Febbraio, perché vale la pena festeggiare: feste e tradizioni

Febbraio è alle porte ed è un mese davvero ricco di feste e tradizioni. Vediamo dunque quali sono le occasioni migliori per festeggiare.

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Febbraio sul calendario (Pixabay)

In questa epoca piena di dubbi e incertezze qualsiasi momento è buono per festeggiare e per tirarci su di morale. Ecco perché potrebbe essere utile sapere ciò che il mese di febbraio è in grado di offrire per viverlo a pieno e nel migliore dei modi.

Secondo mese dell’anno per il calendario gregoriano, durante questo mese si svolgevano diversi rituali di purificazione. Ecco perché il suo nome deriva dal termine latino februltus che significa letteralmente “rimedio agli errori”. Oltre a questi riti ve ne erano altri legati agli usi e costumi dei contadini, le cui origini sono davvero molto antiche.

Nel calendario romano antico questo mese non era nemmeno presente. Secondo i Romani, infatti, l’inverno era un periodo dell’anno che non era scandito da mesi. Fu Numa Pompilio ad aggiungerlo successivamente al calendario uniformandolo con l’anno solare. Vediamo dunque quali sono le festività e le tradizioni più diffuse in Italia.

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Feste e tradizioni del mese di febbraio

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Febbraio e i suoi frutti (Pixabay)

Mese invernale per eccellenza ma durante il quale cominciano ad affiorare i primi cenni della primavera, questo mese veniva chiamato dagli antichi Sassoni “mese del fango” proprio per questo motivo. La terra, infatti, riprende vita piano piano grazie al disgelo che avviene proprio durante questo mese.

Per i contadini questo era infatti un mese di riposo perché la compagna offriva solo poca frutta e verdura. Solamente verso la fine del mese di poteva cominciare a iniziare la potatura degli alberi da frutto, ma solo se il tempo lo consentiva. Ecco perché febbraio veniva visto dai contadini come un mese di attesa e di speranza in vista della primavera. Tale considerazione la si può ritrovare in alcuni detti con cui si esprimevano le difficoltà quotidiane a cui i contadini dovevano far fronte: “Febbraiuzzo peggio di tutto” oppure “Febbraio corto e amaro”.

Febbraio è il mese più corto con soli 28 giorni (29 negli anni bisestili), ma nonostante ciò viene inaugurato già al secondo giorno con la festa cristiana della Candelora. Durante questa festa si celebra l’arrivo di Maria al tempio dopo 40 giorni dal parto. Durante questo periodo, secondo la credenza, la donna veniva considerata impura. Le origini di questa festa sono però molto più antiche e risalgono all’antica Roma. Durante questo periodo, infatti, si celebravano i Lupercalia, i cosiddetti giorni della purificazione che equivalgono all’attuale quaresima. Durante questi giorni le donne erano solite girare per le strade della città con simboli di luce in mano, come lampade e ceri accesi.

Altre feste sono, tra quelle più importanti, la festa di San Biagio, la festa di Sant’Agata, San Valentino, il Carnevale e l’Androgino di Sartiglia. La festa di San Biagio si celebra il 3 febbraio in onore appunto del santo. Secondo la leggenda questo martire guarì miracolosamente un bambino che rischiò di soffocare a causa di una lisca di pesce. Da questo episodio divenne il martire protettore della gola ed è proprio per questo che in tale data si celebra il rito della “benedizione della gola” con due candele incrociate.

A tal proposito, a Milano durante questo giorno c’è anche la tradizione di mangiare l’ultimo pezzo di panettone rimasto dalle festività natalizie come rito propiziatorio contro il raffreddore e i mali della gola. Segue poi la festa di Sant’Agata a Catania che dura ben tre giorni, dal 3 al 5 febbraio. Durante questa festa Catania si prepara per onorare sant’Agata, la Vergine e Martire della città. Ciò avviene portando in giro per la città un fercolo d’argento con dentro le reliquie della Santa.

Inutile parlare di San Valentino e Carnevale che conosciamo bene tutti. Concentriamoci sull’ultima festa che anima questo mese, ossia l‘Androgino di Sartiglia. Durante questo giorno, che coincide con l’ultima domenica del mese e il martedì grasso, a Oristano si organizza una corsa equestre che trae origine dagli antichi tornei cavallereschi militari. Questa corsa consiste nel tentativo da parte dei cavalieri di centrare il bersaglio appeso a un nastro verde sfidando la sorte.

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Durante questa manifestazione sono di grande importanza le massajeddas. Sono donne che trasformano il capo della corsa in una figura androgina (da qui il nome della festa) attraverso un rito di vestizione. Personaggio enigmatico, questa figura ha il compito di entrare il contatto con il divino sfidando la sorte in questa corsa che non è altro che un rito propiziatorio per una buona annata e per garantire il benessere della comunità.

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