Come mai le medicine portano sempre dei nomi così strani

A pensarci bene, le medicine hanno sempre dei nomi strani, alcuni davvero assurdi, altri quasi impronunciabili.

Tutti ci fanno caso, ed è impossibile ignorarlo: i nomi delle medicine sono sempre molto strani, alcune volte anche impronunciabili. Ma come mai? Un medico ne parla in suo video caricato sulla sua pagina Facebook, e fornisce interessanti informazioni in merito. Ad esempio, nel dare il nome a un nuovo farmaco, esiste una regola bene precisa.

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Pasticche colorate (Canva – Inran.it)

Per dare il nome ad ogni nuovo farmaco bisogna scegliere sempre una parola non esistente, in nessuna lingua, e non deve avere una connotazione inappropriata in lingua straniera. Va da sé che questo processo non sia proprio semplice, perché mette a dura prova la fantasia dei creatori del farmaco. Possiamo fare anche qualche piccolo esempio.

Perché vengono sempre scelti nomi strani per i farmaci

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Biochetasi (foto di Davide Garritano – DMM Company) – Inran.it

Uno dei farmaci più popolari e utilizzati nella quotidianità, per combattere diversi tipi di malessere generale, è la Tachipirina. Come mai questo nome? La radice deriva dal termine greco Tachys, ossia rapido, veloce, e dal termine Pyr, ossia elevata temperatura. Quindi, il suo significato sarebbe “farmaco che abbassa rapidamente la temperatura”, quindi destinato a chi a sintomi influenzali.

E, invece, che dire dell’aspirina, altrettanto sfruttata per risolvere diverse sintomatologie. Questo nome è formato dal prefisso A, per il gruppo Acetile, con Spir, dal fiore di spiraea, dal quale deriva l’acido salicilico, e il suffisso In, usato generalmente per i farmaci dell’epoca. Infine, il viagra, la popolare pasticca blu per migliorare le prestazioni intime, da cosa deriva? La sillaba Vi è l’iniziale Virilità, mentre Agra la si può ricondurre alle cascate del Niagara.

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Farmaci orali in laboratorio (Canva – Inran.it)

Il Niagara è una delle cascate più famose al mondo, che con la sua potenza scatena le acque, facendole infrangere con un effetto schiumoso davvero stupefacente. Alcuni medici, però, pensano che il termine Viagra possa derivare dalla parola sanscrita Vyaghrà, che significa tigre, animale simbolo di potenza, di aggressività e di fascino.

Insomma, come si può intuire, il brand naming farmaceutico è un’arte dell’invenzione. La scelta del nome deve seguire un lungo processo creativo, perché deve far intuire ai cittadini per cosa è stata creato un determinato farmaco e per quali sintomatologie, ma non deve dare luogo a ipotetici fraintendimenti. Una volta scelto il nome, questo deve avere l’approvazione ufficiale per essere commercializzato.

I nomi dei farmaci richiedono particolari abilità linguistiche, nonché il confronto con tutte le lingue del mondo, per evitare confusione. Non è detto che se il nome di un farmaco funziona in una nazione, nel resto del mondo vada bene. Nell’industria farmaceutica, si utilizza il termine permavoids, che sottolinea proprio il cercare di evitare confusione e fraintendimenti in lingue diverse.

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