Malattie infettive, Italia a forte rischio: la causa fa paura

Le massime autorità sanitarie europee e mondiali ed anche quelle nazionali riferiscono di come i pericoli legati alle malattie infettive siano da prevenire con piani appositi.

Le malattie infettive rappresentano un qualcosa che non andrebbe mai sottovalutato, come abbiamo imparato sulla nostra pelle nel 2020. L’improvviso imperversare del Covid aveva sconvolto l’esistenza del mondo intero, rendendo possibile ciò che abbiamo visto solamente in tante opere di fantasia. E nei primissimi tempi, quando ancora medici e scienziati non avevano ancora ben compreso quali fossero le caratteristiche del virus, sembrava di trovarsi in uno scenario post-apocalittico, fatto di strade deserte e di pattuglie delle forze dell’ordine come mai se ne erano viste.

Malattie infettive, Italia a forte rischio
Materiale sottoposto a pericolo microbiologico (Foto Canva – inran.it)

Poi i progressi scientifici hanno fatto si che, già dalla fine del 2021, la situazione finisse con l’essere contenuta. Ma la storia è piena di malattie infettive gravi che hanno investito continenti interi ed hanno provocato milioni di vittime. Con anche tutti gli sconvolgimenti del caso per quanto riguarda il lato economico, politico e sociale. Di esempi ne abbiamo tanti. Basti pensare alla Peste di Atene durante la Guerra del Peloponneso nel 430 a.C., alla Peste di Antonina, da attribuire a vaiolo o morbillo e che avvenne tra il 165 ed il 180 d.C. e con la sua diffusione alimentata dalle truppe romane di ritorno dalla guerra contro i Parti.

Malattie infettive, è necessario concepire dei piani urgenti

Malattie infettive, Italia a forte rischio
Delle sostanze infettive (Foto Canva – inran.it)

E poi abbiamo avuto la Peste di Giustiniano (V secolo d.C.), la Peste Nera tra 1346 e 1353 e che tornerà ciclicamente altre volte e l’epidemia di vaiolo nel XVIII secolo. In periodi più vicini a noi, il 1900 è stato significativamente denso di malattie infettive. Basti ricordare l’influenza spagnola (1918), quella asiatica (1957), quella di Hong Kong (1967) e l’HIV, il virus che aveva gettato il mondo intero nel panico per via dell’AIDS. Bisogna sempre stare sull’attenti e farsi trovare preparati all’imponderabile.

Cosa che non era successa con il Coronavirus, dove abbiamo capito in che modo contrastare la malattia solamente dopo diversi mesi. Una cosa del genere non dovrà mai più capitare, e questo sarà possibile solamente attraverso una giusta consapevolezza che possa portare a stilare dei piani appositi. Questi percorsi sottolineano l’importanza dei vaccini (fermo restando che, specialmente con prodotti realizzati ex novo come nel caso dei vaccini anti-Covid, degli effetti collaterali fortemente circoscritti possono sempre capitare, anche in relazione al quadro clinico di ogni soggetto), di screening e controlli da ancorare al Sistema Sanitario Nazionale.

L’allarme che riguarda soprattutto l’Italia

Malattie infettive, Italia a forte rischio
Materiale sottoposto a pericolo microbiologico (Foto Canva – inran.it)

Anche il controllo del clima risulta essere un aspetto fondamentale. Difatti alcuni virus e batteri proliferano in base alle condizioni ambientali di un posto. Altro punto da non sottovalutare è anche il cercare di rafforzare la sanità pubblica, abbandonando una volta e per tutte l’insensata politica dei tagli intrapresa fin troppe volte in passato. Con anche il procedere con nuove assunzioni, date le difficoltà di gestione delle risorse umane. Ancor di più nel nostro Paese, che è quello che più di tutti è ritenuto a rischio nell’intero territorio dell’Union Europea per quanto riguarda la resistenza agli antibiotici.

L’Organizzazione Mondiale della Sanità (che già ha svelato dei dati inquietanti in relazione alle vittime annue da inquinamento e cambiamento climatico), il G20 e l’Onu stimano che nel 2050 le morti da attacchi di batteri e germi in Europa saranno 10 milioni. In pratica le stesse che ad oggi sono da correlare alle varie forme di cancro esistenti. E l’Italia è il Paese europeo più a rischio a causa di un eccesso di utilizzo di antibiotici, dei quali avviene un evidente abuso. Cosa per altro messa in evidenza anche dall’AIFA, ovvero dall’Agenzia Italiana del Farmaco. La più nefasta conseguenza di tutto ciò sarà che i batteri stanno già tendendo a sviluppare una resistenza a questo strumento di lotta medica.

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