Malattie neurodegenerative: scoperto un modo rapido di diagnosticarle

Le malattie neurodegenerative, come Alzheimer e Parkinson, sono molto diffuse e temute ma dall’Italia arriva un metodo rapido per diagnosticarle.

Alzheimer e Parkinson
Neuroni (Pixabay)

Quando si parla di malattie neurodegenerative si fa riferimento principalmente al morbo di Alzheimer e al Parkinson. Si tratta delle patologie più diffuse che portano a un declino cognitivo. Ad ogni modo, ogni forma di demenza ha un rischio elevato di comparire in una persona di età avanzata, ma non sono da escludere casi al di sotto dei 60 anni.

I numeri degli ultimi anni indicano che questo tipo di malattia si sta diffondendo a macchia d’olio e molto rapidamente nelle persone. In base agli studi e alle ricerche eseguite negli ultimi tempi si stima che questi numero potrebbero addirittura triplicare nel prossimo decennio. È un dato che crea allarme nella comunità scientifica che cerca ogni giorno di far presente i fattori di rischio e guidare le persone alla prevenzione.

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Negli ultimi mesi, tuttavia, un gruppo di ricercatori italiani ha messo a punto un nuovo modo di poter fare una diagnosi precisa e soprattutto precoce, in modo da poter intervenire immediatamente per rallentare lo stato di demenza. Non c’è una cura definitiva, ma intervenire tempestivamente potrebbe fare la differenza.

Malattie neurodegenerative: il modo di diagnosticarle rapidamente

Nuove scoperte per curare la demenza
Persona in difficoltà (Adobe Stock)

Un gruppo di ricercatori di Neurologia dell’Università degli Studi di Perugia ha revisionato tutta la letteratura esistente su questo tipo di malattie e ha individuato due proteine in grado di indicare lo sviluppo di queste condizioni. Queste due proteine potrebbero essere considerate dei marcatori per una diagnosi precoce.

Si tratta della proteina alfa-sinucleina per indicare la presenza del Parkinson. Per quanto riguarda l’Alzheimer, invece, si parla di proteina beta-sinucleina. Queste proteine vengono rilasciate dal cervello in caso di processo degenerativo. Questo passo avanti nella ricerca è fondamentale. Con l’individuazione dei valori di queste due proteine si può fare una diagnosi precoce e rapida. Inoltre, con il monitoraggio si può tenere sotto controllo lo stato della malattia.

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Naturalmente dovranno essere fatti diversi approfondimenti e altri studi seguiranno a questi. Ma le prime pubblicazioni di queste indagini sono già state fatte sulle riviste scientifiche e c’è una buona speranza di poter continuare in modo da andare avanti nel trattamento e magari nella cura di questo tipo di malattie.

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