C’è una donna al mondo che non conosce dolore e paura: la stanno studiando

Una donna eccezionale che sembra immune al dolore, alla paura e all’ansia sta affascinando i ricercatori del mondo.

Ricerca donna eccezionale
Ricerca (Foto da Canva) – Inran.it

Jo Cameron, una donna di 75 anni che vive in Scozia, è diventata oggetto di studio da parte di un team di ricerca dell’University College di Londra. Grazie ai progressi nella comprensione del suo straordinario profilo genetico, gli scienziati sperano di sviluppare terapie innovative per il dolore cronico e altre condizioni correlate.

La condizione eccezionale immune a paura e dolore di Jo Cameron

Immune dolore
Ricercatori (Foto da Canva) – Inran.it

Jo Cameron è affetta da una rara condizione genetica nota come analgesia congenita, che significa che non prova dolore come le persone normali. Non solo, guarisce anche più rapidamente e ha meno ansia e paura. Questa scoperta ha suscitato grande interesse tra la comunità scientifica, poiché potrebbe fornire indizi preziosi sulla gestione del dolore cronico, che affligge milioni di persone in tutto il mondo.

Il team di ricerca dell’University College di Londra, guidato dal professor James J. Cox, ha condotto studi approfonditi sulla genetica di Jo Cameron. Nel loro studio precedente, avevano identificato una mutazione rara nel gene FAAH-OUT, che è coinvolto nel sistema endocannabinoide noto per il suo ruolo nel dolore, nell’umore e nella memoria. Nel nuovo studio, hanno scoperto che questa mutazione nel gene FAAH-OUT modula l’espressione di un altro gene chiamato FAAH, che è legato al dolore.

Attraverso esperimenti di laboratorio e analisi del DNA, i ricercatori hanno dimostrato che riducendo i livelli di FAAH-OUT si riducono anche quelli di FAAH, influenzando i percorsi molecolari collegati alla guarigione delle ferite e all’umore. Inoltre, sono stati identificati altri geni chiave come WNT16, BDNF e ACKR3, che sono coinvolti nei processi di ansia e paura.

La scoperta di bizzarri meccanismi molecolari

Paura
Paura (Foto da Canva) – Inran.it

La scoperta di questi meccanismi molecolari apre nuove prospettive per lo sviluppo di terapie innovative nel trattamento del dolore cronico, dell’ansia e per accelerare la guarigione delle ferite. Tuttavia, i ricercatori sottolineano che questa è solo la punta dell’iceberg e che c’è ancora molto da scoprire. Le implicazioni potenziali di questa ricerca sono promettenti non solo per il campo della medicina del dolore, ma anche per la guarigione delle ferite e la gestione dell’umore.

La condizione di Jo Cameron è stata scoperta per caso nel 2013, quando ha subito importanti interventi chirurgici. Sin dalla nascita, Jo ha vissuto senza rendersi conto del suo “potere” speciale, che può essere utile in alcune situazioni, ma può anche essere pericoloso in altre. Ad esempio, non si accorge di ustioni o lesioni finché non vede l’effetto sul suo corpo, il che può comportare rischi significativi in caso di incidenti. Il dolore svolge un ruolo importante nel segnalare pericoli e proteggere l’organismo.

La storia di Jo Cameron ha attirato l’attenzione di molti e continua a ispirare sia scienziati che il pubblico. La sua incredibile capacità di vivere senza dolore, ansia e paura ha aperto nuove prospettive nella ricerca scientifica e potrebbe portare a importanti progressi nella comprensione e nel trattamento di condizioni mediche che affliggono milioni di persone in tutto il mondo.

Numerosi ricercatori interessati al caso

La scoperta del segreto genetico di Jo Cameron è il risultato di anni di studi approfonditi condotti da un team di ricercatori di spicco. Il professor James J. Cox dell’University College di Londra, insieme ai suoi colleghi dell’Istituto di Neurologia e della Facoltà di Medicina – QU Health dell’Università del Qatar, ha condotto ricerche dettagliate sul DNA di Jo Cameron. Il loro studio si è concentrato sulla mutazione nel gene FAAH-OUT, precedentemente identificato come causa della sua insensibilità al dolore. Tuttavia, grazie a ulteriori esperimenti e analisi genetiche, è stato scoperto che questa mutazione modula anche l’espressione del gene FAAH, noto per il suo ruolo nel dolore, nell’umore e nella memoria.

La connessione tra i due geni, FAAH-OUT e FAAH, ha aperto nuove strade nella comprensione dei meccanismi biologici alla base della sensazione del dolore e delle emozioni associate ad esso. Riducendo i livelli di FAAH-OUT, si è notato un corrispondente ridimensionamento dei livelli di FAAH, il che ha influenzato i percorsi molecolari legati alla guarigione delle ferite e all’umore. Inoltre, sono stati individuati altri geni chiave che giocano un ruolo nel controllo dell’ansia e della paura.

Le implicazioni della scoperta incredibile

Le implicazioni di questa scoperta sono enormi. Potrebbe aprire la strada allo sviluppo di farmaci e terapie innovative per il trattamento del dolore cronico, che rappresenta un grave problema di salute pubblica che colpisce milioni di persone in tutto il mondo. Attualmente, molte persone affette da dolore cronico devono fare affidamento su farmaci oppioidi, che possono causare dipendenza e effetti collaterali significativi. La comprensione dei meccanismi genetici alla base del dolore potrebbe portare allo sviluppo di terapie mirate e personalizzate, che potrebbero offrire sollievo senza gli effetti indesiderati associati ai farmaci tradizionali.

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Oltre al dolore cronico, la scoperta potrebbe anche avere implicazioni per la gestione dell’ansia e per l’accelerazione della guarigione delle ferite. L’ansia e la paura sono problemi diffusi che influenzano la qualità della vita di molte persone. Comprendere i meccanismi molecolari che influenzano queste condizioni potrebbe consentire lo sviluppo di nuove terapie che mirano direttamente alle cause biologiche sottostanti.

Nonostante i notevoli progressi compiuti, i ricercatori sottolineano che c’è ancora molto da scoprire. Il gene FAAH-OUT è solo una parte di un vasto e complesso puzzle genetico che influenza la sensazione del dolore e le emozioni.

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