Tosse grassa: come interpretarla e come curarla

La tosse grassa, detta anche tosse produttiva o umida, si differenzia dalla tosse secca per la violenta espulsione dalla bocca di catarro, ovvero di un espettorato dalla consistenza densa e viscosa, assente nella variante secca. Anche se è sgradevole da sopportare, la tosse grassa non è altro che un importante strumento di difesa e di protezione per le vie respiratorie.

Nel catarro espulso ad ogni colpo di tosse grassa, vi sono centinaia di microrganismi che il corpo ha bisogno di espellere perché se trattenuti potrebbero aggravare l’infezione in corso. La tosse grassa è data dall’intasamento dei bronchi dovuto a un accumulo di muco più o meno importante.

La tosse grassa di solito viaggia spesso in compagnia dell’influenza, non a caso la maggior parte delle infezioni si manifesta con attacchi di tosse, accompagnata da febbre e da raffreddore. Questa, durante la malattia influenzale, non procede in modo costante, ma inizia di solito come tosse secca, diventando grassa e produttiva successivamente, negli stadi avanzati.

Quando compare la tosse grassa in generale si ritiene che vi sia un peggioramento dell’influenza a carico delle vie respiratorie, il corpo cerca di velocizzare la guarigione. Di solito questa tosse regredisce in qualche giorno spontaneamente, senza ricorrere a farmaci mucolitici. Solo se è necessario il medico prescriverà farmaci o terapie per alleggerire i sintomi e velocizzare la guarigione.

Cause

La tosse grassa può presentarsi anche se non c’è un raffreddore o un’influenza in corso, ma è un sintomo tipico anche di altre affezioni a carico dell’apparato respiratorio. Le caratteristiche di questo disturbo e i sintomi ad essa correlati possono fornire elementi utili per fare una prima diagnosi. Quando la tosse grassa è associata a catarro e muco abbondante è probabile che vi sia un’infezione batterica in corso. Se la tosse grassa è un’evoluzione della tosse secca, in associazione a febbre, mal di gola, cefalea e malessere probabilmente si ha una bronchite o un’influenza degenerata.

Se la tosse grassa è accompagnata, oltre che da catarro, da espulsioni sanguinolente (emottisi) filamentose è probabile che in corso vi sia una pertosse. Il paziente affetto da questa patologia manifesta prima tosse secca, anticipata da violenti colpi di tosse secca. Più difficile, ma può anche essere che l’espulsione sanguinolenta sia sintomo della tubercolosi. In questo caso ogni colpo di tosse (numerosi) è accompagnato da dolori al torace. Anche le infezioni da vermi intestinali (ascaris lumbricoides), l’asbestosi maligna, cioè una malattia provocata dall’esposizione all’amianto, l’aspergillosi e gli ascessi polmonari, possono determinare l’espulsione di sangue dalla bocca con la tosse.

Quando la tosse grassa, sanguinolenta o meno, è accompagnata da brividi, febbre molto alta, difficoltà di respirazione, fitte al petto e sudorazione eccessiva può invece trattarsi di una polmonite batterica. Se c’è un danno polmonare (enfisema), fibrosi, dispnea, affaticamento e perdita di peso si può trattare di una polmonite dovuta a ipersensibilità (oppure detta alveolite allergica estrinseca). Questa malattia è dovuta a un’ipersensibilità del polmone a seguito di esposizione a polveri organiche (fieno, escrementi animali etc.).

Cause evidenziate dalle escrezioni

Se la tosse è accompagnata da escrezioni con caratteristiche particolari si può supporre che vi siano cause specifiche per la tosse: se il catarro è caratterizzato da un odore fetido, può essere in corso una gangrena polmonare e se invece è schiumoso, roseo e sieroso ci può essere un edema polmonare. Se sembra una gelatina di ribes il paziente può avere un cancro broncopolmonare o una polmonite da Klebsiella Pneumoniae. La tosse accompagnata da escrezioni scure si può avere antracosi, una rara malattia di genere professionale legata all’inalazione prolungata di polveri di carbone.

Cura farmacologica

Il trattamento della tosse grassa prevede di stare al caldo, in modo da non peggiorare la situazione e di prendere eventualmente dei farmaci appositi. La cosa migliore sarebbe comunque lasciare guarire la tosse spontaneamente, senza soffocarla con medicinali antitussivi. Anche se è una condizione realmente fastidiosa e irritante per chi ha la tosse e per chi gli sta intorno, questi medicamenti possono infatti andare ad ostacolare la rimozione fisiologica dei batteri, imprigionati dal muco. I tempi di guarigione quindi si prolungano invece che accorciarsi. Un discorso diverso può essere fatto per la tosse secca.

Una cosa che può essere invece utile è quella di adottare dei rimedi per fluidificare il muco quando è troppo denso e viscoso e che quindi ha difficoltà a fuoriuscire dalla bocca perché si incolla alle vie aeree. I mucolitici fluidificanti in questo caso possono aiutare perché agiscono a livello delle proteine del muco andando a frantumarle. I mucolitici più utilizzati sono:

  • bromexina (contenuta nel Bisolvon Linctus)
  • acetilcisteina (Fluimucil)
  • erdosteina (Erdotin)

I mucolitici è meglio non somministrarli a bambini al di sotto dei due anni, perché in tenera età questi medicinali aumentano il rischio di ostruzione bronchiale. In alcuni casi si possono anche utilizzare espettoranti, di solito si tratta di formule a base di ioduro di potassio e di ipecacuana. Se viene diagnosticata un’infezione batterica, oltre ai mucolitici, sarà necessario seguire una terapia antibiotica specifica prescritta dal medico.

Gli antibiotici possono indebolire il sistema immunitario, quindi meglio assumere alimenti che rafforzino l’organismo naturalmente: yogurt con fermenti lattici vivi o probiotici.

Bibliografia e credit

  • Medicina Interna. Compendio essenziale per la pratica clinica. Gerd Herold; Ed. Monduzzi Editoriale; 2015
  • Harrison Principi di Medicina interna. Dennis L. Kasper Anthony S. Fauci Dan L
  • Malattie infettive. Mauro Moroni,Roberto Esposito,Spinello Antinori; Ed. Edra Masson
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