Capitello radiale, le cause che portano alla frattura

Dopo una caduta, si avverte un dolore molto intenso al gomito? La causa potrebbe essere legata alla frattura del capitello radiale. Il gomito è un articolazione che è formata dalla parte inferiore dell’omero (di cui fanno parte due parti come la troclea e il condilo) e dalla parte superiore delle ossa che vanno a formare l’avambraccio, ovvero radio e ulna. Il ruolo svolto dal capitello radiale è quello di permettere che l’avambraccio possa ruotare in un senso piuttosto che nell’altro.

Quali sono le cause che portano alla frattura del capitello radiale

Nella maggior parte dei casi, la frattura del capitello radiale è provocata da una caduta, in cui il soggetto a terra con il palmo della mano aperta, cercando di bloccare l’impatto con il gomito che intanto è flesso. Dal punto di vista sonoro non è sempre così intuibile questa frattura, ma la forte sensazione di dolore che sentirà il soggetto, annessa ad un’elevata instabilità del gomito, sono due indizi che fanno sicuramente una prova. Tale tipologia di frattura si verifica dal momento che il capitello radiale viene portato a scontrarsi con la parte inferiore della superficie dell’omero con grande forza e altrettanta rapidità.

In questo modo, si viene a creare una forza molto elevata che va a distruggere le superfici che formano il capitello radiale. Un’altra possibile causa della frattura al capitello radiale è rappresentata da un trauma diretto contro la superficie esterna del gomito. Si tratta di un incidente che si verifica molto di frequente durante un attività sportiva oppure dopo un sinistro in macchina.

Quali sono le cause che portano alla frattura del capitello radiale

Quali sono i sintomi

Esattamente alla stregua di tutte le altre fratture, anche quella del capitello radiale provoca un dolore molto forte. Il sintomo principale è che l’avambraccio non si può più ruotare e, di conseguenza, qualsiasi movimento del polso e del gomito è annullato. Tra i vari sintomi troviamo del rossore nella parte colpita dalla frattura, un notevole gonfiore che può essere accompagnato o meno da un ematoma derivante da stravaso ematico; una grande difficoltà a muovere sia il polso che il gomito; delle lesioni a livello dei tendini o delle capsule; una frattura potenziale dell’ulna e, infine, anche una potenziale lesione sia nervosa che vascolare.

Come si arriva ad una diagnosi

Dopo qualsiasi tipo di trauma che porta un grande dolore al gomito, è bene effettuare subito una radiografia, in modo tale da verificare la presenza di una frattura. È senza ombra di dubbio l’esame migliore per capire se ci sono dei frammenti di ossa che si sono distaccati. Con la risonanza magnetica, invece, si possono ottenere ulteriori informazioni, ma viene consigliata solamente quando ci sono diversi danni che interessano anche i legamenti e la capsula. Nei casi più gravi, è meglio effettuare anche una scansione sui diversi piani per poter capire quale sia la terapia chirurgica migliore da adottare.

I tipi di fratture al capitello radiale

I tipi di fratture al capitello radiale

In ambito ortopedico si suole distinguere quattro differenti tipi di fratture che colpiscono il capitello radiale. Si tratta della frattura semplice composta, con una sola rima di frattura; della frattura ad una sola rima, ma scomposta; della frattura pluriframmentaria e, infine, della frattura pluriframmentaria che porta anche alla lussazione del gomito. Con la prima tipologia di frattura, la terapia che viene spesso adottata è conservativa, usando il gesso e mantenendo immobilizzato il gomito. Con il secondo e il terzo tipo di frattura, invece, il trattamento è sempre chirurgico e richiede l’impiego del filo metallico oppure di placche e viti. Nel caso più grave, ovvero il quarto tipo di frattura, la terapia chirurgica prevede l’impiego di placche o viti oppure rimuovere il capitello radiale e inserire al suo posto una protesi.

Quali sono le possibili complicazioni

Anche se la frattura al capitello radiale non presenta un carattere di eccezionalità, le complicazioni spesso possono essere diverse. Ovviamente, tutto dipende dalla condizione in cui si trova la frattura. Sono i medici ortopedici che devono prendere la decisione migliore su come saldare l’intera struttura. Tante sono le problematiche legate all’intervento chirurgico, tra cui il posizionamento errato del filo metallico, una possibile infezione su placche e viti, una lesione nervosa o vascolare, una pseudoartrosi, un’ossificazione eterotopica, ovvero l’osso si sviluppa in uno spazio in cui in realtà non dovrebbe essere presente, un’artrosi seguente al trauma e, infine, una limitazione della funzionalità del gomito, connessa probabilmente ad una fisioterapia completamente errata, tale per cui il movimento non verrà mai recuperato del tutto.

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