Allerta per l’acqua in bottiglia, bisogna controllare attentamente le etichette, potrebbe essere pericolosa per la salute: il report.
Un nuovo report, che ha analizzato diverse marche di acqua in commercio e incrociato i dati di 140 ricerche, mette in luce un dato allarmante e relativo ai livelli di inquinamento. Secondo le stime, gli italiani sono tra i popoli che consumano più acqua imbottigliata, con una media di 250 litri l’anno a persona. Nel mondo, siamo secondi, dietro al Messico, per consumo di acqua in bottiglia.

Circa il 70% della popolazione italiana consuma acqua in bottiglia, parliamo di 15 miliardi di litri annui, per un impatto ambientale importante, causato dall’uso della plastica. Ma la plastica non è soltanto quella della bottiglia stessa, ma è presente proprio all’interno dell’acqua, anche se invisibile a occhio nudo. Per quale motivo i ricercatori lanciano l’allarme?
Allarme per il consumo di acqua in bottiglia: pericolo per la nostra salute
Il pianeta è fortemente inquinato, e una delle maggiori cause di inquinamento deriva dalla produzione e dallo scorretto smaltimento della plastica. La plastica è diventato un problema enorme, probabilmente impossibile da contrastare definitivamente, e che ormai ha raggiungo ogni angolo del globo. Le plastiche nel terreno e in mare rappresentano un danno ambientale di enormi proporzioni.
Degradandosi, la plastica dà origine al fenomeno delle microplastiche, pericolosissimo per la salute del pianeta, degli animali e della nostra salute. Le microplastiche vengono assorbite dal nostro organismo e contribuiscono allo sviluppo di gravi malattie. Queste sono presenti nelle acque degli oceani, nell’aria che respiriamo, negli alimenti che portiamo in tavola e nell’acqua che beviamo quotidianamente.

Secondo il recente report, l’acqua minerale in bottiglia contiene quantità elevatissime di microplastiche, una percentuale di gran lunga superiore rispetto all’acqua di rubinetto. Anche se l’acqua in bottiglia viene percepita come più sicura, in realtà i dati affermano il contrario. Chi consuma acqua in bottiglia ingerisce fino a 90 mila particelle di plastica in più ogni anno. Un dato scioccante messo in evidenza dalla ricerca svolta dalla Concordia University di Montreal.
Microplastica presente nell’acqua in bottiglia, meno sicura rispetto a quella di rubinetto
Pubblicato sulla testata Journal of Hazardous Materials, lo studio canadese sottolinea una condizione davvero critica in tutto il mondo, evidenziando un problema enorme e molto sottovalutato. 280 le marche analizzate in laboratorio e prodotte in diversi paesi nel mondo, tra cui le acque italiane. Analizzando i dati, i ricercatori hanno scovato microplastiche e nanonplastiche nell’acqua che consumiamo abituamente.
Le plastiche sono presenti nell’acqua, ma anche originate dalle confezioni lasciate al sole e degradate. Persino il tappo, in polietilene ad alta densità, contribuisce alla contaminazione. Chi beve acqua di rubinetto, invece, ingerisce tra le 30 mila e le 50 mila particelle di microplastica all’anno, una quantità decisamente inferiore.

Tra le acque più contaminate c’è Nestlé Pure Life, con oltre 10 mila particelle per litro, seguita da Bisleri (acqua indiana) e Gerolsteiner (Germania). A seguire, acqua Danone, (Polonia), E-Pura (Messico), Aquafina (Stato Uniti), Evia (Francia). Tra le più sicure la San Pellegrino (Italia), Wahaha (Cina) e Minalba (Brasile).
Comunque sia, tutte le acque in bottiglia rappresentano un pericolo per la salute. Le microplastiche compromettono l’organismo, provocando infiammazione cronica, alterazione del microbioma intestinale, aumentano il rischio di tumori, penetrano nei globuli rossi e nei tessuti, provocano problemi respiratori. Gli alimenti che contengono microplastiche, quelli più rischiosi per la salute.