THC nel sangue, cosa è e quanto tempo rimane

Presente in tutte le parti della pianta (soprattutto nelle foglie, mentre nei rami e nei semi la concentrazione è più bassa), è una “traccia” dell’assunzione di cannabinoidi.

Dunque, l’analisi del THC nel sangue può essere richiesta quando – ad esempio, nel caso di assunzioni – si vuole sapere se il potenziale dipendente ha fatto o fa uso di droghe. Detto ciò, cerchiamo di saperne un pò di più, e comprendere dopo quanto tempo gli effetti svaniscono.

Conoscere meglio il THC

Iniziamo con il ricordare come non esistano regole certe per far sparire tracce di THC nel sangue in breve tempo. In altri termini, proprio perchè la sostanza è sempre diversa, e le persone sono altrettanto differenti, può capitare che in alcune fattispecie possa essere sufficiente un tempo molto breve per liberarsi delle tracce di THC, e in altri casi possa invece essere necessario più tempo.

Conoscere meglio il THC
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Più nel dettaglio, a giocare un ruolo fondamentale nel modificare il ritmo di espulsione del THC nel sangue può essere il metabolismo e il grasso corporeo. E, naturalmente, la frequenza: il TCH e i suoi metaboliti rimangono infatti nel corpo anche dopo la fase psicoattiva, con la conseguenza che un utilizzo frequente di tali sostanze può causare l’accumulo di tali sostanze, fino a giungere a un livello alto e costante. Ed è proprio per questo motivo che i consumatori abituali corrono il rischio di risultare positivi a un test per molto più tempo rispetto a quanto non accade per i consumatori saltuari.

Ricordate infine che molto dipende anche dalla potenza della marijuana (l’erba forte rimarrà nell’organismo più a lungo dell’erba di qualità inferiore) e del vostro stile di vita (ma non è assolutamente vero, come vedremo, che allenarsi dopo aver fumato marijuana accelera l’espulsione).

Altri test

Nel nostro approfondimento odierno, non possiamo che rilevare come in realtà l‘esame del THC nel sangue non sia quello più adatto per poter riscontrare le abitudini di “fumatore” di cannabis del potenziale datore di lavoro. La motivazione è semplice: la presenza di THC nel flusso sanguigno svanisce mediamente dopo 1 o 2 giorni. Per questo motivo, non è possibile scoprire se la persona interessate ha fatto utilizzo di sostanze non troppo recentemente. È invece utile ricorrere a tale esame se si desidera scoprire se la persona ha fatto uso di recente di tali sostanze, magari in occasione di un evento particolare (ad esempio, un infortunio sul lavoro).

Altri test che possono arrivare a individuare l’utilizzo della droga sono quello della saliva e delle urine. Il primo è molto semplice e poco costoso, e può generalmente rilevare la presenza di uso di THC nei 3-4 giorni precedenti. Il secondo non punta a cercare la presenza di THC nell’organismo, bensì la THC-COOH, metabolita prodotta dopo aver assunto cannabis.

È infine possibile – ma i casi sono più rari – che possa essere richiesto un esame del capello, che può rilevare la positività anche fino ai sei mesi precedenti (o ancor di più!).

Come ripulirsi dal THC

Come ripulirsi dal THC nel sangue
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Ripulirsi dal THC nel sangue è piuttosto difficile, così come – d’altronde – lo è anche nelle altre ipotesi. Dunque, la soluzione più corretta per evitare di incappare in sgradite sorprese è quella più banale: evitare di fare uso di cannabis per 2-3 giorni prima del test (meglio, anche prima).

Sono invece inutili gli altri strumenti che cercano di aiutare le persone a espellere più velocemente THC. Non serve, ad esempio, sudare nelle ore successive all’assunzione di cannabis (anzi, alcune ricerche sostengono che si possa ottenere l’effetto contrario), o ancora preoccuparsi di eliminare i grassi con la dieta. Evitate anche di ricorrere a improvvisati prodotti disintossicanti, o cercare di rovinare il test del capello attraverso shampoo e soluzioni (non servono!).

Insomma, non vi è una ricetta per espellere più velocemente il THC nel sangue. Se il test fosse delle urine, alcune analisi sostengono che si possa “annacquare” la proporzione di THC attraverso diversi comportamenti che tuttavia vi consigliamo di non seguire: aumentare i livelli di creatinina, assumere 1-2 ore prima del test 50-100 mg di vitamina B2, B12 o altre vitamine del gruppo B e bere poi acqua ogni 15 minuti (per un totale di un litro), e così via.

Fonti e bibliografia

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