In estate si sbadiglia di più: ecco cosa succede al cervello

Durante l’estate si sbadiglia di più, forse l’avrete notato, ma è qualcosa che succede al cervello, vediamo cosa nel dettaglio.

sbadigliare
Uomo che sbadiglia (Pexels)

Sbadigliare è un riflesso respiratorio del nostro corpo che consiste in una inalazione profonda e poi una espirazione profonda di conseguenza. Si verifica quando siamo stanchi, quando avvertiamo sonno, quando ci svegliamo al mattino, oppure quando stiamo per andare a letto la sera. È un riflesso del tutto involontario che inizia quando ancora siamo nella pancia della mamma.

È una reazione del nostro organismo alla stanchezza, alla voglia di dormire, ma anche alla noia. L’organismo mette in atto da solo questo movimento per farci rimanere svegli, per farci tornare alla concentrazione e all’attenzione ed è un’occasione per noi per rinforzare il sistema muscolare. Uno sbadiglio, lo sapete bene, è anche molto contagioso. Vedere una persona sbadigliare induce anche noi a farlo, a causa dei neuroni specchio presenti nel nostro cervello.

Ma avete notato che d’estate si sbadiglia di più? Ed è proprio il cervello la causa di questo aumento del numero di sbadigli nell’arco della giornata quando si è nella stagione estiva. Vediamo qui di seguito perché aumentano proprio in estate e che cosa succede al nostro organismo.

In estate si sbadiglia di più: cosa succede al cervello

Sbadigliare, la vera ragione
Neonato (pixabay)

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Un team di scienziati di Tucson (Usa) e Vienna (Austria) ha avviato uno studio proprio sullo sbadiglio e l’ha poi pubblicato sulla rivista Physiology & Behavior. Gli studiosi hanno analizzato gli sbadigli di passanti e hanno scoperto che la frequenza aumenta con l’aumento della temperatura. Questo li ha portati a pensare che lo sbadiglio è anche un meccanismo del cervello per rinfrescarsi.

Proprio così, anche il nostro cervello soffre il caldo e approfitta dello sbadiglio per prendere aria. L’ingestione di più aria permette un maggior afflusso di sangue e una refrigerazione del cervello che lavora al suo ottimale a 20°. Lo studio ha evidenziato anche un altro elemento. Al di sopra dei 37° non si sbadiglia più molto, forse perché non servirebbe a nulla visto che è troppo caldo anche per il cervello.

Lo sbadigliare dell’essere umano, ma anche quello degli animali, è stato a lungo oggetto di studio. Le cause di questo comportamento non erano chiare da subito. Adesso la scienza sta facendo passi da gigante arrivando a svelare qualche piccolo dettaglio in più.

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