Una patologia purtroppo in crescita, cosa sapere riguardo al linfedema

Si parla di linfedema quando, a causa della cattiva circolazione, le gambe o le braccia sono gonfie, comportando gravi disagi. Che cosa sapere.

Si tratta di una situazione molto comune e frequente tra la popolazione. Gambe o braccia gonfie, possono essere associate a una condizione definita dai medici con il nome di linfedema, scaturita da una scorretta circolazione. In pratica, nel sistema linfatico si formano una specie di ingorghi, che provocano rigonfiamento. I casi di linfedema sono in aumento, e ciò non è una buona notizia.

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Gambia gonfia (Canva) – Inran.it

Si tratta di una condizione da tenere sotto controllo, da non sottovalutare, perché potrebbe comportare gravi conseguenze. Oggi, una situazione del genere si cura facilmente, ma bisogna imparare a riconoscerla, e a conoscere i sintomi. Oltre alle arterie e ai capillari, può ingolfarsi anche il sistema linfatico, che la funzione di trasportare le proteine, i lipidi e i liquidi nel corpo.

Cos’è il linfedema che causa gambe e braccia gonfie e come intervenire in casi del genere

Medico controlla salute donna (Canva) – Inran.it

Il sistema linfatico consente di drenare i tessuti corporei, riversando ogni liquido nel sistema cardiocircolatorio. Se alcuni punti si ingolfano, ecco che si crea un danno. In tal caso, i sintomi sono chiari: rigonfiamento di braccia e di gambe, in vari punti. Questa patologia, come evidenziano i dati presentati al Congresso Mondiale di Linfologia, è purtroppo in aumento.

Le persone con linfedema nel mondo sarebbero circa 350 milioni, solo in Italia ne abbiamo 2 milioni, una percentuale elevatissima. E i numeri sono in crescita negli ultimi anni, tanto che il linfedema viene diagnosticato a circa 40 mila persona ogni anno. L’accumulo di liquido linfatico nei tessuti dipende da vari fattori, che possono includere un elemento genetico, le conseguenze di un intervento chirurgico, oppure allo scorretto stile di vita.

sistema linfatico bloccato
Arto di elefante (Canva) – Inran.it

Una delle conseguenze più gravi a cui si assiste e che è causata dal linfedema è definita “arto di elefante”, perché l’arto si gonfia, non si riesce a muove con agilità, e inoltre provoca grande dolore. Incide parecchio sulla qualità di vita, e spesso occorre intervenire chirurgicamente per risolvere la situazione. Un anomalo accumulo di liquidi su gambe o braccia, lo si nota facilmente.

Se i liquidi non riescono a essere normalmente drenati, è un problema. L’accumulo di liquidi e di proteine può arrivare a compromettere la corretta ossigenazione dei tessuti, sfociando poi in eczemi, dermatiti, infezioni e ulcere. Il linfedema, comunque, si può curare facilmente, riducendo drasticamente i rischi e le complicazioni. Basta rivolgersi a un medico, il quale può prescrivere farmaci, la fisioterapia e, nei casi più gravi, un intervento di chirurgia mini invasiva.

La diagnosi tempestiva, ovviamente, la fa differenza. Un test per capire se si tratta di disfunzione linfatica, è quello di premere sulla parte gonfia e notare se questa, per qualche secondo, forma una specie di fossetta. Per approfondire e per confermare la diagnosi, poi si dovrà sottoporsi a un EcoColordoppler per il circolo venoso e a una linfoscintigrafia. In questo articolo, invece, parliamo di insufficienza venosa.

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