Ipocalcemia, quando nel nostro corpo c’è mancanza di calcio per diversi motivi

Quando il calcio scende al di sotto di 9 mg/dL possiamo parlare di calcemia accertata nell’adulto, oppure quando la frazione libera di calcio ionizzato scende al di sotto di 4.5 mg/dL. Tale condizione fisica provoca nel malato varie manifestazioni come la tetaniua, le parestesie ed in casi gravi convulsioni, encefalopatia ed insufficienza cardiaca. L’ipocalcemia può essere indotta da diverse cause tra le quali l’ipoparatiroidismo oppure la carenza di vitamina D o ancora le nefropatie.

L’ipoparatiroidismo nasce a causa di un deficit paratormone PTH, che a sua volta può verificarsi in presenza di malattie autoimmuni, oppure in seguito alla rimozione, oppure a danno delle ghiandole paratiroidi durante un intervento chirurgico di teroidectomia. Quando il soggetto è carente di vitamina D, questo potrebbe essere determinato da un apporto alimentare inadeguato, oppure da un ridotto assorbimento causato da altre patologie del tratto epatobiliari, oppure a causa di malassorbimento da parte dell’intestino. Tale deficit potrebbe essere causato anche da alterazioni metaboliche, come accade per esempio a seguito di alcune somministrazioni di farmaci, oppure a seguito di una sintesi cutanea ridotta, correlata con la mancanza di esposizione solare o causata dall’invecchiamento. Anche il consumo di farmaci per il trattamento dell’ipercalcemia oppure anticonvulsivanti possono indurre l’ipocalcemia.

Altre cause possibili che potrebbero determinare tale condizione fisica sono: ridotta assunzione o malassorbimento di calcio, malnutrizione, carenza di magnesio, ipoproteinemia ed ipofosfatemia acuta. L’ipocalcemia può essere determinata anche da malassorbimento oppure pancreatite, carcinoma midollare alla tiroide, rachitismo, shock settico oppure altre malattie delle ossa, come ad esempio la sindrome dell’osso affamato oppure le metastasi osteoaddensanti. Alla base dell’ipocalcemia ci possono essere anche altri fattori scatenanti che ora andremo ad elencare:

  1. Abuso d’alcol
  2. Insufficienza renale
  3. Ipertermia maligna
  4. Ipoparatiroidismo
  5. Morbo di Addison
  6. Osteopetrosi
  7. Pancreatite
  8. Sepsi
  9. Shock settico
  10. Tumore alla tiroide
  11. Gravi ustioni

Regolazione della calcemia

Ipocalcemia: regolazione della calcemia

Come abbiamo introdotto precedentemente, i valori della calcemia dipendono moltissimo dall’attività congiunta della vitamina D e dei due ormoni il primo il paratormone PTH e la calcitonina, che a loro volta modificano il deposito/rilascio di calcio nelle nostra ossa e di conseguenza anche il suo riassorbimento escrezione da parte dei reni ed il grado di assorbimento al livello enterico. Il calcio si trova nel nostri circolo sanguigno sotto due distinte forme ma che proporzionalmente sono uguali: la prima è la frazione libera ovvero il calcio ionizzato, la seconda è la frazione legata a proteine plasmatiche come l’albumina. Una volta che il cacio viene scorporato da tali proteine si attiva metabolicamente, e a sua volta il dosaggio della parte libera risulta essere più accurato nella valutazione delle condizioni cliniche dei pazienti affetti da ipocalcemia. In presenza di riduzione delle proteine plasmatiche si manifesta un aumento percentuale della frazione libera, ed è proprio per questo che i valori della calcemia totale deve assere aggiustata secondo la seguente formula, in maniera tale da potergli attribuire un significo clinico corretto:0.

Calcemia totale corretta= Calcemia totale misurata +[(4.0 – albuminemia g/L) * 0.8]

Le persone affette da ipocalcemia avvertono un aumento dell’eccitabilità muscolare con la comparsa della sindrome tetanica. Una dei principali sintomi di tale disturbo è il formicolio attorno alla bocca e torpore accompagnato da pizzicore delle dita. In presenza di ipocalcemia molto severa i formicoli si trasformano in dei veri e propriuo crampi tetanici fino a provocare le convulsioni. In condizioni gravissime insorgono palpitazioni o aritmie severe che unite al laringospasmo possono mettere in serio pericolo la vita del paziente. Se un soggetto è affetto da ipocalcemia cronica, le condizioni potrebbero precipitare in presenza di gravidanza, allattamento o stress emotivo o fisico.

Il trattamento medico si basa sulla correzione della causa che ha scatenato tale fattore. L’ipocalcemia si può correggere tramite l’assunzione di integratori alimentari a base di calcio, oppure di vitamina D da assumere almeno 30 minuti prima dei pasti principali preferibilmente con un bicchiere di latte salvo intolleranza al lattosio. L’ipocalcemia nella forma acuta deve essere curata in maniera tempestiva tramite iniezioni di cloruro di calcio oppure calcio gluconato nel primo soccorso più vicino.

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