Notizie che daranno un po’ di respiro a famiglie che hanno parenti con gravi patologie o disabilità: l’INPS darà loro 3.000 euro.
Una notizia che arriva proprio vicino alla giornata internazionale delle persone con disabilità, che quest’anno aveva come tema “Promuovere società inclusive per le persone con disabilità per favorire il progresso sociale“ e nella quale anche il presidente Mattarella ha fatto un suo intervento.

L’INPS, informa che per i nuclei familiari con disabilità o gravi patologie ci saranno 3.000 euro. Sono famiglie che convivono con situazioni delicate, dove l’organizzazione quotidiana ruota attorno alla cura e alla gestione di condizioni che non lasciano molto spazio all’improvvisazione. Ed è proprio in questo scenario che si inserisce il contributo annunciato dall’INPS, una misura una tantum finanziata attraverso risorse interne, pensata per alleggerire un peso che spesso non si vede dall’esterno, ma che condiziona ogni scelta.
INPS, arrivano 3.000 euro per le famiglie italiane
Nelle pagine dell’avviso pubblicato sul portale istituzionale, emerge un quadro che punta a riconoscere un sostegno concreto ai nuclei segnati da “disabilità grave” o da “patologie gravi certificate”, condizioni che richiedono cure costanti e un’attenzione continua.
La prestazione non è universale, ma selettiva, basata sulla possibilità di costruire una graduatoria che tenga conto dell’ISEE del richiedente. E’ proprio questo indicatore a determinare l’importo, che può raggiungere 3.000 euro per i nuclei con ISEE fino a una soglia molto bassa, scendendo poi in modo graduale. Anche chi presenta domanda senza un ISEE attivo può comunque contare su un sostegno minimo pari a 500 euro.
I requisiti che guidano la selezione
Il contributo è previsto soltanto per chi è collegato alla Gestione Fondo IPOST, quindi dipendenti o pensionati di Poste Italiane ed ex-IPOST, insieme ai familiari che rientrano nelle condizioni specificate. Per accedere alla misura serve una certificazione che attesti la presenza di una condizione grave. La disabilità ai sensi della Legge 104 rappresenta uno dei canali principali, purché risultante da un verbale già registrato nei sistemi informativi dell’ente.
Quando invece si parla di patologie gravi, entrano in gioco diagnosi riconducibili a elenchi ministeriali e la certificazione deve provenire da strutture pubbliche o da medici convenzionati, con una data non troppo lontana nel tempo. E’ un requisito importante, soprattutto perché molte patologie complesse possono variare nel loro decorso e richiedere un aggiornamento costante.

Tra le condizioni citate nei riferimenti normativi si trovano patologie neurologiche come sclerosi multipla, morbo di Parkinson, oppure conseguenze di eventi cerebrali come gli esiti di ictus. Sono presenti anche disturbi metabolici e genetici, tra cui talassemie e forme drepanocitiche, senza dimenticare patologie cardiache e respiratorie severe come lo scompenso cardiaco avanzato o la BPCO.
La procedura è interamente telematica e richiede l’accesso tramite SPID, CIE o CNS, strumenti ormai indispensabili per inoltrare qualunque istanza di questo tipo. L’IBAN da indicare deve appartenere al beneficiario o essere cointestato, così da permettere una tracciabilità corretta. Alcune documentazioni, se richiesto, devono essere inviate in originale entro una data definita dal bando, spesso collegata al mese successivo alla scadenza dell’istanza.
La data che segna il termine ultimo per presentare domanda è fissata alle ore 12 del 31 dicembre, un limite temporale che costringe molte famiglie a muoversi rapidamente. Una sola domanda può essere accettata per ciascun beneficiario e nei casi in cui ne risultino più di una, viene presa in considerazione esclusivamente l’ultima arrivata. La graduatoria finale si basa sull’ISEE, e nei casi in cui due nuclei presentino valori identici, viene utilizzato come criterio il fattore anagrafico, privilegiando i soggetti più anziani.





