Vivere 15 secondi nel passato: il meccanismo di stabilizzazione del cervello

Il cervello è un organo in grado di farci fare cose straordinarie, come ad esempio farci vivere nel passato per 15 secondi: si tratta di una tecnica di stabilizzazione delle informazioni. Vediamo insieme in che cosa consiste.

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Cervello (Pixabay)

Il cervello è l’organo che ci permette continuamente di recepire e rielaborare informazioni, oltre a coordinare tutti i nostri movimenti e controllare il pensiero, la memoria e il linguaggio.

Sempre in funzione, il cervello è stimolato da input provenienti dal mondo esterno, che deve rielaborare al fine di stabilizzare e rendere comprensibile ai nostri occhi tutto ciò che vediamo.

Dunque è solo attraverso questo processo che noi siamo in grado di capire ciò che accade intorno a noi. Altrimenti tutto sarebbe  solamente una somma indistinta di forme, movimenti e colori. Ma in che modo il cervello mette in atto questo meccanismo? Lo ha spiegato un recente studio.

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Come funziona la tecnica di stabilizzazione del cervello

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Cervello (Pixabay)

Il cervello è un organo che ha una grande responsabilità: deve essere in grado di gestire tutti gli input visivi che riceve in modo tale da farci comprendere ciò che osserviamo. In molti si sono interrogati su come il cervello metta in atto questo meccanismo e questo interrogativo rimane ancora aperto.

Recentemente sono però stati fatti alcuni passi avanti grazie a uno studio realizzato dall’Università di Aberdeen insieme all’Università di Berkeley e pubblicato sulla rivista The Conversation. Questa ricerca, effettuata da Mauro Manassi dell’Università di Aberdeen e David Whitney dell’Università di Berkeley, in California, ha messo in luce una tecnica in grado di spiegare in che modo opera il cervello in questo senso.

Secondo gli studiosi il cervello, per stabilizzare ciò che osserviamo, non analizza gli input visivi uno alla volta, ma fa una media di ciò che abbiamo visto negli ultimi 15 secondi. E per farlo, in un certo senso ci fa vivere al passato per questo margine di tempo.

In questo modo il cervello sintetizza costantemente ciò che osserviamo e allo stesso tempo ci permette di interagire con il mondo esterno. Ecco perché tendiamo a non accorgerci dei minimi cambiamenti che accadono sotto i nostri occhi, perché ciò che vediamo non è altro che una media di tutte le informazioni che il cervello ha recepito negli ultimi 15 secondi.

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A seguito di questa ricerca che ha coinvolto centinaia di partecipanti, la conclusione dei ricercatori è la seguente: “Il cervello è come una macchina del tempo che ci porta continuamente indietro di 15 secondi”.

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