Enterocolite: cos’è e come si può riconoscere e curare

L’enterocolite è una causa di infiammazione nel tratto digestivo. Questo disturbo colpisce in modo specifico i rivestimenti interni dell’intestino tenue e del colon, determinando una serie di sintomi pregiudizievoli nell’organismo.

Spesso confusa con l’enterite e con la colite, in realtà l’enterocolite è… un mix tra le due condizioni: l’enterite è infatti un’infiammazione dell’intestino tenue, mentre la colite è un’infiammazione del colon. Solamente quando tali condizioni sono combinate, ha luogo l’enterocolite, spesso chiamata anche come coloenterite.

Di enterocolite ne esistono diverse tipologie. Cerchiamo di analizzarle separatamente.

Enterocolite necrotizzante

Enterocolite necrotizzante

L’enterocolite è una condizione caratterizzata da un tratto digestivo infiammato. Tra le diverse tipologie, l’enterocolite necrotizzante è quella che si verifica quando l’infiammazione è accompagnata dalla morte dei tessuti nel rivestimento dell’intestino. Il problema è più comune nei bambini nati prematuramente o nei neonati che si ammalano.

La causa della enterocolite necrotizzante è per il momento sconosciuta. Alcuni medici suggeriscono che i bambini prematuri abbiano un sistema immunitario non pienamente sviluppato e siano dunque più inclini agli attacchi batterici. Altre teorie suggeriscono che una perdita di flusso sanguigno o di ossigeno alle viscere può provocare una infiammazione, in grado di essere poi portata in peggioramento a causa dell’infezione batterica. Alcuni credono invece che la sovralimentazione di un bambino possa finire con l’introdurre troppi batteri nel proprio intestino prima che siano effettivamente in grado di sostenerli.

Segni e sintomi di enterocolite necrotizzante da osservare includono:

  • addome gonfio, gonfio o scolorito;
  • feci sanguinolente;
  • diarrea;
  • vomito.

Tra gli altri sintomi, anche l’evidenza per la quale il bambino potrebbe non mangiare correttamente o non volere del cibo. L’enterocolite necrotizzante può anche produrre tipici sintomi di infezione batterica, come febbre, respiro interrotto o estrema stanchezza. L’enterocolite necrotizzante può essere fatale se non trattata. Un bambino con enterocolite necrotizzante dovrebbe dunque ricevere cure mediche immediate.

Enterocolite associata agli antibiotici

È anche possibile che i sintomi di enterocolite si manifestino dopo il trattamento antibiotico. Di norma, nell’intestino di una persona in buona salute, i batteri agiscono in senso positivo, ovvero si collocano sulla parete intestinale aiutando a digerire i cibi. Quando una persona assume antibiotici, la maggior parte di questi batteri “buoni” viene uccisa, lasciando dunque un ambiente perfetto per batteri più nocivi.

Il trattamento con antibiotici è dunque una potenziale causa di enterocolite, che si manifesterà con sintomi specifici, come diarrea acquosa e crampi.

Più dettagliatamente, i sintomi possono includere:

  • crampi e gonfiore;
  • diarrea acquosa;
  • febbre;
  • stanchezza;
  • un malessere generale;
  • forte dolore allo stomaco.

L’enterocolite associata ad antibiotici può anche progredire in un’altra forma di enterocolite chiamata enterocolite pseudomembranosa.

Enterocolite pseudomembranosa

L’enterocolite pseudomembranosa determina l’infiammazione del rivestimento dell’intestino a causa di un’infezione batterica dovuta agli antibiotici (come sopra), non trattata o peggiorata. Sintomi specifici di enterocolite pseudomembranosa comprendono diarrea acquosa persistente con un odore molto cattivo, febbre e crampi dolorosi. Questa malattia causa anche raccolte di globuli bianchi, muco e rilascio di proteine ​​dalla parete intestinale.

Enterocolite emorragica

L’enterocolite emorragica è un altro tipo di infiammazione determinata da un’infezione batterica. Alcuni ceppi del batterio Escheria coli possono infettare l’intestino, producendo una tossina che causa problemi nel corpo.

L’enterocolite emorragica causa in genere forti crampi e diarrea acquosa e sanguinolenta. Alcune persone manifestano anche la febbre. L’enterocolite emorragica può rappresentare un serio rischio se non viene trattata. Se i batteri entrano nel flusso sanguigno, infatti, l’infezione può diffondersi e interessare altri organi.

Nei casi più gravi, le persone possono sviluppare una malattia chiamata sindrome emolitico-uremica, mettendoli a serio rischio per altre condizioni, come insufficienza renale, danni ai nervi e ictus.

Sintomi comuni dell’enterocolite

Come abbiamo anticipato, i sintomi di enterocolite possono variare a seconda della persona e del tipo di enterocolite sofferta. Esistono però alcuni sintomi comuni a tutte le forme, come:

  • febbre;
  • gonfiore vicino allo stomaco;
  • nausea;
  • vomito;
  • diarrea;
  • stanchezza;
  • una sensazione generale di malessere.

Alcune persone che hanno particolari tipi di enterocolite possono presentare ulteriori sintomi, come il sanguinamento rettale.

Diagnosi dell’enterocolite

Diagnosi dell’enterocolite

La diagnosi di enterocolite può richiedere diversi test. In particolare, il medico effettuerà l’anamnesi della persona e un esame fisico. Prescriverà probabilmente vari test, come un esame emocromocitometrico completo (CBC), un test della emocoltura e un campione di feci. In alcuni casi, i medici ordinano test di imaging come scansioni TAC o risonanza magnetica, alla ricerca di segni segni di infiammazione nell’intestino e in altri marker del disturbo.

Gli ultrasuoni sono altresì piuttosto utili in alcuni casi. L’ecografia addominale consente infatti ai medici di vedere se le pareti del colon sono ispessite o se l’intestino è dilatato o pieno di liquido.

Cura dell’enterocolite

Il trattamento per enterocolite può includere l’introduzione di liquidi per via endovenosa o trasfusioni di sangue. Nei casi più gravi, può essere necessario un intervento chirurgico.

Naturalmente, ogni tipo di enterocolite richiede diversi metodi di trattamento e diverse considerazioni, che il vostro medico sarà in grado di fare in modo specifico, dopo la diagnosi. Nei casi di enterocolite ricorrente, i medici potrebbero ad esempio suggerire un trapianto di cellule fecali, andando a sostituire i microrganismi intestinali disgregati con batteri vivi prelevati da un donatore sano.

I trattamenti non includono i farmaci anti-diarrea, che invece possono peggiorare la malattia. Anche gli antibiotici sono raramente prescritti, in quanto possono promuovere l’infezione e portare a ulteriori complicazioni, soprattutto se l’enterocolite è stata causata da antibiotici. I medici possono prescrivere antibiotici, tuttavia, per prevenire la sepsi, pericolosa per la vita.

Alcuni casi gravi di enterocolite richiedono un intervento chirurgico. Si tratta però dei casi in cui coloro che ne soffrono hanno visto i tessuti nell’intestino lacerati.

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