Vivere in questi luoghi farebbe bene al corpo e alla mente: se ci vivi sei fortunato

Vivere in determinati luoghi può comportare grande benessere per corpo e mente, diminuendo il rischio di sviluppare malattie e disturbi psicologici.

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Ragazza passeggia al parco (Canva – Inran.it)

Il nostro benessere psicofisico è strettamente connesso e influenzato dal luogo in cui si vive. Non è certo una novità, anzi. Un determinato luogo può, infatti, ridurre o aumentare il rischio di sviluppare malattie fisiche o mentali, e di influenzare profondamente la mente, riducendo o aumentando il livello di stress. Alcuni luoghi, in particolare, comportano grandi benefici.

Sono numerosissimi gli studi che mettono in evidenza l’importanza del contatto con la natura. Questa si pone come un antistress, comporta pace interiore, serenità, relax, ed evita quindi, o almeno diminuisce drasticamente, il rischio di disturbi psicologici, ma anche il degrado cognitivo e la demenza senile. Vivere immersi nella natura è un vero toccasana per mente e per corpo, e favorisce la salute di tutto l’organismo.

Perché vivere a contatto con la natura è fondamentale per stare bene

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Coppia cammina mano nella mano in spiaggia (Canva – Inran.it)

Secondo un recente studio effettuato dai ricercatori della Washington State University, vivere accanto ad aree verdi è fondamentale per contrastare stress e degrado mentale. Avere vicino casa un parco, un bosco, una riserva naturale, oppure il mare, un torrente, un lago, aiuta a stare bene e a rallentare il deterioramento cognitivo. Vivere circondati da solo cemento comporta un disturbo psicologico nell’uomo, e molto probabilmente in qualsiasi altro essere vivente.

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Il cemento, come sottolinea lo studio americano, ha effetti da moderati a gravi sulle funzioni cognitive, e può influenzare il benessere mentale e le capacità di una persona. Tra gli effetti negativi della cementificazione rientrano depressione, stati di ansia e stress, oppure asocialità, fino ad arrivare a problematiche di apprendimento a scuola e incapacità lavorative. Lo studio ha valutato più di 40 mila persone di età superiore ai 65 anni.

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Tutte vivevano in zone urbane nello Stato di Washington. I ricercatori hanno trovato una connessione evidente tra sintomi di demenza e di degrado cognitivo con aree urbane troppo antropizzate. Le persone che stavano meglio, invece, vivevano in zone più verdi, non lontano da specchi d’acqua, parchi, fiumi o spiagge. Inoltre, ogni paziente ha compilato un test relativo al proprio disagio psicologico, rispondendo a una serie di domande legate all’ambiente in cui viveva.

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I risultati hanno dato un 2% (dei 40 mila pazienti totali) di persone affette da gravi disturbi psicologici, tutti quanti residenti in zone fortemente urbanizzate e lontane da aree naturali. Coloro che, a, contrario, vivevano in zone verdi, stavano decisamente meglio, psicologicamente e fisicamente.

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Secondo le stime, vivere a contatto con la natura diminuisce di quasi il 20% il rischio di degrado cognitivo, migliorando così la propria salute mentale, nonché quella fisica. Se la mente è sana e sta bene, anche il corpo tende a stare bene. Lo studio effettuato è importante per migliorare le terapie di supporto ai pazienti affetti da disturbi mentali. Inoltre, evidenzia l’importanza della natura e di vivere a contatto con essa.

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