Eutiroidismo: quali sono i valori normali

L’eutiroidismo non è altro che una condizione fisiologico che corrisponde ad un valore normale di ormoni della tiroide. Si tratta, sostanzialmente, della situazione opposta al distiroidismo, ovvero una disfunzione che va a colpire la secrezione della tiroide, che si può differenziare in ipertiroidismo e ipotiroidismo.

Gli ormoni tiroidei si caratterizzano per andare a gestire il funzionamento di gran parte degli organi che si trovano all’interno dell’organismo degli uomini. Infatti, questi ormoni vanno, ad esempio, a regolare l’adeguamento di ogni organo alle differenti condizioni esterne.

Ad esempio come nel caso della termogenesi (ovvero una produzione di calore da parte dello stesso corpo), che deve essere chiaramente correlata e quantificata in base alla temperatura dell’ambiente esterna e all’attività muscolare che viene eseguita.

Valori normali

Anche se chiaramente la forbice di valori può essere leggermente differente in base al laboratorio in cui si vanno a fare le analisi, senza dimenticare come ci siano alcune unità di misura che, in qualche caso, vengono utilizzate in maniera diversa, i valori numerici potrebbero anche essere difformi rispetto a quelli che vi stiamo suggerendo. Per questa ragione, i risultati degli esami effettuati devono essere sempre mostrati al proprio medico, che potrà provvedere a valutarmi con calma e precisione.

I valori di riferimento, inoltre, possono cambiare anche in relazione all’età del soggetto come durante la gravidanza. Il primo valore è la tiroxina totale (TT4) che è compresa, nella normalità, tra 60 e 150 nmoli/L, mentre la tiroxina libera (fT4) va da 10 fino a 25 pmoli/L, la triiodotironina totale (TT3) è compresa normalmente tra 1,1 e 2,6 nmoli/L, mentre quella libera è inclusa da 3 fino 8 pmoli/L e, infine, l’ormone tireo-stimolante (TSH) è compreso di solito tra 0,15 e 3,5 mU/L.

Interpretazione valori

Il paziente sano si considerano quello che presenta valori normali per quanto riguarda TSH, T4 e T3. I valori della tiroide, quindi, potrebbero anche risultare più bassi o più alti rispetto a quelli di riferimento, nel caso in cui il paziente dovesse soffrire rispettivamente di ipotiroidismo e di ipertiroidismo. La sola eccezione corrisponde al TSH, che rispetto a tutti gli altri ormoni si caratterizza per essere piuttosto elevato nel caso in cui il paziente soffra di ipotiroidismo e decisamente basso in caso di ipertiroidismo. Nella maggior parte dei casi, tanto più alte sono le variazioni tanto più gravemente si manifestano i sintomi. Vi è anche un caso del tutto particolare, in cui tutti i valori, sia del TSH che quelli degli ormoni della tiroide, risultano essere particolarmente bassi: in questa occasione probabilmente si parla di raro ipotiroidismo ipofisario o secondario, che presenta un legame con l’ipofisi o l’ipotalamo. Ecco spiegata la ragione per cui, in quest’ultimo caso, il paziente viene sottoposto a tutta una serie di ulteriori test, come ad esempio l’esame del TRH, in cui il paziente subisce un’iniezione dell’ormone ipotalamico che va a stimolare l’ipofisi nella produzione di TSH.

Eutoridismo in gravidanza

Eutoridismo in gravidanza

La gravidanza si caratterizza per essere, in sé e per sé, una condizione tipicamente di tolleranza immunologica: di conseguenza, nel corso di questo periodo, ogni tipo di tiroidite autoimmune si caratterizza per denotare un netto miglioramento, mentre in seguito al parto ci sarà un peggioramento al contrario. Le tiroiditi che si verificano in seguito al parto rappresentano semplicemente la riesacerbazione immunologica che insorge dopo il parto. La tiroidite di Hashimoto si caratterizza per denotare un buon miglioramento nel corso dei primi tre mesi di gravidanza.

Gli anticorpi AbTPP e AbTg, nonostante riescano comunque a superare la barriera formata dalla placenta e a finire all’interno del sangue cordonale, non vanno in alcun modo a creare un’alterazione della funzione della tiroide del feto e anche del bambino appena nato, così come non sembrano andare a condizionare in alcun modo sia il peso che le funzioni placentari del nascituro. Di conseguenza, la maggior parte delle donne in gravidanza che conservano l’eutiroidismo nel corso di tutti i nove mesi, nonostante abbiano dei valori particolarmente alti di AbTPO e AbTg, avranno dei feti del tutto sani e con un’evoluzione tipica e priva di anomalie. Le donne in gravidanza che presentano dei valori di autoanticorpi tiroidei circolanti, in qualche caso (15%) possono riscontrare un aborto spontaneo.

Al contrario, la sindrome dell’aborto ricorrente pare che non abbia alcun legame con gli anticorpi della tiroide, ma solamente sono dovuti ad altri anticorpi, anche se in realtà pure questi ultimi sono semplicemente un segnale che nel corpo è in atto una disfunzione immunologica complessiva che è in grado di provocare l’aborto.

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