Dragoncello: caratteristiche, utilizzi e vantaggi

Conosci il dragoncello? È una spezia piuttosto conosciuta nella cucina italiana, che può essere ricavata dalla pianta Artemisia dracunculus e che può essere fruita con frequenza grazie alle sue caratteristiche nutrizionali di rilievo, e ai benefici che è pronta a regalarti: il dragoncello possiede infatti importanti proprietà digestive e depurative e, grazie alle sue specificità antisettiche naturali, può anche essere un pratico rimedio contro alcuni fastidi come il mal di gola e il mal di denti.

Cerchiamo dunque di conoscerlo meglio, cominciando da una breve panoramica della pianta dalla quale è tratta la spezia, per poi affrontare proprietà e benefici, valori nutrizionali e utilizzi in cucina.

Cos’è il dragoncello

Come abbiamo già anticipato, il dragoncello è una particolare spezia tratta dalla pianta Artemisia dracunculus. Conosciuto anche come “estragone” o come “erba dragona”, è una pianta erbacea perenne, che appartiene alla famiglia delle Asteracee, e che è originaria dell’Asia centrale. Tuttavia, è oggi diffusa in maniera ricorrente in tantissime altre parti del mondo, Italia compresa.

Esteticamente i fiori della pianta sono facilmente riconoscibili: appaiono infatti di piccola dimensione, con un colore verde – giallo, e con infiorescenze che richiamano alla mente la tipica forma della pannocchia. Le foglie della pianta sono invece di un brillante colore verde smeraldo, di spessore piuttosto sottile.

Ad ogni modo, il dragoncello pur essendo una pianta piuttosto omogenea, ci permetterà di distinguere almeno due varietà differenti. E potrebbe essere utile sapere che la scelta che andrai a fare comporterà delle concrete variazioni negli utilizzi della stessa!

Possiamo infatti innanzitutto annotare la presenza del dragoncello russo o siberiano, una pianta dalla maggiore resistenza, più “forte” ma con un sapore altresì meno deciso. Dall’altra parte, troviamo il dragoncello francese, che ha invece come caratteristica principale quella di presentare foglie di colore più scuro, più delicate, e altresì più aromatiche.

Caratteristiche del dragoncello

Grazie a una crescente diffusione nel nostro mercato, le caratteristiche del dragoncello sono oggi ben note: si tratta infatti di una spezia che ha delle riconosciute proprietà digestive, tanto che è sufficiente realizzare un semplice infuso di foglie di questa pianta, da assumersi dopo i pasti principali, per poter favorire la corretta digestione e per poter eliminazione la sensazione di pienezza e di gonfiore addominale.

Oltre alle sue proprietà digestive, il dragoncello è anche un potente antisettico naturale. Potrà pertanto essere utile per poter alleviare il mal di gola e le infiammazioni del cavo orale.

Per quanto invece concerne il suo aroma, il sapore del dragoncello è piuttosto aromatico e tendenzialmente pungente (sebbene dipenda dalla varietà di pianta prescelta). Proprio per questo motivo può essere considerato anche come sostituto del sale. La spezia esalterà comunque la sapidità dei piatti, ma senza le conseguenze negative dell’assunzione del sale.

Tra le altre proprietà riconosciute a questa pianta, ricordiamo anche la sua capacità di favorire la depurazione dell’organismo. La spezia stimola la diuresi, e contrasta l’inappetenza (utile pertanto anche nei periodi influenzali).

Valori nutrizionali del dragoncello

Stando ai valori nutrizionali riconosciuti, 100 g di dragoncello equivalgono a 295 kcal.

La composizione nutrizionale prevede altresì la presenza di 22,77 g di proteine, 50,22 g di carboidrati, 7,24 g di grassi, 7,4 g di fibre alimentari, 62 mg di sodio. Non sono presenti colesterolo e alcol.

Ricette con il dragoncello

Come abbiamo già avuto modo di rammentare, il dragoncello ha un sapore aromatico e pungente. A seconda delle varietà della pianta può assumere un retrogusto un po’ amaro. Molto dipende altresì dal trattamento che subisce la pianta. Se il dragoncello viene essiccato, infatti, è possibile che perda buona parte del suo sapore originario. Di contro, se il dragoncello è consumato fresco conserverà buona parte del suo aroma originale, che si manifesterà nella vostra bocca in maniera piuttosto intensa.

Ad ogni modo, anche in questo caso non possiamo non rammentare come tutto sia una questione di gusti. Alcune persone preferiscono il dragoncello essiccato proprio perché ha un sapore più delicato, mentre altre desiderano aver a che fare solamente con quello fresco.

Per queste ultime, consigliamo di conservare le foglie di dragoncello e tenerle dunque pronte all’uso nel momento dell’occorrenza. Sarà sufficiente tritarle e, nel caso in cui non si utilizzino subito, congelarle versandole nei contenitori per il ghiaccio e coprendole d’acqua.

Detto ciò, ti ricordiamo che il dragoncello può essere utilizzato al posto di altre spezie (magari, anche meno salutari) per poter insaporire piatti a base di uova, di carne o di pesce, o ancora verdure come patate, pomodori, asparagi e cipolle. In ogni caso, il risultato sarà gradevolissimo al palato e, soprattutto, riuscirete a disporre di tutti i benefici di questa pianta conseguendo altresì un ottimo vantaggio in termini di sapore.

Se poi preferite, potete scegliere di aggiungere le foglie fresche del dragoncello a insalate. Ancora, potete utilizzare la spezia per preparare delle salse, o ulteriormente per poter aromatizzar e il burro e l’aceto.

Perché il dragoncello si chiama così

Molte persone si domandano perché questa spezia si chiami così. Effettivamente, non ci sono delle motivazioni univoche, e in diverse parti d’Italia sono altrettanto differenti le “giustificazioni” per questa particolare denominazione. Alcuni ritengono che il nome di “piccolo drago” derivi dalla particolare forma delle radici, mentre altre persone ritengono che il dragoncello si chiami in questo modo perché anticamente veniva utilizzato per favorire la guarigione dai morsi dei serpenti velenosi.

Una leggenda toscana rivela invece come la spezia derivi il proprio nome da una vicenda che ha come protagonista una ragazza senese innamoratasi di un dragone (o, meglio, un soldato a cavallo) durante l’occupazione napoleonica.  Un giorno, scuotendo gli stivali dalla finestra, il soldato fece cadere dei semi in un vaso che la ragazza teneva sul davanzale. Da quel vaso nacque appunto una piantina profumata che la ragazza chiamò dragoncello, in ricordo del proprio amato.

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