Mangiare la punta del gelato sì o no? Ecco perché dovremmo evitare

La punta del gelato è una delle parti più golose, ma bisognerebbe rinunciarvi per questioni di salute: ecco perché non la dovremmo mangiare.

Gelato
Mangiare la punta del gelato sì o no? Risponde la scienza (Canva)

Finalmente è arrivata l’estate, portando con sé uno degli alimenti più golosi e amati da grandi e piccini: il gelato. Concedersi una squisita merenda a base di questo alimento di tanto in tanto non è affatto un problema. In pochi sanno, però, che occorrerebbe evitare di mangiare la punta del gelato. A sostenerlo è uno studio scientifico: scopriamo insieme le ragioni di questa raccomandazione.

Mangiare la punta del gelato sì o no?

Sono in molti a considerarla la parte più gustosa dell’intero gelato: del resto, come si può resistere alla cialda croccante che avvolge un cuore di cioccolato solidificato?

Non a caso, un giovane imprenditore di nome Nick Cavagn ha deciso di trasformare la punta del gelato in uno snack chiamato Muddy Bites che, prevedibilmente, ha riscosso un incredibile successo.

Eppure, secondo le evidenze scientifiche si tratta della porzione meno salutare dell’intero gelato. Infatti, un team di studiosi capitanato dal chimico Bert Weckhuysen ha messo in luce come e perché la punta del gelato risulta pericolosa per la nostra salute, al punto da dover evitare di mangiarla.

Lo studio dell’Università di Utrecht

Vi siete mai chiesti come sia possibile che le scaglie di cioccolato racchiuse nella cialda mantengano la loro consistenza solida e croccante, nonostante la temperatura esterna?

Grassi saturi
Grassi saturi e salute del cuore (Pixabay)

È proprio il procedimento a cui viene sottoposto questo alimento, per evitare che si sciolga, a rendere la punta del gelato decisamente poco salutare.

I produttori hanno modificato il punto di fusione, ricorrendo a un processo noto come idrogenazione: al cioccolato è stata aggiunta una molecola di idrogeno.

Quali sono le conseguenze di questa operazione? La trasformazione dei grassi insaturi in acidi grassi saturi. La differenza tra queste due sostanze è molto importante: gli acidi grassi saturi risultano più dannosi per l’organismo, poiché risultano più difficili da metabolizzare.

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Di conseguenza, tendono ad accumularsi nel sangue, aumentando il livello di colesterolo cattivo. Si tratta di grassi estremamente pericolosi per il sistema cardiocircolatorio, poiché ci espongono al rischio di patologie cardiovascolari come:

  • Ictus;
  • Infarto del miocardio;
  • Ischemia.

Altri alimenti che contengono queste sostanze sono lardo, carni grasse e lavorate, formaggi, panna e alcuni tipi di torte e biscotti industriali.

Per proteggere la nostra salute, secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità ci sono dosi ben precise di grassi saturi da non superare: giornalmente, dovrebbero rappresentare al massimo il 10% delle calorie totali assunte.

Inoltre, la percentuale di grassi non dovrebbe eccedere il 30%. Insomma, possiamo concederci un piccolo sfizio, ma con moderazione e accortezza: dopotutto, ne va del nostro benessere.

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