Fosfatasi alcalina bassa: quando fegato e ossa rivelano una realtà diversa

La fosfatasi alcalina bassa è il primo campanello d’allarme di alcune patologie, molte volte serie, legate alla struttura ossea e all’apparato epatico. Le analisi del sangue prendono in esame i valori collegati a questo enzima per tenere sotto controllo eventuali anomalie e, nel caso, intervenire tempestivamente.

Solitamente i valori sono:

Bambini 0 – 1 anno, valori compresi tra 110 e 700 UI/L

Bambini 1 – 10 anni, valori compresi tra 110 e 550 UI/L

Bambini 10 – 15 anni, valori compresi tra 130 e 700 UI/L

Adulti, valori compresi tra 30 e 140 UI/L

Fosfatasi

La fosfatasi alcalina è presente nel corpo umano sotto forma di enzima e la sua funzione è fondamentale per il controllo dei livelli epatici e ossei in caso di esami del sangue. Questi ultimi sono di notevole importanza, in quanto in caso di fosfatasi alcalina bassa, valori al di sotto della norma (negli adulti tra i 30 e i 140 UI/L), evidenziano la presenza di patologie e disfunzioni anche gravi dell’apparato epatico oppure dello scheletro, come osteomalacia o anche la malattia di Paget. In generale l’enzima prende parte a molte reazioni chimiche che si vengono a creare nel fisico, concentrata soprattutto nel fegato e nelle ossa, la fosfatasi alcalina bassa, è emersa anche in rari casi di precarie condizioni igieniche e di malnutrizione.

Cause

Le cause che contribuiscono all’insorgere di patologie e di conseguenza all’abbassamento dei livelli sono diverse e portano tutte alla fosfatasi alcalina bassa. Un elenco vi darà un quadro generale delle possibili situazioni:

  • Eccesso di vitamina D
  • Scarsa nutrizione: la malnutrizione oppure una dieta troppo rigida, possono portare ad un invasivo abbassamento di alcune vitamine primarie al corretto funzionamento del corpo, quali Vitamina B6, acido folico, Vitamina C e altri tipi di nutrienti molto importanti. Con la carenza di questi componenti si verificano stadi anomali di alcalina fosfato, abbassamento dei valori naturali di zinco e fosforo.
  • Ipofosfatasia: è una malattia genetica/ereditaria caratterizzata dalla fosfatasi alcalina bassa che intacca pesantemente la mineralizzazione di ossa e di denti. L’ipofosfatasia abbraccia diverse forme, da quelle neonatali che purtroppo registrano un alto tasso di mortalità fino agli adulti, meno invasiva, dove sono caratterizzate da episodi di osteomalacia e fragilità ossea. La colpa di questa tipologia di disfunzione dell’organismo è il difettoso processo di mineralizzazione della struttura ossea che dà vita ai classici valori bassi di fosfato alcalino nel sangue, indebolendo e ammorbidendo lo scheletro, contribuendo alla formazione di arti corti o a complicanze nell’apparato respiratorio.
  • Donne in menopausa che per contrastare l’effetto dell’osteoporosi assumono estrogeni
  • Anemia aplastica: una patologia in cui i globuli rossi, bianchi e le piastrine non vengono prodotti correttamente dal midollo osseo, riducendo notevolmente il numero nell’organismo;
  • Leucemia mieloide cronica: è, purtroppo, una malattia che non presenta sintomi iniziali ma con il progredire diventa pericolosa per la vita, intacca l’individuo affetto da un’anomalia cromosomica che si manifesta nello scambio di frammenti tra i cromosomi 9 e 22. I globuli bianchi (leucociti) responsabili delle difese del corpo umano si riproducono esponenzialmente senza controllo;
  • I bambini affetti da nanismo e cretinismo: il malfunzionamento cromosomico in cui tutte le ossa subisco l’accorciamento, nonostante la colonna vertebrale non ne subisca l’influenza, provocando una crescita innaturale del corpo.
  • Malattia di Wilson: una patologia ereditaria che se presa in tempo è facilmente rimediabile, al contrario porta alla morte. Tale malattia è rappresentata da livelli tossici di rame nel fegato, nel sistema nervoso centrale e nella cornea. I sintomi presentati sono molto diversi e per questo rimangono isolati nei vari quadri clinici ma come detto precedentemente, se localizzati immediatamente è possibile intervenire senza brutte conseguenze.

Sintomi

Le prime avvisaglie che si avvertono in caso di fosfatasi alcalina bassa è il forte senso di stanchezza, stitichezza, preoccupante perdita di peso, intesa tachicardia con picchi superiori a 120 battiti al minuto, senso di ostruzione respiratoria e insofferenza verso le temperature basse (freddo).

Rimedi

La fosfatasi alcalina bassa è la conseguenza di molteplici malattie e patologie, ognuna con delle proprie caratteristiche e differenti sintomi. È quindi fondamentale una volta preso atto del problema recarsi dal personale medico che prenderà in esame il caso, procedendo con la profilassi più congeniale.

Come sempre, nei casi salutistici è assolutamente sconsigliabile prendere decisioni personali o peggio ancora affidarsi a sistemi “fai da te” aggravando la condizione. Una volta riscontrata l’anomalia la cosa sicuramente più giusta è affidarsi a mani esperte.

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