare idea anche ai più scettici
La parte centrale dell’indagine riguarda gli effetti energetici, che negli ultimi anni sono diventati un argomento sempre più rilevante.
Le proiezioni indicano che l’adozione dell’ora legale permanente potrebbe portare a 720 milioni di kWh risparmiati in dodici mesi, traducendosi in un beneficio economico di circa 180 milioni di euro l’anno. E non riguarderebbe solo il consumo energetico domestico, ma si estenderebbe ad attività come commercio, turismo e ristorazione.

Il cambiamento d’orario inoltre ha da sempre un impatto diretto sull’organismo umano. Il ripristino dell’ora solare, pur durando solo pochi mesi, porta a una fase di adattamento che può provocare insonnia, irritabilità e affaticamento. Gli studi più recenti mostrano un aumento di incidenti stradali e sul lavoro nei giorni immediatamente successivi al cambio d’ora, oltre a un incremento di reati commessi nelle ore serali quando il buio arriva prima.
L’idea di mantenere l’ora legale tutto l’anno viene quindi vista non solo come una questione economica o ambientale, ma anche come un modo per favorire un migliore equilibrio psicofisico collettivo.
Il percorso che prende forma
Nei prossimi mesi la Camera ascolterà specialisti, ricercatori, rappresentanti istituzionali e realtà associative che porteranno dati e valutazioni per definire un quadro completo. Il percorso legislativo sarà articolato e richiederà tempo, ma l’Italia potrebbe essere tra i primi Paesi europei a fare un passo definitivo, trasformando l’ora legale in una condizione permanente e lasciando alle spalle lo spostamento semestrale delle lancette.
Nel silenzio di un tema che per anni è stato considerato un dettaglio tecnico, oggi emerge un dibattito più profondo. E la possibilità che il Paese scelga di vivere in modo diverso la propria luce quotidiana è più concreta che mai.





