Sesta malattia: sintomatologia, durata e terapie

Conoscete la sesta malattia, le sue caratteristiche, i suoi sintomi e le terapie per poterla fronteggiare correttamente? Forse si… soprattutto se avete avuto la sfortuna di affrontarla, o di assistere qualche familiare che ne è stato “vittima”.

La sesta malattia porta infatti con sé una febbre piuttosto alta per alcuni giorni, seguita, poi, da un’eruzione esantematica. L’eruzione sulla pelle si manifesta, quindi, solo dopo che è scomparsa la febbre, e trascina i sintomi di questa condizione patologica per qualche altro tempo, generando nuovi fastidi e qualche preoccupazione che però, nella maggior parte dei casi e con le giuste terapie, rientra in maniera piuttosto rapida.

Alla base di questa malattia possono esservi due distinti virus: l’herpes virus umano (HHV) di tipo sesto ed anche, a volte, quello di tipo settimo. Tali 2 virus sono appartenenti alla medesima famiglia e vengono comunemente chiamati virus dell’herpes simplex (HSV): contrariamente a quanto si possa pensare, i singoli virus che sono alla base della sesta malattia non sono la medesima causa dell’herpes alle labbra né di quello alle zone genitali (i cui herpes determinanti sono comunque dei parenti dei primi).

La sintomatologia

Occupiamoci ora dei sintomi legati alla formazione della sesta malattia. Iniziamo con il dire che il periodo di incubazione dura all’incirca nove giorni, anche se in realtà il periodo di incubazione può variare in maniera notevole, da due a quindici giorni.

Il bimbo che viene colpito dalla sesta malattia manifesta tipicamente una piccola affezioncella delle vie respiratorie, cui fa seguito uno stato febbrile che può quasi sfiorare i quaranta gradi, per durare su per giù una settimana: una condizione che intuibilmente può generare evidente preoccupazione nei genitori, che si trovano dinanzi a un bambino con uno stato febbrile molto incisivo e persistente.

Ma non solo: durante il periodo dell’innalzamento della temperatura corporea il bimbo può infatti manifestare stati di irritabilità o di nervosismo. Inoltre, può manifestare una vistosa diminuzione della sua fame ed un gonfiore alle ghiandole (linfonodi) del collo. Un mix che genera un sensibile timore da parte dei genitori, generalmente ricondotto in una condizione di maggiore ordinarietà nel momento in cui si recano (spesso, disperati!) dal pediatra, per poter avere la diagnosi della patologia.

Da non dimenticare (e porre attenzione!) che il repentino innalzamento della temperatura corporea può essere causa di convulsioni dovute, appunto, allo stato febbrile. Le convulsioni da aumento troppo veloce della temperatura corporea sono un fenomeno che affligge all’incirca il 10 – 15% dei bambini colpiti dalla sesta malattia.

Ancora possiamo annoverare fra i sintomi:

  • la perdita di coscienza, temporanea;
  • spasmi o, comunque, gestualità violenta e non controllata al viso, gambe e/o braccia.
  • i controlli dello sfintere ed anche, a volte, quello della vescica vengono persi.

La prima fase dei sintomi della sesta malattia è sicuramente quella che genera le maggiori preoccupazioni nei genitori, visto e considerato che l’innalzamento della temperatura è rapido e può raggiungere picchi piuttosto insistenti.

Dopo mediamente una settimana lo stato febbrile ha termine, anche in maniera improvvisa (nell’arco di 1 giorno, o 2 giorni), lasciando il posto, però, a una nuova gamma di sintomi, il cui principale è sicuramente quello più noto, legato ad una eruzione esantematica di colore rosa / rosso, piatta o con vescicole rialzate che, a partire dal tronco del piccolo paziente, si diffonde a mano a mano su tutto il suo corpicino. Le eruzioni cutanee così colorate cambiano il loro tono in biancastro allorquando vengano toccate, ed ogni singolo puntino può essere dotato di un alone attorno ad esso. I posti d’elezione per le eruzioni cutanee della sesta malattia sono le gambe, le braccia, il viso ed il collo.

La sesta malattia è contagiosa?

Una delle domande più frequenti che ci si pone dinanzi alla comparsa della sesta malattia è se questa patologia sia contagiosa o meno. Ebbene, non ci sono grandi dubbi: la sesta malattia è una condizione molto contagiosa ed utilizza come veicolo d’infezione le gocce dei liquidi che provengono dalla gola e dal naso delle persone ammalate. Le gocce che veicolano il virus vengono espulse, talvolta anche violentemente, anche con i gesti più comuni, il parlare o il ridere, ma soprattutto con i colpi di tosse e gli starnuti. Ne deriva che stare vicino a un malato della sesta malattia comporta elevati rischi di essere contagiati, visto e considerato che è sufficiente un semplice starnuto per poter entrare in contatto con il virus che ha fatto scaturire la patologia.

DI norma il contagio avviene per il tramite di quelle persone che, nonostante abbiano già contratto la sesta malattia, non ne hanno avuto ancora i sintomi per cui non sono neanche a conoscenza del fatto di essere già ammalati. Quando scompare la febbre, dopo ulteriori 24 ore il soggetto non viene più considerato contagioso.

Come prevenire la sesta malattia

Ma si può prevenire la sesta malattia? Esistono delle iniziative pratiche e sicure che è possibile porre in essere per cercare di non incappare nelle ripercussioni di un contagio da sesta malattia?

Purtroppo, al momento non è possibile conoscere dei metodi per prevenire il contagio ad opera della sesta malattia. Poiché la sesta malattia affligge più che altro i bambini e molto raramente gli adulti, si è portati a pensare che la contrazione della malattia quando si è ancora bambini, possa produrre un certo grado di immunità per il futuro. E’ vero che ci son stati casi in cui uno stesso individuo ha contratto la sesta malattia più di una volta, ma son casi così rari che non fanno statistica.

Quanto dura?

Compiendo una piccola sintesi delle riflessioni che sopra abbiamo avuto modo di compiere in maniera più approfondita, segnaliamo come la sesta malattia abbia una durata di circa dieci giorni ma, nei casi meno aggressivi, anche meno. La febbre (ovvero, la prima fase della sesta malattia) può infatti persistere per un periodo compreso fra i tre giorni e una intera settimana, mentre l’eruzione cutanea (che contraddistingue la seconda fase della malattia) può durare anche solo poche ore, sebbene più comunemente duri almeno 1-2 giorni.

Trattamento

Ma cosa si può fare quando si è ammalati di sesta malattia o, più frequentemente, quando il proprio piccolo bambino è ammalato di sesta malattia?

Come opportuna cautela dovrebbe suggerire, la prima cosa da fare è sicuramente quella di rivolgersi al pediatra di riferimento, che andrà a compiere una corretta anamnesi, di certo il primo passo per la diagnosi, che precede un esame fisico ben approfondito. La diagnosi spesso non è particolarmente certa se non si attende il calo della temperatura e la comparsa dell’eruzione cutanea, ma un buon medico potrà certamente accendere qualche “lampadina” sulle motivazioni che spingono il piccolo a stare così male.

Ad ogni modo, spesso quello che il pediatra richiederà di fare ai genitori – proprio in attesa che compaia l’eruzione cutanea che possa accertare l’effettivo stato di sesta malattia – è “temporeggiare”. La malattia in questione infatti generalmente non richiede trattamenti farmacologici, se si eccettuano quei medicinali che il pediatra riterrà probabilmente come utili e indispensabili per poter ridurre lo stato febbrile e dunque dare un maggiore sollievo al bambino, che apparirà particolarmente sofferente e irrequieto. Poiché la sesta malattia è veicolata da un virus e non da un batterio, i trattamenti antibiotici non devono venir utilizzati, in quanto inutili e potenzialmente dannosi.

Se invece non si preferisce utilizzare i farmaci anti-febbrili, è possibile riporre la propria attenzione nei confronti dei rimedi più utilizzati, quelli cosiddetti “della nonna”, e cioè quelli che possono apportare un sollievo al piccolo con la febbre alta. Vi consigliamo comunque di parlarne con il pediatra: è possibile che anche il medico possa suggerirveli e, in ogni caso, vi saprà dire se scientificamente possono risultare concretamente efficaci per gli obiettivi che volete raggiungere. Per quanto invece concerne i medicinali, quelli più consigliati possono essere l’Efferalgan o la Tachipirina (paracetamolo) o il Nureflex e l’Antalfelbal (ibruprofene).

Tra gli altri accorgimenti che è suggeribile porre in essere figura anche la reidratazione del piccolo paziente, sicuramente fondamentale: bisogna pertanto incoraggiare il bambino a bere liquidi (acqua), e magari sciogliere all’interno della bevanda delle soluzioni che contengono elettroliti, appositamente create per i bimbi: Idravita, Humana, Dicodral, sono solamente alcune delle più note e utilizzate. Anche il brodo può andar bene e se il bimbo allatta ancora al seno, l’allattamento non deve venir interrotto.

E’ necessario l’intervento del pediatra?

Nel caso la sesta malattia abbia reso il vostro bambino apatico, oppure nei casi in cui egli si rifiuti di bere, oppure ancora se la febbre non passa neanche con i farmaci sopra indicati, allora è certamente il caso di sottoporlo ad una visita pediatrica. Le convulsioni, invece, richiedono un immediato ricovero di pronto soccorso.

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