Nuovo studio sulle cause dei brufoli e il ruolo dei fibroblasti

Un nuovo studio sulle cause dei brufoli, ha rilevato un legame tra gli sfoghi acneici e i fibroblasti, cellule della pelle, attivate dall’azione batterica

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Pelle acneica (Pixabay)

L’acne è un’infiammazione dei follicoli pilosebacei che si manifesta con la comparsa del cosiddetto brufolo. Inizialmente si formano i comedoni (Punti neri) ed in seguito pe pustole (Brufoli).  Può succedere, nei casi meno lievi, che si formino dei noduli o delle cisti. L’acne non è un disturbo grave, ma una sua concentrazione particolarmente aggressiva ed irritata, può portare a cicatrici ed inestetismi permanenti.

Altrimenti detta acne volgare, essa può essere il prodotto di un’elevata azione ormonale (principalmente in età adolescenziale) con una conseguente ed ingente produzione di sebo, dovuta all’ingrossamento delle ghiandole sebacee. Può essere causata inoltre, da squilibri ormonali o da fattori esterni come l’igiene, l’inquinamento ambientale, i disordini di alimentazione e soprattutto, lo stress.

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Il  nuovo studio sulle cause dei brufoli: fibroblasti e cellule adipose

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Acne (Pixabay)

Un nuovo studio pubblicato su Science Translational Medicine,  è stato condotto effettuando la biopsia su campioni di pelle, di persone soggette all’acne. Questi ultimi erano, liberi dall’uso di trattamenti o farmaci per la cura dei brufoli, per almeno 90 giorni prima dello studio. Si è sempre pensato che la causa prima della formazione dell’acne volgare fossero i follicoli piliferi. Giocano invece un ruolo primario anche i cosiddetti fibroplasti. Questi ultimi sono le cellule, che naturalmente, compongono il tessuto connettivo e che formano e mantengono la struttura della pelle stessa.

Se attivati da batteri noti come “cutibacterium acnes”, si può assistere all’insorgere di un’ “adipogenesi reattiva”, ovvero alla trasformazione dei fibroplasti in cellule adipose e alla formazione di sfoghi acneici . Successivamente a ciò, il processo agevola il rilascio di catelicidina (un peptide contenente antimicrobici).

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Richard Gallo, un dermatologo dell’Università della California a San Diego e uno degli autori dello studio, spiega: “Questi risultati possono trasformare il modo in cui trattiamo l’acne”. Gallo aggiunge: “In precedenza, si pensava che i follicoli piliferi fossero i più importanti per lo sviluppo dell’acne. In questo studio, abbiamo esaminato le cellule al di fuori del follicolo pilifero e abbiamo scoperto che avevano un effetto importante sul controllo dei batteri e sullo sviluppo dell’acne”. (Elisabetta Prunas)

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