Ribosio: uno zucchero ergogenico e ricostituente

Il ribosio è un monosaccaride della famiglia dei pentosi, costituito quindi da cinque atomi di carbonio chiusi che formano un anello con i gruppi ossidrili girati verso destra. A temperatura ambiente il ribosio (o D-ribosio) ha un aspetto polveroso, è bianco ed è solubile in acqua. Al gusto questa sostanza è dolce. La struttura di questo zucchero gli permette di legare (con un legame di tipo B-glicosidico) una base azotata, dando luogo così ad un nucleoside, con gruppi fosforici, favorendo così la sintesi di nucleotidi, che sono preziosi per l’organismo.

Il ribosio è una sostanza che in natura si trova in tutte le cellule e quindi in parte anche in vari alimenti, anche se non vi è un alimento che contenga alte concentrazioni di questo zucchero. Il ribosio viene generato direttamente dal corpo umano e solitamente in un quantitativo sufficiente a soddisfare il fabbisogno giornaliero, questo grazie alla conversione a partire dal glucosio, molto più presente in natura. In concomitanza con la trasformazione del glucosio in ribosio, il corpo genera anche altri equivalenti riducenti utilissimi per l’organismo grazie alle loro proprietà antiossidanti.
In commercio vi sono tuttavia degli integratori di ribosio, per i quali la generazione del ribosio è data da bioreattori a base di lieviti e o batteri e ottenuta con l’utilizzo di sciroppo di granturco come substrato. Quest’ultimo raffinato e trattato fornisce infatti un ottimo grado di purezza. La purezza del prodotto è ottenuta grazie alle tecniche di estrazione e raffinazione, ma molti studi hanno dimostrato che spesso le contaminazioni di zuccheri differenti dal ribosio sono ben presenti in questo prodotto.

A che cosa serve

Il ribosio è una sostanza della quale il nostro corpo ha necessità per il mantenimento dell’omeostasi delle cellule e dei tessuti e per diverse reazioni sia energetiche e metaboliche che di natura plastica. Proprio per questo motivo il ribosio come integratore alimentare ergogenico e ricostituente è molto utilizzato in particolare in ambito sportivo. In particolare, questo zucchero dal punto di vista chimico, nell’organismo è fondamentale per

  • La produzione di energia: ovvero la conversione dei pentoso fosfati in metaboliti intercalati nella via neoglucogenica, attraverso una fase non ossidativa. Metaboliti tra l’altro utili quando si è in una fase di digiuno o quando aumenta la richiesta energetica.
  • La sintesi di ATP, un ribonucleotide importante per i processi nei quali viene liberata energia attraverso la sua idrolisi.
  • La sintesi di aminoacidi, come l’istidina, la glutammina, il glutammato, la prolina e l’arginina, che sono elementi preziosi sia a livello strutturale che a livello metabolico.
  • La sintesi proteica e la duplicazione cellulare, per la produzione dello zucchero necessario per la sintesi poi degli acidi nucleici.
  • La regolazione dello stato di ossidoriduzione delle cellule, fondamentale per la protezione cellulare dalla stimolazione lesiva determinata dalle specie che sono reattive all’ossigeno.

Benefici di un’integrazione di ribosio

C’è una differenza nei benefici dall’assunzione del ribosio se preso dalla persona normale, anche se si tratta di uno sportivo, e dal paziente affetto da patologie manifeste.
Il ribosio porta vantaggi al cuore, in particolare sembra rafforzare la pompa cardiaca e migliorare la salute cardiovascolare in generale, tuttavia tutto questo è vero se l’integratore viene assunto da una persona cui è stato messo un bypass arterioso o se ha subito danni ischemici del miocardio o se ha un’insufficienza cardiaca. Un soggetto in piena salute non trae vantaggi al cuore se non ha alcuna patologia.
Allo stesso modo, il ribosio migliora la condizione del muscolo scheletrico e ne aumenta l’energia qualora vi sia una fibromialgia, ma è insignificante il suo apporto ergogenico se il soggetto è sano. Il ribosio non migliora le prestazioni sportive, è un integratore da coniugare ad una cura. Il suo utilizzo in ambito sportivo andrebbe valutato, in base alla dieta dell’atleta e al suo stato di salute.

Effetti collaterali e controindicazioni

Il ribosio in dosaggio eccessivo, o se il soggetto è inadeguato a ricevere un determinato apporto, può dare luogo a ipoglicemia, iperuricemia, a iperuricosuria, a dolori all’addome, crampi, nausea, diarrea. L’assunzione del ribosio è sconsigliata se il soggetto è sensibile al principio attivo e se sta seguendo una terapia ipoglicemizzante. In gravidanza e in allattamento è sconsigliata l’assunzione di un integratore di ribosio e in caso di soggetti affetti da diabete, obesità, iperglicemia, iperuricemia è opportuno si consulti prima il proprio medico.

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