Pensi di essere stato lo spermatozoo più veloce? E invece non è andata così: grande scoperta

Non è lo spermatozoo più veloce a dare origine a ciò che siamo oggi. Smontata una convinzione comune, come vanno veramente le cose.

Lo spermatozoo più veloce ha portato alla formazione dell’embrione che è poi diventato un bel neonato, andando incontro ad una crescita e ad uno sviluppo che ci ha portato poi, nel corso degli anni, a diventare la persona che sta leggendo questo articolo. Giusto? Sbagliato. Perché, contrariamente a quanto abbiamo sempre creduto, non siamo il risultato dello spermatozoo più veloce. Le cose sono andate in maniera diversa invece.

Non nasciamo dallo spermatozoo più veloce, come avviene tutto
Una raffigurazione di uno spermatozoo che penetra nell’ovulo (Foto screenshot Instagram – Inran.it)

La fecondazione avviene nel modo che tutti conosciamo, ma la corsa degli spermatozoi che vede un unico vincente su milioni di “partecipanti” ha delle regole diverse da quelle che abbiamo sempre creduto valide. Non è quindi lo spermatozoo più veloce ad avere la meglio ma quello che l’ovulo femminile ha reputato essere “il migliore” fra gli altri. Si tratta di una scelta basata su delle caratteristiche chimiche. E poi il “vincitore” procede attraverso tre processi fondamentali prima di “tagliare il traguardo”.

Spermatozoo più veloce? No, il più “attraente”

Non nasciamo dallo spermatozoo più veloce, come avviene tutto
Una rappresentazione della fecondazione (Foto Canva – Inran.it)

Il “prescelto” è quello che per primo riesce a superare rispettivamente la corona radiata, la zona pellucida e la membrana vitellina dell’ovocita, e quando questo ha luogo si verifica un istantaneo blocco della polispermia, con la modifica della membrana. In tal modo viene impedito agli altri spermatozoi di accedere a loro volta fino a destinazione. Difatti l’ovulo è circondato da un involucro che gli spermatozoi devono perforare per potere insinuarsi al suo interno.

Questo processo avviene mediante il rilascio di precisi enzimi che ogni “viaggiatore” possiede in sé. Quel che accade al primo spermatozoo è tragico: questi infatti fa da apripista agli altri dopo avere bucato la prima delle tre barriere sopra citate. L’ovulo, d’altro canto, attiva dei precisi recettori che hanno il compito di attirare gli spermatozoi. Anche quest’ultimi sono dotati della stessa funzione e tutto ciò ha lo scopo proprio di far trovare ad essi la strada giusta in direzione della tuba dove una delle ovaie ha rilasciato l’ovulo.

È un sistema previsto dalla natura

Non nasciamo dallo spermatozoo più veloce, come avviene tutto
Quel puntino azzurro è lo spermatozoo che ce l’ha fatta (Foto screenshot Instagram – Inran.it)

E questi attrattori chimici sembrano funzionare meglio su certi spermatozoi piuttosto che su altro. Per un comportamento previsto dalla natura e che è ritenuto normale. Infatti in questo modo la casualità genetica ha la meglio, con il nostro tipo di riproduzione, se confrontata con quella che è la riproduzione agametica. La quale è tipica dei Procarioti, della maggior parte degli Eucarioti unicellulari e di molti invertebrati.

Le reazioni chimiche fanno questo e molto di più, per esempio ci fanno anche innamorare. E tutti quanti noi abbiamo almeno una di una serie di mutazioni genetiche ben specifiche. Quindi non è il più rapido a spuntarla e la velocità serve per tracciare il sentiero al “vincitore”, il quale viene scelto in base alla sua capacità di recepire e di esercitare questa attrattiva su base chimica.

Gestione cookie