Sparta: sai cosa rimane dell’antica città? Cosa hanno scoperto gli scienziati

Vediamo cora resta oggi e cosa rimane di Sparta, qual è l’attuale città e cosa vedere. Inoltre perché ricordiamo tutti quanti molto bene la Sparta antica.

Le rovine di Sparta
Le rovine di Sparta (Canva – inran.it)

Cosa rimane di Sparta, dopo circa 2500 anni? Di questa città si parla molto per la sua rivalità con la più elegante Atene, al punto che è nato anche un proverbio che recita “Se Atene piange, Sparta non ride”. A simboleggiare la diversità su tutto che contrapponeva queste due importanti città dell’Antica Grecia.

Se ci atteniamo alla mitologia ed a quanto raccontato da Omero nell’Iliade, scopriamo che alla guida della città c’era stato re Menelao, fratello di Agamennone nonché marito di Elena. Elena che fu il motivo scatenante della lunga guerra tra Achei e Troiani. Se invece vogliamo rifarci a fatti più attinenti la realtà e ciò che è davvero stato, cosa rimane di Sparta?

Ce lo racconta Vanilla Magazine con il suo fondatore ed editore Matteo Rubboli, che tra l’altro ha trascorso lo scorso inverno in Grecia. Vediamo cosa rimane di Sparta, che sorge nella parte sud della regione ellenica del Peloponneso. Quella che è oggi la città moderna ha origini molto più vicine di noi, rispetto ai tempi antichi.

Cosa rimane di Sparta, che cosa possiamo vedere oggi

Alcuni resti di ciò che fu Sparta
Alcuni resti di ciò che fu Sparta (Canva – inran.it)

La Sparta di oggi infatti deriva da quello che fu il centro abitato fondato nel 1834 per opera del re di Grecia, Ottone I. I suoi abitanti provenivano dalla città di Mystras, come raccontato da Vanilla Magazine. L’aspetto attuale in realtà ha poche attrattive, per via dei tanti edifici realizzati nel corso degli ultimi sessant’anni.

Ma per fortuna restano ben visibili i resti di quella che fu invece la polis che fu grande protagonista della Grecia antica. La sua fondazione risale al primo millennio a.C. e sono ancora visibili le strutture delle tombe dei re Pausania e Tindaro, oltre che un anfiteatro ed alcuni templi. Su tutti quelli dedicati a Zeus, il re degli dei, ad Atena Chalkiikos e ad Atena Ergani.

E poi ci sono ancora la tomba di Leonida, il tempio di Artemide Ortia ed ulivi che si ergono lì almeno sin dai tempi antichi. Il prode Matteo Rubboli, che è stato sul posto, fa un lungo elenco di monumenti visitabili. Ma descrive anche lo stato del centro abitato moderno, definito “degradato”.

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In realtà quel che più conta è il retaggio di ciò che è stato, sia nella storia che nella mitologia. Rimane la leggenda di una città-stato invincibile, spietata, che era solita gettare dalle rupi dell’attiguo Monte Taigeto i bambini nati storpi o ritenuti troppo deboli per potere servire l’esercito.

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